In occasione del Prolight & Sound 2009, ADAM ha presentato una nuova linea di monitor denominata serie S, che comprende sei modelli: due nearfield a due vie (S1X e S2X) e quattro midfield (S3X-H, S3X-V, S4X-H e S4X- V) a tre vie
Ci occupiamo del modello S3X-V, un elegante monitor triamplificato, il più piccolo tra i midfield. Entriamo nel vivo del test durante una sessione di registrazione per verificare sul campo il lavoro dei progettisti ADAM.
Progetto e costruzione
La lettera H o V definisce i modelli nati per uso orizzontale (H) o verticale (V). I due modelli H si differenziano dai V per la presenza di due woofer, ma di dimensioni più contenute e, naturalmente, per la disposizione dei coni sulla superficie. ADAM S3X-V è una cassa triamplificata (la serie 4 è quadriamplificata) nata per l’uso in posizione verticale, che monta una versione aggiornata del tweeter a nastro X-ART presente su tutti i modelli della gamma, diventato il marchio distintivo dei monitor berlinesi.
Per le descrizioni dettagliate dei principi di funzionamento di questo tweeter vi rimando alla recensione delle P11a, in cui la filosofia di progettazione era stata già ampiamente descritta. Per adesso mi limito a un breve riassunto: la tecnologia X-ART (Accelera- ted Ribbon Tecnology) consente ai driver a nastro di spostare l’aria in un modo quattro volte più efficiente rispetto ai tradizionali tweeter a cupola, permettendo un migliore rendimento nella riproduzione dei transienti. Il principio di funzionamento sfrutta la maggiore velocità imposta al diaframma a nastro, a parità di energia scaricata sul driver, per compensare la differente cinematica tra il mezzo meccanico e l’aria spostata, riequilibrando dunque il rapporto tra energia indotta e spostamento d’aria effettivo.
Il risultato, per noi comuni mortali, è una migliore precisione nella riproduzione delle frequenze acute, la capacità di riprodurre i transienti con più energia, maggiore banda passante e maggiore efficienza del driver. Sulla qualità dei tweeter a nastro di ADAM si è a lungo discusso e c’è ben poco da aggiungere, visto che ormai i prodotti tedeschi si sono affermati con forza in uno dei mercati più difficili da penetrare, quale è quello dei monitor da studio: qui, consuetudini spesso immotivate rendono restii i sound engineer agli esperimenti con tecnologie e marchi innovativi. La parte veramente nuova della serie S è la sezione dedicata ai midrange (presenti sui modelli 3 e 4) e ai woofer, tutti realizzati in HexaCone e prodotti dalla ETON. L’HexaCone è un materiale più rigido del solito cartone e, in linea teorica, più efficiente del Nomex utilizzato nella serie P.
L'elettronica interna. A sinistra l’alimentazione e il finale del woofer
Per quanto riguarda le dimensioni, il woofer è un classico 9”, mentre il midrange è da 4,5”. Il sistema è pilotato da tre finali indipendenti, che erogano 250 W per bassi e medi e 50 W per il tweeter: il crossover è tarato alle frequenze di 350 Hz e 2.800 Hz. Molto interessante è la composizione dei modelli H, per i quali sono previsti due woofer di dimensioni più contenute, su cui sarebbe interessante indagare in fase comparativa rispetto ai modelli V. I livelli di picco di potenza consentiti sono di 350 W per i bassi e i medi e di 100 W per gli acuti. Niente paura: danneggiare una ADAM è impresa impossibile, vista la sostanziosa protezione software di cui sono fornite. La banda passante dichiarata è di 32 Hz–50 kHz, ma questo è un dato pesantemente depotenziato dai +/- 3 dB di forbice ammessa: questi valori sono sempre puramente teorici e non danno mai di per sé una reale base di valutazione circa le prestazioni effettive del monitor.
Controlli
Come di consueto, i monitor ADAM sono forniti di serie con una bella dotazione di controlli, posti in bella vista sul pannello frontale. Forse bella vista non è il termine più adatto, poiché, in sede puramente estetica, il giudizio su questa scelta non è del tutto positivo. Rimane la comodità di poter modi care la risposta della cassa senza doversi spostare sul retro dei monitor, sebbene a mio parere tale operazione sia da evitare accuratamente, per lo meno in fase iniziale, poiché è bene prendere confidenza con i nuovi ascolti in modalità flat. I controlli forniti sono un gain d’ingresso Coarse da -20 dB a +8 dB, regolabile in modo fine con un altro controllo che consente passi di 0,5 dB da -1,5 a +2 dB. Il matching con altri monitor è assicurato e questa caratteristica è preziosa per poter agevolmente passare da un sistema all’altro senza rimanere confusi da minime differenze di pressione sonora. Le regolazioni dei toni lavorano con un Boost a 80 Hz (in step da 1 dB), che passa dalla posizione at a un generoso +6 dB. Questo controllo può essere incrociato con uno shelving a 150 Hz da +/- 4 dB: usare questi due equalizzatori sfruttando l’incrocio delle frequenze consente tarature più che fini per adattare la risposta delle S3X-V a qualsiasi tipo di stanza. Per quanto riguarda la zona delle frequenze acute, i controlli sono quelli cui siamo abituati: il Gain del tweeter (+/- 4 dB) e uno shelving a 6 kHz (+/- 4 dB), entrambi a step di 1 dB. Le ADAM sono monitor molto versatili, che si adattano a qualsiasi tipo di situazione d’ascolto senza rinunciare alla peculiare sonorità ormai ben riconoscibile. Rimane un dubbio irrisolto: non c’è un controllo di gain sul midrange e, come vedremo più avanti, questa può essere una mancanza seria.
Particolare dei controlli sul pannello anteriore
L’ingresso è un comune XLR bilanciato, è fornita (opzionale) una scheda per l’ingresso digitale AES/EBU o S/PDIF. Nonostante l’aspetto minaccioso (485 x 281 x 295 mm d’ingombro) le SX3-V sono casse leggere: soli 15 Kg. Certamente la compattezza dei finali a bordo, che sono gli ICEPower 250 di Bang & Olufsen, digitali in classe D, è decisiva per il contenimento del peso totale del sistema. La scelta dei finali è invero abbastanza curiosa: la produzione custom ADAM è sempre stata ottima e la decisione di acquistarli già pronti all’uso risponde sicuramente a scelte di tipo industriale. Il sistema ICEPower, di largo consumo nell’elettronica consumer e professionale, consente di realizzare finali con l’alimentazione integrata (uno di questi è usato nelle S3X-V per il woofer) che consumano poco, sono di ridotte dimensioni (circa 8x8 cm) e hanno un’altissima efficienza, dunque producono poco calore. Il tweeter e il midrange hanno altri due ICEPower 250 dedicati, il che rende semplicissima la progettazione e la realizzazione a basso costo di monitor a due o tre vie, poiché nel finale del woofer è già presente l’alimentazione dell’intero sistema. Nel pannello di controllo sono presenti uno switch di accensione/standby retroilluminato e un LED rosso che avverte quando il limiting interno si attiva. Completa la dotazione di controlli visivi un LED che indica lo stato di funzionamento della scheda opzionale DA.
In prova
Appena accese, le SX3-V danno una piacevole sensazione di sonorità ben robusta e strutturata. Le parti alte sono riconoscibili al primo ascolto per chi ha altri prodotti ADAM in studio e la precisione (nonché la personalità) del tweeter ART si fa apprezzare immediatamente. Il bilanciamento generale è ottimo, sebbene le ADAM sembrino soffrire un po’ troppo di una certa limitazione sulle basse più profonde, tanto da richiedere, dopo un periodo di assestamento dell’ascolto, un generoso boost a 80 Hz che lascia comunque sempre il suono un po’ asciutto in basso, dando la spiacevole sensazione della mancanza di controllo sotto ai 50 Hz. Questa impressione è evidente in stanze di medie e grandi dimensioni, in cui la pressione generata dai woofer è abbastanza modesta: in questi casi, ricorrere all’ausilio di un sub può essere una scelta obbligata. In stanze di piccole dimensioni le basse sono profonde, ben strutturate e garantiscono presenza e controllo assoluti. C’è da dire che, paragonando le nuove S3X a una coppia di P11a, i woofer in Nomex della serie P sembrano più morbidi da pilotare rispetto ai nuovi in HexaCone che, sebbene probabilmente meno precisi, riescono a scendere in modo più convincente. Sicuramente le S3X-V non sono aiutate da una dimensione generale modesta, che rende il cubaggio molto contenuto, forse troppo per raggiungere le frequenze più basse in scioltezza. Questo limite sarebbe soltanto teorico, perché con i controlli in dotazione si può aumentare la quantità di basse in uscita ma, nonostante le prestazioni promesse dalla potenza erogata, il limite dei finali si trova presto, soprattutto lavorando su musica elettronica o pop: ben prima che il LED vi avverta della protezione, il woofer mostra dei limiti evidenti nella riproduzione dei transienti (casse, bassi elettronici, groove, bassi elettrici suonati col plettro). Probabilmente il finale adottato non consente voli pindarici coadiuvati dalla potenza pura e questo è sicuramente un limite dell’ingegnerizzazione ricercata dai tecnici ADAM. Un lato molto positivo, tuttavia, è che al cambiare del volume d’ascolto il bilanciamento sonoro della cassa non muta, dimostrando comunque una buona progettazione complessiva dell’elettronica, che riesce a lavorare in modo efficiente dai livelli più bassi no al limite fisico, senza cambiare il suono dell’intero sistema e lasciando sempre inalterata la naturalezza del timbro riprodotto. Le S3X-V sono casse molto direzionali, dunque la loro disposizione rispetto alla posizione del fonico dev’essere studiata e realizzata in modo accurato: il rischio è di perdere ancora efficienza sui bassi. L’immagine stereo riprodotta è ottima e il controllo delle posizioni dei vari strumenti nel mix è perfetto. In generale, il suono delle S3X-V è abbastanza medioso: questa peculiarità è ormai distintiva del suono ADAM e non è per nulla fastidiosa, se la si conosce. Purtroppo non c’è un controllo sul gain del midrange e questa a mio avviso è la più grande lacuna di un prodotto altrimenti eccellente. In certi generi musicali (soprattutto pop e rock) la concentrazione di frequenze medie è preponderante, anche per l’ossessiva ricerca di pressioni sonore elevate. Usare delle casse dal suono un po’ nasale può essere un’arma a doppio taglio: se da una parte il controllo sulle zone cruciali è più efficiente, dall’altra è facile esagerare con dei tagli non necessari, modellando un suono generale troppo scavato e rischiando dunque di perdere definizione e pressione. Nonostante questa tipica sonorità mediosa, devo riconoscere che i singoli suoni non vengono per nulla stravolti e risultano naturali e molto ben definiti, tanto da rendere i lavori fatti sulle ADAM ottimamente compatibili con tutti gli altri sistemi d’ascolto su cui si verificano i mix. L’unica eccezione a quanto ho appena detto l’ho riscontrata su drum kick di generazione sintetica (una 909): è facile ritrovare una punta innaturale dovuta proprio all’esaltazione delle frequenze tra 1 e 3 kHz. In questa situazione è bene, prima di prendere decisioni drastiche, confrontare il suono che si sta creando con altri conosciuti, in modo da farsi un riferimento preciso. Lavorando su stili musicali meno spinti (tipo il jazz o la musica acustica nella sua totalità), le S3X-V si avvicinano molto all’eccellenza, sfoderando la loro migliore caratteristica: il suono del tweeter, che rende giustizia ai piatti delle batterie, agli armonici degli strumenti acustici, alle voci. Anche per la musica classica ho trovato le ADAM un vero monitor di riferimento, capaci di restituire con precisione assoluta le dinamiche estreme e la banda passante di registrazioni realizzate anche a frequenze di campionamento elevate.
Conclusioni
La nuova serie ADAM non delude: prestazioni eccellenti a prezzi molto competitivi. È ben progettata, e realizzata con la cura cui siamo abituati. La scelta di produrre un monitor a tre vie è un po’ penalizzata dalla mancanza di controllo di livello sul midrange, ma il colore generale è talmente bilanciato che difficilmente si sentirà il bisogno di modificare pesantemente la naturalezza del suono flat. Ovviamente, data la potenza, le SX3-V sono casse adatte a chi ha studi con control room abbastanza ampie e ben rientrano nella categoria mid field. La loro direzionalità impone un certo spazio di ascolto, rendendole inadatte a chi ha studi di piccole dimensioni o postazioni d’ascolto mal strutturate o anguste. Il loro terreno naturale è il jazz e la classica, sebbene la loro potenza possa essere ben sfruttata anche da chi fa produzioni pop o rock, magari in abbinamento a un sub: un prodotto per ogni tasca e per ogni genere di musica da consigliare a chiunque cerchi un ascolto potente, definitivo e a buon mercato.
PRO
Suono ben bilanciato
Linearità d’ascolto a diverse pressioni sonore
Prezzo
CONTRO
Mancanza di un controllo midrange
Banda passante limitata sulle basse
Facilità di clip sulle basse frequenze
INFO
Articolo pubblicato nel novembre 2009.