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Steinberg Verve, il pianoforte con layer - La recensione

Suono8
Facilità d'uso9
Rapporto qualità/prezzo8
Un Virtual Instrument per pianoforte acustico, intimo, caldo ed emozionante, con i giusti suoni di synth o campioni per layer cinematografici e per producer. Facile da usare e programmare!
8.3

Steinberg Verve è il nuovo virtual instrument dedicato al pianoforte con un timbro caldo, avvolgente e layerizzato. Registrato a Los Angeles con un robot per suonare precisamente ogni nota, porta con sé anche un layer di suoni digitali o campionati e una sezioni effetti.

Da tempo c’è una forte richiesta di timbri di pianoforte acustico dal carattere molto caldo, suggestivo ed evocativo, sia per insonorizzazioni che per colonne sonore o brani che richiedono un ambiente chiuso e intimo. Fin dal primo pianoforte campionato decine di anni fa, il trucco più veloce per creare un'atmosfera intima ed evocativa è sempre stato uno: sovrapporre al suono di pianoforte una sezione di archi o un suono sintetico, assieme a un delay o un riverbero per renderlo ancora più grande e interessante.

Verve nasce con questo intento, utilizzando un eccellente pianoforte acustico Yamaha. Verve, incluso già in Steinberg Cubase 12, può essere acquistato a parte e porta con sé la licenza d’uso anche per Halion Sonic SE3. Il VI è formato da due parti: Piano corrisponde al timbro di pianoforte campionato, a cui è associato in layer (sovrapposto) un suono Texture per creare il classico timbro di pianoforte con pad, ma non solo. Sia Piano che Texture hanno sezioni differenti di programmazione, a cui si associa una terza sezione dedicata agli effetti.

Installazione

Con la nuova versione di Cubase, arriva anche la possibilità di escludere la chiavetta E-Licenser per autorizzare direttamente il computer. Scaricando l’installer, si installa inizialmente Steinberg Library Manager da cui si scarica Verve e Halion Sonic SE. Il passo successivo è l’autorizzazione e in pochi passi si è pronti. Come VST Instrument, Verve viene caricato all’interno di Halion Sonic SE, che è fornito anche in versione stand-alone per poter essere suonato al di fuori della DAW.

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Caratteristiche

Verve è composto da tre parti distinte: la sezione pianoforte, campionata su dodici livelli di dinamica, la sezione Texture (cioè il suono layer che accompagna il pianoforte) e la sezione effetti. Una volta caricato il preset, che può essere scelto secondo una serie di tag Character, è possibile intervenire direttamente dalla pagina principale di Halion, con i seguenti parametri:

- Piano Distance: controlla il blending tra ripresa microfonica ravvicinata e quella ambientale

- Balance Piano-Texture: controlla il mix tra timbro di pianoforte e suono Texture in layer

- Texture Variation: aggiunge elementi, secondo il preset Texture richiamato, per rendere più vivo il suono

- Texture Contour: simile al cutoff del filtro

- Texture Attack: tempo di attacco

- Texture Release: tempo di rilascio

- Reverb Time: tempo di riverbero

- Reverb Mix: controllo Dry/Wet

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Premendo Edit in Halion Sonic si accede alla pagina di programmazione di Verve, che non richiede manuale per essere compresa: la sezione superiore accoglie le tre sezioni di cui si compone, che possono essere disattivate, intervenendo sul pulsante relativo. Cliccando sull’icona della sezione, si apre la pagina di programmazione individuale. Dalla pagina di Edit si può intervenire direttamente su Distance, Balance, Variation e Countour.

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I parametri Piano

Una volta cliccato sull'icona del piano, si apre la pagina di programazione con i seguenti parametri.

- Piano Distance: consente di scegliere il grado di microfonazione del pianoforte tra versione close mic (da 0% in su) e microfoni ambientali (dal 100% in giù) con possibilità di blend tra le due microfonazioni.

- Color: controlla la brillantezza del timbro lavorando sulle alte frequenze

- Compression: un classico effetto di compressione, senza pumping, per sostenere il corpo e la coda del pianoforte

- Resonance Level: controlla la quantità di risonanza nella fase di sustain

- Release Level: gestisce il livello di rilascio del pianoforte

- Reverb Send: mandata all’effetto di riverbero

- Attack Noise: corrisponde al rumore del feltrino sulla cordiera

- Key Noise: il rumore del martelletto rilasciato dalla corda

- Pedal Noise: il rumore del pedale di sustain.

Nella logica di Verve, a parte Distance, Color, Compression e Reverb Send, i parametri possono essere non solo controllati ma anche disabilitati intervenendo sul pulsante virtuale.

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I parametri Texture

La selezione del timbro Texture si trova al centro della pagina e il livello tra Piano e Texture è controllato dal parametro di Mod Wheel in percentuale, a cui può essere associato anche un Key Range per limitare Texture a una sola parte di tastiera. Troviamo anche qui i parametri Color e Variation, per modificare il carattere del timbro, a cui si associa un Contour che funziona come un cutoff del filtro, i tempi di Attack e Release e la mandata del riverbero.

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Gli Effects

Composta da tre sezioni indipendenti e attivabili a piacere, è formata da due delay indipendenti per Piano e Texture e un riverbero generale. Ogni Delay può attingere da dieci modelli diversi con possibilità di sync al Tempo della DAW, con divisione del tempo, o valore assoluto di Tempo, feedback e mix. Il riverbero mette a disposizione venti algoritmi differenti con valori di Predelay, Time e Mix.

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In prova

La qualità del campionamento del pianoforte Yamaha è eccellente, preciso e dinamico, mai sterile o rigido, senza particolari sbalzi tra le velocity. Ne risulta una performance molto naturale, anche anche all’ottima intonazione, che può essere immediatamente cambiata, nel gestire l’emozione sull’ascoltatore, anche solo intervenendo su Distance. Quando siamo a 0%, cioè ripreso da microfoni ravvicinati, il suono è compatto, incisivo ma mai metallico o compresso. Spostandosi su valori sopra il 50%, cioè con usando i microfoni ambientali, il suono si apre maggiormente, con un contenuto armonico più evidente e un'ambienza che è piacevolissima, assieme ad alcune variazioni di fase che lo rendono più tridimensionale. L’equalizzazione del piano si ottiene usando Color, che ci è apparso come un equalizzatore parametrico con un Q abbastanza elevato associato a un filtro per tagliare le alte frequenze (High Cut). Le impostazioni sembrano nate per esaltare le medio alte del pianoforte con Color al massimo, con un maggiore impatto del transiente di attacco. Usando per esempio Distance e Color al massimo, si entra in un panorama alla Alice Keys come pianoforte. Per alzare la coda del suono e, di conseguenza, anche le armoniche, si può intervenire sul parametro di Compression, che diventa utile sia come effetto ma anche per bilanciare meglio il pianoforte nel mix, perché il transiente di attacco ha una differenza di dinamica inferiore, quando il compressore è al massimo, al corpo e al decadimento. Per alterare maggiormente il timbro del pianoforte, rendendolo quasi un pad, si può intervenire su Resonance che agisce soprattutto sulla parte di sustain, tanto da diventare un suono ricco di armoniche. Release è meno efficace come parametro e più subdolo, ma è interessante per dare più corpo assieme a Compression e Distance. Il rumore di attacco ci ha lasciati un po’ perplessi: ci aspettavano il rumore del feltro e invece sembra un rumore bianco con un decadimento veloce, che si può apprezzare facilmente con Color al massimo. Il rumore del tasto (Key Noise) è dipendente da Distance: si apprezza quando Distance è a zero, cioè con ripresa microfonica ravvicinata, mentre è a zero quando siamo a Distance al masimo. Non siamo riusciti a percepire così chiaramente il rumore del pedale, che però non è un parametro timbrico significativo. Non ci sono possibilità di scegliere altri campioni di pianoforte, ma va bene così perché la base di partenza è straordinaria, costituendo uno dei campionamenti più musicali di sempre. La prima ottava è profonda e ben definita: anche suonando due note, si mantiene distinta l'intonazione e non si crea confusione sulle medio basse. Il registro medio è quello maggiormente felpato come timbro, che è poi la caratteristica vincente di questo virtual instrument.

Quando si mette in layer con Texture, Verve diventa uno strumento virtuale molto interessante. Si comincia con Analog Strings che richiama immediatamente le atmosfere del classico CS 80: pochi colpi su Color e si ottiene quello che si vuole. Usando Attack e Release si raggiungono le dimensioni volute dell’inviluppo. Analog Strings 1 e 2 sono ben fatti e diversi dai classici suoni strings analogici a cui siamo abituati. L’intero banco è un mix tra suoni digitali anni ‘80 e ‘90 e campionamenti originali, a volte trattati con phaser e flanger con l’evocativo Soft Strings 2, altre classicamente FM con Tuned Glass 1. Di per sé, la scelta è chiaramente orientata a un sound digitale vintage che però associato alla bellezza del pianoforte crea layer emozionanti.

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Gli effetti sono un altro punto molto forte di Verve: le tre sezioni hanno nel riverbero una punta di diamante. Anche qui il riverbero non nasce come emulazione realistica, ma come effetto per amplificare l’ambienza e la coda del suono. Ricorda da vicino il glorioso Lexicon 200 ma anche i primi Yamaha SPX 90. Ne basta un po’ per ottenere la magia. Anche la scelta dei delay è orientata all’effetto per sostenere il timbro. Il lavoro maggiore non è tanto la scelta del tipo di delay quanto il tempo, anche sincronizzato e il valore di feedback, che possono cambiare l’esito del pezzo suonato. Grazie alla possibilità di avere due sezioni distinte di delay per Piano e Texture, si possono ottenere effetti molto interessanti. Peccato che non sia possibile controllare maggiormente il pan, parametro del tutto assente.

Tra i preset più riusciti citiamo Pure Felt Piano, Chilled Breath, Dreams Of Future, Try Out Variation. I preset sono un buon punto di partenza, grazie alla facilità con cui si può adattare il suono con i parametri dedicati. Ci siamo quasi sempre ritrovati a usare percentuali di distanza superiori al 60%, perché è un suono più aperto e incisivo.

Conclusioni

Steinberg Verve mette sotto le dita del pianista, ma anche del producer, un virtual instrument molto veloce nella programmazione per aggiungere un pianoforte quasi mistico, intimo e rotondo alla composizione e all’arrangiamento. Ci sono centinaia di altri plug-in di pianoforte, ma questo Yamaha, grazie ai parametri essenziali di cui è dotato per modificare il timbro, è uno dei più duttili che abbiamo mai provato. L’uso in layer con una serie di timbri digitali è perfetto per chi è alla ricerca di una soluzione veloce per un filone di produzioni moderne che vogliono questo suono. Nulla vieta di usarlo anche solo come pianoforte e doppiare la traccia MIDI con qualsiasi altro Virtual Instrument.

Se è questo il timbro di pianoforte che vi fa innamorare e sognare, Verve è il plug-in adatto e non richiede particolare impegno mentale per le modifiche del timbro, lasciando che sia la parte creativa a lavorare su quella intellettiva.

Info

Steinberg

Prezzo: € 119 inc IVA

Pro

- Risultati immediati

- Ottimo timbro di pianoforte

- Facile da programmare

Contro

- Qualche bug nell’interfaccia grafica