Inaugurati da pochi giorni, gli studi di Waves Music Center, al Videoporto di Genova, hanno una storia passata e ne cominciano una futura, grazie all’integrazione in un polo per la produzione video e cinematografica
L’integrazione tra produzione video e audio darà a Genova un nuovo punto di riferimento, dove l’unione non solo fa la forza ma mette a disposizione nuove opportunità per tutti. Francesco Torre e Luca Cherchi, già titolari degli studi Black Diamond Studio a Genova, hanno deciso di trasferire la loro attività all’interno di Videoporto a Genova, creando un nuovissimo complesso per la produzione audio partendo dal progetto acustico, curato da Studio Sound Service di Donato Masci e realizzato in toto da Proaudio Consulting, a partire dall’isolamento e trattamento acustico, per arrivare agli arredi. Tutta l’attrezzatura per lo studio è stata fornita da SMAP Audio e i cablaggi sono stati realizzati da CabloCustom.
Luca Pilla Francesco, quali sono state le tue esperienze precedenti e il percorso che hai fatto per arrivare fino a qui?
Francesco Torre A seguito del mio percorso universitario conclusosi con un MA in Audio Production nel 2013 presso la University of Westminster di Londra, sono rientrato in Italia dove, per consolidare il mio profilo, ho iniziato a lavorare come Music Producer per diverse situazioni, dalle colonne sonore alla post produzione di progetti audio e musicali. Da qui il mio incontro con Luca Cherchi, music producer e sound engineer già in attività da alcuni anni con la realtà del Black Diamond Studio, studio di registrazione fulcro della nuova scena di musicale genovese. La nostra unione professionale, iniziata formalmente nel 2015, ha dato vita a una nuova visione di studio di registrazione anche in relazione a quello che stava diventando il nostro mercato di riferimento musicale, sempre più esigente per un certo tipo di impostazione per poter crescere a dovere. La nascita di Waves non segna quindi solamente la nascita di una nuova società da noi due costituita, bensì un progetto più ampio che ci ha portato ad abbandonare la struttura che ospitava il Black Diamond Studio, alla ricerca di uno spazio e di un contesto da ricreare interamente da zero e capace di integrare tutte quelle facilities a nostro giudizio fondamentali per un definitivo upgrade professionale.
LP Quando avete capito che si poteva potenziare lo studio all'interno di un complesso più grande per la produzione televisiva e cinematografica?
FT Il Videoporto di Genova è una struttura nata a Genova in seguito all’arrivo di Genova-Liguria Film Commission (GLFC) nella vicina Villa Bombrini e la creazione del Polo Aziende Creative di Cornigliano (PACC), che hanno costruito il primo nucleo di un progetto che necessitava di infrastrutture produttive, peraltro quasi completamente assenti a Genova e in Liguria. Il Polo Audiovisivo rappresentava per noi la situazione ideale per dare vita alla nostra nuova attività, poiché immersi in un contesto fatto di realtà multimediali, giovani e certamente vicine al nostro mondo lavorativo quanto noi al loro. Questo avrebbe sicuramente permesso la nascita di uno scambio o collaborazioni rivolte a un incremento del business in questo settore.
LP Com'è nato il progetto e come si è sviluppata la creazione vera e propria dello studio dal punto di vista progettuale e pratico?
FT Il progetto del nuovo studio è nato prima di tutto con l’obiettivo di sviluppare in modo esauriente alcune necessità fondamentali per avere un’offerta unica sul piano dei servizi, rivolti a tutti colori che necessitano di un prodotto professionale creato da zero, sviluppato e finalizzato. Ci riferiamo ad esempio ai corsi di formazione di music production che teniamo in studio; l’esigenza quindi di realizzare una sala ad hoc per la formazione e di tre sale con postazione per producer da far utilizzare ai ragazzi che concludono il corso e restano a frequentare lo studio, indipendenti ma allo stesso tempo seguiti da noi per qualunque fase di lavoro sui progetti.
Il Waves Music Center ha quindi uno spazio laboratorio e uno spazio di studio vero e proprio costituito da due regie, due Iso Booth, comunicanti tramite visive e ovviamente tramite cablaggio. Questo per permettere sessioni di registrazione parallele o di produzione senza che ci siano interferenze tra le sale di lavoro o, contrariamente con la possibilità di coinvolgere tutte le sale contemporaneamente. Pensiamo ad esempio alla registrazione di una band. Infine, ultima sala, una grande live room con accesso dalla regia principale o addirittura con accesso indipendente rispetto all’ingresso principale del centro, così da permettere lo svolgimento di attività differenti in maniera autonoma. Per riassumere il Waves Music Center è costituito da due regie, due Iso Booth, una Live Room, una sala formazione e tre sale per producer. La visione di questo nuovo centro di produzione di musicale è stata tradotta e concretizzata grazie a Donato Masci e Studio Sound Service, al building e project management di Proaudio Consulting e i collaboratori Acusticarte, Luca Ravagni, Cablocustom e Smap.
LP Come avete affrontato l'integrazione tra le regie? Avete particolari sistemi (penso ad Avid per esempio) per creare un ecosistema unico?
FT La regia A viene utilizzata per registrazioni, mix e master, la regia B per registrazioni, produzioni e mix; nella prima abbiamo un sistema Avid HDX con convertitori Apogee e Avid per un totale di 48 I/O. Nella seconda abbiamo una Universal Audio Apollo 16, per interfacciare le varie tastiere e drum machine, la parte di mix viene fatta completamente in digitale. Come software utilizziamo Avid Pro Tools e Apple Logic X, ultimamente stiamo avendo un ottimo rapporto con Presonus Studio One e penso che a breve possa essere parte integrante della nostra realtà.
LP Parliamo di outboard: su cosa vi siete orientati e perché?
FT In studio abbiamo diverse macchine che sono un po’ lo standard di tutti gli studi di registrazione. Parlo di SSL, Universal Audio, Avalon, Dangerous Music, Neve, Maselec. Il mio approccio è ibrido, lavoro per la maggior parte in ITB e poi mando tutto sull’SSL lavorando in analogico sui gruppi; infine per la fase di mastering uso soprattutto Maselec: il compressore MLA-2, l’equalizzatore MEA-2 e il compressore multibanda MLA-4. Il limiter è di Bettermaker, quest’ultimo impiegato anche come clipper evitando di far fare quest’ultimo processo ai convertitori.
LP Quale banco avete scelto e perché?
FT In studio abbiamo scelto di montare un SSL XL-Desk, è una macchina molto versatile che soddisfa le mie esigenze di lavoro, una rivisitazione della classica console da studio analogica pensata per l’integrazione su DAW. 20 channel strip: 16 mono con doppio ingresso (commutabile tra ingresso principale o ritorno DAW) e quattro canali stereo. I primi otto canali hanno un preamplificatore VHD ciascuno. Nella parte superiore è alloggiato un rack in formato serie 500 da 18 slot configurabile a piacimento con qualunque modulo in standard 500, dai processori, ai preamplificatori agli EQ. Monta di serie l’SSL Bus Compressor Stereo il rack ha una propria alimentazione con specifiche elettriche di altissimo livello. Quattro bus principali di missaggio (A, B, C, D) con B, C e D in grado di essere assegnati direttamente nel Mix A. Sia i bus di uscita che i singoli canali possono accedere al rack serie 500 e dispongono di un ulteriore punto di insert separato per ulteriori elaborazioni tramite outboard esterno; tutto questo velocizza il mio flusso di lavoro in maniera eccellente.
Lavoro principalmente in ITB mandando i vari bus alla console che, grazie agli insert, mi permette di usare outboard esterno senza dover uscire e rientrare nella DAW e avere a portata tutto ciò che mi serve per saturare, comprimere ecc…Il template varia a seconda della traccia e del genere musicale. In studio facciamo molto pop moderno, trap, hip-hop, EDM, questo mi porta a variare spesso l’approccio mischiando digitale e acustico; di regola parto trattando la parte bassa, tengo il kick separato dal gruppo drums (diverso è se tratto una batteria acustica) e questo mi da la possibilità di tenere sempre in faccia lo strumento. Uso FabFilter per la parte sottrattiva poi mando al canale 1 dell’SSL, in insert l’Avalon 737, che mi piace molto, colora e mi fa ottenere un suono più rotondo; spesso uso il secondo canale per fare una compressione parallela con l’UREI 1176. Entrambi i canali vanno direttamente al gruppo A. I canali 3-4-5-6 sono destinati alle percussioni (divido sempre tra basse e alte), oltre alle varie possibilità di insert mando tutto al gruppo B insertato con Empirical Lab Distressor EL-8. I canali 7 e 8 sono destinati al gruppo del basso, (il routing di quest’ultimo varia sempre in base alle caratteristiche) che mando assieme al kick al gruppo C o direttamente al gruppo A. I primi otto canali dell’SSL hanno il VHD, per me indispensabili a tirare fuori il suono che cerco in questa prima fase. Gli altri canali sono sfruttati per synth, chitarre, pad, voci ed effetti; il procedimento è lo stesso, varia solamente la catena degli insert. Per abitudine, una volta fatto il bilanciamento, attivo subito un Pultec sul gruppo A (che sarebbe lo Stereo Buss del banco) in catena con l’SSL Buss Compressor.
LP Parliamo di microfoni: quali avete scelto e perché?
FT Avendo una media di 100 ore di registrazione di voci al mese, lavorando in entrambe e regie, abbiamo individuato nel Neumann U87 e nel Brauner VM1 le nostre scelte principali e fidate per soddisfare completamente il risultato sulla parte vocale. Il resto del parco microfoni è costituito da AKG C1000, Aphex 460, AKG D12, AKG Solid Tube, due Neumann KM184, Shure SM57, Shure beta 58, Audio-Technica AE 2500, Sontronics Orpheus, Sontronics STC-1, MXL CR89, Warm Audio 14, Warm Audio WA-47.
LP Passiamo al software: quali plug-in avete installato e quali ritenete indispensabili per il vostro lavoro?
FT Il nostro lavoro si sviluppa principalmente su due filoni: la produzione e la registrazione/post-produzione. Per la produzione ci affidiamo principalmente a virtual instruments Native Instruments; da Komplete a Massive, da Reaktor a Battery, il tutto per avere una gamma di elementi e sonorità versatile per ogni tipo di progetto. Ci affidiamo poi ad Arturia, Spectrasonics, U-He, Reveal Sound e altri. Lavorando su progetti hip hop, pop e di musica elettronica abbiamo trovato il compromesso ideale tra alcuni VST standard di qualità indiscutibili, come le case citate sopra, con strumenti reali di cui lo studio è dotato, tra cui synth, bassi e chitarre. In fase di registrazione vocale utilizziamo molto Antares Autotune per soddisfare molti degli artisti rap che in fase di registrazione tendono ad avere già in ascolto l’effetto per poter calibrare al meglio l’uso della voce. Per tutta la post produzione, oltre all’outboard già descritto, ci affidiamo soprattutto ai plug-in Universal Audio, Waves, Soundtoys, FabFilter e iZotope.
La progettazione acustica di Donato Masci
LP Quale situazione hai trovato al tuo arrivo e quali erano i punti chiave del progetto?
Donato Masci Una situazione insolita, come puoi vedere dalla foto. Gli spazi dove abbiamo costruito i locali erano gli ex uffici dei signori Riva, sì, proprio quelli della famosa acciaieria Ilva. Il cineporto di Genova sorge in questa palazzina moderna, costruita a fianco a Villa Bombrini meravigliosa location del XVIII secolo, ora sede della Filmcommission Liguria. La zona, Cornigliano, un po’ disastrata negli anni, a Genova è tuttora considerata periferia ma sta subendo una riqualificazione molto veloce.
Fu l’ing. Torre, il padre di Francesco che con Luca Cherchi sono i due soci di Waves, mi chiamò per chiedermi informazioni e per prospettarmi il lavoro. Lo spazio lo conoscevo già, era uno stanzone vuoto, inutilizzato e da ripulire. Una macchina dell’aria condizionata, usata una volta si e una no, quando partiva, metteva in risonanza tutto lo stabile. Abbiamo dovuto prendere provvedimenti, rinforzare i solai per farci stare tutto quel che serviva, ma il risultato è stato veramente positivo perché oltre ad aver costruito, abbiamo riqualificato uno spazio importante per la città, e non solo.
Luca e Francesco avevano le idee già molto chiare perché, pur essendo giovani, venivano da un percorso molto preciso. Negli anni passati hanno creato un giro di collaboratori stabili e i punti chiave del progetto sono stati da subito quelli di creare un ambiente polifunzionale, dove la sala di ripresa grande poteva diventare una sala corsi, eventi e una sala prove speciale e la collocazione degli iso-booth e delle regie dava una grande versatilità. L’altra parte del locale è composto da quattro salette più easy in cui si può fare lezione, produzioni, corsi ecc. che non influisce assolutamente con l’altro lato più nobile della facility. Un ambiente fantastico per la collaborazione tra più professionisti e per far crescere un substrato musicale cittadino.
Anche dal punto di vista estetico avevano le idee chiarissime. Non mi hanno neanche fatto inserire un solo colore! Mi sembrava strano quando facevo i rendering, ma a mio parere è stata una soluzione che ha pagato: lo studio ha un’impronta molto particolare ed elegante.
LP Hai adottato qualche soluzione particolare per l'acustica delle regie?
DM In realtà no! Questa è una cosa positiva, nel senso che l’altezza e le dimensioni ci hanno permesso di poter fare una regia A senza compromessi, che rispecchia uno standard layout di tipo non environment. In effetti è una mia interpretazione di questo design sviluppato da Hidley e Newel e ormai diventato lo stato dell’arte, ed è la stessa che ho potuto utilizzare in altri studi con i big monitor incassati a muro (flush mounted). L’unico compromesso questa volta è stato che non ho potuto effettuare un flush mount nel cemento armato, che a quanto pare sembra essere diventato un nostro marchio di fabbrica anche all’estero! Ultimamente abbiamo avuto ottimi risultati anche con soluzioni a pacchetto multilayer composti da diversi materiale (come è successo alla FOX, all’Experimental Studios di Riccardo Mazza e in diversi altri casi), e così abbiamo fatto anche in questo caso. La regia B è più piccola e senza i big monitor, ma la filosofia è la medesima.
LP Quale sistema di monitor audio hai deciso di usare e perché?
DM Per il motivo del flush mount, ho consigliato loro di usare le Genelec 1238DF (già usate in altre situazioni e in particolare alla FOX ad Hammersmith, Londra), che sono le uniche casse chiuse di Genelec, devono lavorare per forza con un subwoofer, ma hanno una grande pacca sulla parte medio-bassa. È un piccolo big monitor che è stato a mio parere perfetto per questa situazione: sostenibile, facilmente montabile, non troppo profondo e di dimensioni adeguate allo scopo.
LP Alla fine della realizzazione, qual è secondo te il punto di forza dell'intero progetto?
DM Sicuramente la multifunzionalità e l’interoperabilità. L’idea che più persone possano lavorare insieme in uno spazio comune, non in scatole a mala pena trattate acusticamente, ma in veri e propri ambienti di cui è stata curata l’acustica; la luce e la parte architettonica in dettaglio, creano un ambiente confortevole per svolgere l’attività di registrazione musicale. Inoltre lo studio, essendo immerso in un contesto di multimedialità del cineporto genovese, può diventare un punto importante di collaborazione artistica e tecnica tra l’audio e il video.
Link di riferimento
Email: info@wavesmusic.it
Studio: www.wavesmusic.it
FB: www.facebook.com/wavesmusiccenter