La storia delle console API arriva dagli anni ‘70 grazie al progenitore di quel sound che classifichiamo come americano, il preamplificatore 312. Con un salto di decenni, arriviamo agli anni 2000, quando circa dodici anni fa fu presentata la nuova console API 1608, il progetto di partenza per la 2448.
La nuovissima API 2448 è una evoluzione della prima 1608 e raccoglie le richieste di questi anni per la produzione musicale integrata con la DAW. Tra 1608 e 2448 ci sono identità complete nella realizzazione del Program Bus, del Summing Bus; dell’architettura dei bus ausiliari, dei ritorni stereo, del metering e di gran parte della sezione Master. La differenza più evidente è che la 2448 è una console in-line con 24 canali dual path audio, in grado di inviare le uscite individuali o la sezione Master alla DAW; contemporaneamente può ricevere dal convertitore altre tracce da mixare. Una volta si sarebbe parlato di registratore multitraccia, ma oggi si parla di convertitori e DAW.
Il doppio flusso audio si concretizza nel Large Fader e nello Small Fader, quest’ultimo in forma di potenziometro rotativo in classico stile API. La logica è quindi quella della console API Legacy AXS. La 1608, con la versione più recente 1608-II, è invece una console con 16 singole audio path; ogni canale può essere impostato per inviare o ricevere, ma non entrambe le condizioni. Già questo raddoppia le capacità di 2448 rispetto al passato; porta a un totale di 56 canali disponibili in fase di mix, sfruttando anche altri ingressi.
In termini di numeri, abbiamo 24 channel strip 648c con preamplificatore ed equalizzatore (sedici 550A e otto 560), otto slot per API serie 500, 8 summing bus, 8 bus aux, uno stereo bus, uno stereo bus compressor 529c basato sul classico API 2500, quattro ritorni stereo, tre indicatori di picco per ogni canale, accesso a sei ingressi audio per monitoraggio in 5.1 (assente su 1608), automazione Final Touch, 24 fader per i canali, quattro fader per i ritorni stereo e un master fader. È possibile ordinare una console senza equalizzatori, da aggiungere in seguito negli slot API. L’alimentatore è esterno e si connette con un multipolare al pannello dov’è presente anche il connettore Elco a 90 pin; questo per espandere la console con l’integrazione delle funzioni principali.
La channel strip
Il preamplificatore è il classico 212L, che rimane normalmente sempre attivo e assegnato allo small fader, con un ingresso microfonico e uno linea. Senza attivare alcun pulsante, l’ingresso è assegnato di default a Line, così da poter mixare l’ingresso con i ritorni del convertitore assegnati al Large Fader. Il pulsante Alt Line permette di attivare un ulteriore ingresso Line (24 in totale) per l’uso in mix bypassando il preamp. Dallo Small Fader, il segnale può essere indirizzato a uno degli otto bus in post fader e con facoltà di post pan e panning automatico pari e dispari, al Direct Out post fader se attivato e che cambia il routing del Direct Line per Large Fader, o al bus stereo, chiamato Program Bus (PGM), che costituisce anche il canale destro e sinistro di un mix 5.1.
Accanto al controllo di pan troviamo l’attivazione del filtro High Pass a 50 Hz 12 dB/Oct, indipendente per Small e Large Fader, l’attivazione degli Insert Return, con Insert Send pre fader sempre attivo prima dell’uscita dell’equalizzatore, e Insert Return post eq e pre fader che si attiva solo è premuto il pulsante Ins sulla channel strip. 2448 prevede connessioni Insert per Small e Large Fader indipendenti tra loro. È presente anche un trim pot fondamentale, per calibrare lo 0 dB del Fader In quando si vuole usare 2448 come puro sommatore. Il Large Fader motorizzato ha una corsa di 100 mm con 10 dB di gain, Unity Gain settato a 0 dB e possibilità di bypass. Da notare che il pan deve sempre essere attivato dai pulsanti dedicati di Program Bus, Small e Large Fader.
Le uscite ausiliarie sono sempre assegnate al Large Fader, con l’eccezione delle Aux da 5 a 8, in formato stereo, che possono essere prelevate dallo Small Fader. Ogni Aux Send ha un controllo individuale di livello ed è previsto un controllo di Pan per le Aux stereo 5-6 e 7-8. L’Aux Send 7-9 può essere indirizzata anche al summing bus. Gli Aux possono essere pre o post fader. L’equalizzatore utilizza lo slot API 500 sopra la channel strip e deve essere inserito nella channel strip con l’apposito pulsante che si trova nella sezione Small Fader, la quale accoglie anche i pulsanti di Safe, inversione di polarità, Line Pad a – 6dB, attivazione del filtro, e Solo con funzioni di PFL, AFL e SPI definite nella sezione centrale.
La sezione inferiore è dedicato al Large Fader, che replica i controlli di Small Fader e ha un pulsante Flip che scambia le assegnazioni di Small Fader con quella di Large Fader: quando è attivato, il segnale derivato dal preamp è inviato al Large Fader, mentre gli ingressi Line In sono ruotati allo Small Fader. Come per Small Fader, anche per Large è possibile assegnare l’uscita a uno degli otto bus, al Direct Out, al Program Bus (i segnali di Small e Large possono essere indirizzati contemporaneamente al Program Bus) e attivare il pan. Il trucco per capire come ci si sta muovendo, è controllare attentamente se le funzioni hanno le lettere SM o LG accanto: SM significa che è una funzione di Small Fader, LG sta per Large Fader.
Per esempio l’eq è associato al Large Fader, ma attivando EQ SM esso viene indirizzato a Small Fader, evidenziato dal pulsante retroilluminato. DIR SM indica che l’uscita dello Small Fader sarà indirizzata al relativo Direct Out post Mute. C’è un’ulteriore funzione, che si trova nel modulo 840c Multifunction che cambia ancora le cose: il pulsante 0 dB SM attiva il bypass dello Small Fader così da usare gli ingressi in Unity Gain per l’automazione dalla DAW. Il VU Meter è assegnato di default al Direct Out, ma può essere cambiato per monitorare l’ingresso di Large o Small Fader e, per i primi otto VU Meter, anche per i bus, attraverso tre led che indicano cosa si sta monitorando. Una parola sui fader: si può acquistare la console senza automazione e inserirla successivamente. Il modello in prova aveva l’automazione con i fader 944C.
I ritorni stereo
Quattro fader motorizzati gestiscono altrettanti ritorni stereo, che sono associabili a otto slot API 500. Ogni ritorno stereo può essere inviato al bus stereo o ai bus 7/8 e accetta ingressi Line e slot API 500, usando le connessioni audio posteriori, o l’uscita di un paio di Aux Send Master. In pratica i quattro ritorno stereo possono essere usati per aggiungere altri otto canali mono automatizzati in fase di mix. Presenti le funzioni di Solo, Safe e ingresso per Insert Return. Otto VU Meter sono dedicati al monitoraggio dei ritorni stereo o degli Auxilary Master, selezionabili da un apposito pulsante.
Il sommatore e gli Aux Send
Il modulo dedicato riceve gli otto bus, ognuno dei quali ha controlli di On/Off, Solo, Trim Control, assegnazione al canale destro o sinistro. Le connessioni prevedono anche un ingresso dedicato e una uscita bilanciata parallela all’invio del segnale al Program Bus. Ognuno degli otto Aux Send dispone di controlli di On/Off, routing del segnale al VU Meter assegnato al return, ingresso esterno, assegnazione al Talk Back, Solo e livello.
Il Program Bus e il bus compressor
Identico al 1608-II, ha un Program Insert dedicato e riceve il segnale alle uscite con pan pot di Large, Small Fader e Stereo Returns trattate dal bus compresso 529c e dal Program Insert. Da notare che il bus compressor non dispone di ingressi dedicati sul pannello posteriore e riceve solo dai segnali indirizzati dal Program Bus. Inserendo un jack nella connessione Program Bus Insert Return, l’uscita del compressore sarà automaticamente disabilitata, perché il compressore stereo e l’Insert utilizzano lo stesso bus e sono normalizzati tra loro.
Per usare il compressore, inoltre, è necessario attivare il pulsante PGM Insert. Il bus compressor è basato sui circuiti del 2500, include i controlli di Release, Ratio, Attack, Threshold e Gainm assieme alle possibilità di scegliere il tipo di compressione tra New e Old, il metering per ingresso e uscita, la curva di compressione tra Hard, Medium e Soft, make up automatico, e tre livelli di Thrust che corrispondono al filtro HPF sul sidechain.
Monitor Control
La sezione monitor controller ha tre destinazioni: due coppie di monitor stereo e un setup 5.1 derivato dagli ingressi audio posteriori di sei tracce per il formato 5.1, disposte come Left, Right, Left Surround, Right Surround, Center e LFE. Le due coppie di monitor stereo possono essere alimentate da uno dei quattro Aux Send stereo o direttamente dal Program Bus. Fino a tre sistemi di monitor (Main Speaker, Alt 1 e Alt 2) possono essere collegati a 2448, con un controllo di volume, le funzioni Cut, Mono e Dim con livello regolabile, che si attiva automaticamente quando si utilizza la funzione di Talk Back (a cui è dedicata la connessione posteriore per un pedale per attivarla) o l’oscillatore.
Manca l’inversione di fase. Prima però di raggiungere i monitor, occorre attivare le sei uscite disponibili sul pannello posteriore, per le quali sono disponibili i pulsanti di attivazione e soprattutto trim di livello, che includono trim separati per Alt 1 e Alt 2. Due grandi VU Meter gestiscono il monitoraggio del segnale: sono assegnati alle uscite secondo la scelta della sorgente del monitor tra Stereo Program Master, Aux Send e 6-Track Playback (5.1) solo per i canali Left e Right. Una quarta opzione si attiva quando si entra in Solo PFL o AFL per un bus. Sul pannello connessioni sono disponibili tre connessione DB 25 per gli ingressi 5.1.
L’automazione Final Touch
La novità più importante di API 2448 è l’automazione integrata, creata appositamente da API, che non utilizza alcun computer esterno ma memorizza su SD Card e si gestisce con il touch screen da sette pollici a colori. L’automazione espande anche le possibilità di routing E’ possibile collegare una tastiera USB per immettere i nomi. Sono automatizzati:
- il Large Fader con relativi stati di Mute e Insert
- gli stati di Mute e Insert per Small Fader
- i fader e gli stati di Mute e Insert di Stereo Return 1-4
- il fader PGM Master e lo stato di Insert
- i due fader di Group Master con lo stato di Mute
Sono aggiunti dunque due nuovi fader automatizzati chiamati Control Group Master che funzionano come gruppi VCA. Le connessioni posteriori prevedono quattro porte network per l’espansione a 48 canali, l’ingresso SMPTE LTC, la porta USB, l’uscita video HDMI e la porta MIDI In. Il sistema di automazione di API è lo stesso di Legacy AXS e Vision, e può essere installato anche su 1608 II. L’automazione consente di creare degli snapshot della posizione statica dei fader e dei pulsanti automatizzati. 2448 può essere usato anche come superficie di controllo per la DAW, tramite protocollo HUI a due vie trasmesso con lo standard MIDI sulla porta USB; gestisce i fader, i mute, i solo e l’armatura della traccia, con shifting e banking dei canali. Da touch screen è possibile accedere ai comandi di trasporto della DAW, con sincronizzazione al MIDI Time Code o all’LTC.
L’operatività richiede tempo per essere compresa ma non è complicata; l’interfaccia grafica permette di passare dallo stato delle automazioni, alle songs, ai mix per ogni song, ai gruppi che sono i canali assegnati ai due Group Master, agli snapshot e alla DAW. I fader da 100 mm hanno una serie di led che indicano l’assegnazione a Large, Small Fader o entrambi, la modalità tra Read, Update, Write e Switch Overwrite, il Sub Mode, due led per indicare se il fader è al di sopra o al di sotto del valore dell’automazione e i controlli della DAW per Mute, Solo, Select e Record. Il touch screen riporta anche il livello assoluto e quello relativo. Come sulle console meno recenti, anche su 2448 si lavorerà impostando un primo livello dei fader, con Write si procederà poi a creare l’automazione. I passaggi successivi, per modificare l’automazione, potranno essere eseguiti con Update.
I Sub Mode permettono di cambiare la natura di ciò che è stato registrato con Static, per riportare l’automazione alla posizione desiderata, Latch per registrare la posizione fino alla fine del timecode, Touch che cambia Update in Write. Il sub mode può essere assegnato al canale individuale, al gruppo o alla serie di canali selezionati. Molte di queste assegnazione sono gestibili direttamente dai pulsanti accanto al fader, per velocizzare le impostazioni; per esempio con Sel si può decidere se staccare il Large Fader dalla console e usarlo come controller per la DAW. Circa i due gruppi, sono disponibili funzioni per assegnare velocemente più canali, cancellare l’automazione dei canali tenendoli però uniti nel gruppo e, naturalmente, controllare i fader assegnati proporzionalmente al Group fader. La configurazione di 2448 come superficie di controllo passa da otto porte virtuali MIDI che corrispondono ad altrettanti banchi di canale, per un totale di 32 canali.
Accedendo alla modalità DAW, 2448 può attivare automaticamente l’unity gain audio bypass, che aggancia il movimento dei fader a quello del mixer della DA; non agirà però sul livello del segnale del canale, perché di fatto serve solo come superficie di controllo. Lo scopo è di indirizzare l’audio della DAW alla console e controllare il fader del mixer della DAW dalla console, così da usare 2448 come puro sommatore, escludendo i VCA dei fader. La stessa funzione è prevista per Small Fader, con il pulsante 0dB SM nella sezione centrale, quando si vuole indirizzare la DAW in questa posizione.
In prova
Per chi ha già lavorato su 1608, la 2448 è facile da comprendere, considerando l’aggiunta dello Small Fader e i cambiamenti nella sezione di monitor controller; questa finalmente integra anche il supporto al 5.1. La costruzione dei fader è eccellente e supera di gran lunga la qualità tattile di altre console dal prezzo simile. Sono soprattutto molto precisi, anche nel recall, quasi come un SSL 4000. Tutta la costruzione e i relativi particolari trasudano professionalità e rigore. L’alimentatore esterno è molto silenzioso e… pesante perché non è un alimentatore switching, il che è un vantaggio sulla qualità sonora e dinamica finale della console. Essendo più analogica che digitale, 2448 si scalda quando si lavora con una temperatura che sfiora i 30 gradi.
La qualità audio è fuori discussione: è una console ottima quando si parla di registrazione con la sua channel strip; non include però alcuna dinamica. Sembra essere una caratteristica comune di console di queste dimensioni e prezzo; è comunque sempre possibile sostituire l’equalizzatore in formato 500 con un modulo di compressione. Poiché è possibile ordinare la console senza moduli di equalizzazione, la personalizzazione del suono con moduli diversi è fantastica e permette di creare delle console realmente uniche. Un piccolo rammarico è l’assenza di ingressi separati per il bus compressor, che avrebbero reso ancora più flessibile il routing. Il parco connessioni è tra i più completi di sempre.
L’automazione è il punto forte e debole di 2448: forte perché è perfettamente integrata; richiama quella di Vision e offre la funzione di superficie di controllo che oggi è indispensabile, a cui è stata associata la funzione 0 dB per usarla come sommatore puro. Il punto debole è la filosofia dell’automazione, che è decisamente old school; nessuna visualizzazione grafica delle automazioni dei fader con relativo editing su schermo, ma funzioni classiche di automazione che portano l’attenzione verso il suono e non verso l’editing.
La curva di apprendimento non è immediata considerando quanto siamo abituati al lavoro di cesello sull’automazione nella DAW; ci si trova un po’ zoppi quando si vuole intervenire minuziosamente. Lavorando con le automazioni si può sfruttare tutto il potenziale analogico della console; a differenza della funzione 0 dB che bypassa il fader e spedisce il segnale direttamente al sommatore. Sono due modalità di lavoro molto differenti. La filosofia dell’automazione di API è tutta votata al suono e non alla visione dell’automazione. Si è obbligati a concentrarsi sul suono e non sulla grafica che, per questi tempi, è quasi una rivoluzione. Tuttavia gli sforzi sono ampiamente premiati dalla qualità dei risultati! Non ci sono altre console in questa fascia di prezzo che abbiano un sound così potente, americano, avvolgente e dinamico come la 2448!
Conclusioni
Se la precedente 1608 era diventata il nostro sogno nel cassetto per il sound più caldo e in your face, e tale era rimasto per la mancanza di automazione, la 2448 diventa la console da valutare quando in studio si vuole avere il suono analogico più americano possibile, la flessibilità di routing e un buon numero di canali da integrare con la DAW. L’impegno in termini di tempo e denaro non è poco; ma non ci sono altre strade per arrivare alla magnificenza del suono API in una console finalmente automatizzata e moderna. È l’investimento giusto per lo studio che vuole avere una console adatta a gran parte delle produzioni moderne; adatta tanto alla produzione su DAW con somma analogica, quanto alla registrazione e al mix guidato dall’ascolto e non dagli occhi. Suprema!
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