È la punta di diamante di Apogee: disponibile in differenti versioni secondo la connessione (thunderbolt, digilink, waves, soundgrid) e modulare, offre una qualità sonora e una dinamica talmente elevati da distaccarsi dalla quasi totalità dei convertitori multicanale
Tra le varie interfacce Apogee che ho potuto testare personalmente, Symphony mkII è senza ombra di dubbio quella che mi ha stupito di più, sia per la componentistica che per alcune idee ingegneristiche che permettono al suono di raggiungere un livello decisamente superiore alla media: per farla breve, questa interfaccia suona molto ma molto bene.
Hardware
I preamplificatori degli otto ingressi analogici posteriori sono degli OPA1612A controllati digitalmente da un THAT 5171 ciascuno, con slew rate di 27V/µs e una distorsione armonica praticamente pari a zero (0,000015%), il che permette di ottenere un suono molto naturale.
I convertitori A/D sono gli AK5388AEQ e qui ne troviamo ben quattro: ognuno di essi converte due input analogici. Questi convertitori hanno la possibilità di operare sia in modalità stereo (quattro canali) che mono (due canali) e, nel secondo caso, il range dinamico si amplia di 3 dB, arrivando in questo caso a 122 dB effettivi: 3 dB in più rispetto alle sorelline della serie Element.
Veniamo ora ai tre segreti più gustosi di questa ammiraglia della Apogee: i primi due sono il convertitore D/A delle otto uscite analogiche di linea e quello dell'uscita cuffie.
Per le uscite di linea Symphony MKII monta un SABRE ES 9018 a 32 bit, una delle punte di diamante dei convertitori D/A di ultima generazione, con una dinamica impressionante di ben 134 dB in modalità mono, mentre in modalità stereo (come in questo caso) arriva a 129 dB. Siamo circa 5 dB al di sopra della media, anche se va precisato che è un valore teorico poiché la circuitazione stessa fa sì che un poco di dinamica si perda per strada, ma ciò non toglie che siamo a livelli superiori e vi basterà ascoltare qualche brano di musica classica o jazz per accorgervi che non sono solo parole.
Rispetto alle sorelle delle serie Ensemble ed Element, Symphony gode quindi di una maggiore dinamica (+3 dB) sia in fase A/D che in fase D/A e non è cosa da poco.
Per ciò che riguarda le cuffie, Apogee ha pensato bene di non trascurare il fatto che questo tipo di ascolto è assai importante e che molti modelli di cuffia hanno impedenze di tipo diverso, con risultati estremamente diversi sulla dinamica, volume e risposta in frequenza.
L'amplificazione è affidata ancora una volta ad un OPA 1612A, che può infatti arrivare a output ben oltre il livello della preamplificazione (vi ricordo che le cuffie sono come le casse passive e necessitano di un segnale di potenza, quindi di un voltaggio più elevato rispetto ad un semplice segnale di linea).
La conversione è affidata ad un AK4490EQ sempre a 32 bit, ma con un pochino di dinamica in meno rispetto alle uscite di linea: qui disponiamo di “soli” 120 dB. Questo device fa parte della categoria di lusso della serie di convertitori della AKM denominata VERITA, che con particolari sistemi di oversampling (fino a 768 kHz) e ricerca del suono originale sono in grado, almeno a detta di chi li produce, di dare la sensazione all'ascoltatore di essere immersi in un audio estremamente realistico e definito, quasi come se non indossassimo un paio di cuffie.
A questo aggiungiamo, in fase di amplificazione, una particolare elaborazione del suono chiamata, da Apogee, Constant Current Drive, che permette appunto il miglior matching possibile di impedenza a seconda delle cuffie collegate, in modo del tutto automatico.
La scheda FPGA modello Altera Cyclone V si occupa di tutto ciò che riguarda il mixer interno Symphony Control Software che, unito alla connessione Thunderbolt, permette un processing del segnale a latenza praticamente pari a zero, in ogni situazione.
Il sistema di soft clipping introduce un limiter di tipo FET prima del convertitore A/D impedendo ad eventuali transienti di andare in distorsione e permettendo quindi di registrare a un livello ottimale senza troppe preoccupazioni, aggiungendo anche un tocco di suono analogico alla performance.
E ora arriviamo all'ultimo segreto, di cui non posso garantire la certezza assoluta, ma che mi ha fatto pensare che ci sia una qualche componente nascosta, probabilmente uno o più induttori o trasformatori, che influiscono sulla dinamica di uscita del segnale dagli output analogici: l'ho dedotto dall'impedenza in uscita, 25 Ω, che è nemmeno la metà della media della maggior parte delle interfacce audio (le Apogee Element 46/Ensemble per esempio escono a 90 Ω). Minori sono gli Ohm in uscita, maggiore è la dinamica possibile e la fedeltà nella risposta in frequenza, con una non trascurabile rotondità sulle basse frequenze.
Controllo
Symphony 8x8 è estremamente facile da utilizzare: i controlli principali possono essere eseguiti direttamente dal touchscreen sul pannello frontale dell'interfaccia, mentre per altri controlli di routing o di mix basterà accedere al software dedicato Symphony Control Software, gratis e scaricabile direttamente dal sito della Apogee.
Touchscreen
Appena acceso l'unità, la prima pagina che compare è Home che contiene indicazioni su sample rate, livelli in ingresso e uscita e i due controlli di volume dei monitor e delle cuffie. Basterà toccare una delle due icone del volume e, una volta selezionate, si controlla con il knob Control, appena a destra del touchscreen. La pagina seguente è Monitor, dove con un semplice tocco è possibile attivare le funzioni mute, dim o mono, sia per le uscite cuffie che per i monitor e sempre con il knob Control è possibile aumentare o diminuire il volume delle due uscite, nonché mettere in mute entrambe semplicemente premendolo.
Nella pagina successiva Input Level sono disponibili svariati controlli per le otto entrate analogiche, come la funzione soft limit, oppure i controlli classici come l’inversione di polarità, la phantom power e il filtro passa alto. Ognuno degli input analogici può essere di tipo Mic oppure Line (+4 dBu o -10 dBV), mentre solo le prime quattro possono essere anche ad alta impedenza.
Per gli input di linea/instrument è possibile tarare il livello digitale di riferimento (-12/-14/-16/-18/-20 dBFS) e non è una cosa da poco se si vuole ottimizzare il segnale in registrazione per poter sfruttare tutta la headroom di cui Symphony dispone. Sempre in questa pagina è possibile decidere tramite il tasto Ins.Sel. di attivare la funzione di insert in modo da poter processare il segnale dopo la preamplificazione ma prima che esso passi attraverso il convertitore A/D. Il segnale quindi verrà deviato a uno degli otto out send e tornerà nel rispettivo ingresso return, dopo essere stato processato da un qualsiasi outboard esterno: è una cosa molto intelligente che fino ad ora ho visto fare solo da Apogee, una trovata che vi permette di evitare uno step aggiuntivo di inutile conversione (anzi dannoso a dirla tutta).
Dalla pagina Output Level è possibile controllare il livello di riferimento (+4 dBu/-10 dBV) così come il trim di ogni singola uscita: molto utile nel caso vi troviate a lavorare con mix di tipo Dolby Surround, perché potrete aggiustare il volume di ogni singolo monitor in modo molto accurato.
La penultima pagina Digital I/O gestisce gli input e output digitali, quindi le connessioni ADAT e S/PDIF e i Coaxial in Replaces e Coaxial Out Mirrors.
Infine l'ultima pagina Settings contiene varie informazioni sullo stato dell'interfaccia (temperatura, velocità ventola di raffreddamento) e permette alcune modifiche al display e ai peak hold/over hold sui meter. Nella finestra degli output, cliccando sul tasto Show Trims è possibile aggiustare in modo molto preciso il livello di uscita del segnale su ogni singola linea, di +/- 2 dB. Questa operazione è possibile anche direttamente dal touch screen, nella pagina degli Output Level.
Symphony Control Software
Questa nuova applicazione per Mac sostituisce in toto la precedente versione Maestro 2, riprendendone tutte le funzioni e aggiungendone di nuove come la funzione talkback e il mixer FX send (Maestro 2 non era dotato di effetti), oltre ad un'interfaccia più semplice e altamente personalizzabile. In più è ora possibile utilizzare due Symphony mkII (arrivando a un totale di 64 I/O) e integrare nel sistema il remote controller Apogee Control, grazie al supporto multi-card.
Questa applicazione è composta da quattro finestre principali:
- Essentials: contiene i controlli per gli input channel e per il monitoring e può essere posizionata sia in orizzontale che in verticale.
- Primary: divisa in quattro sezioni più la finestra di Mix.
- Tool Bar: permette di nascondere o visualizzare le altre finestre
- System Sidebar: gestisce le impostazioni generali di registrazione
- Device Sidebar: modifica le impostazioni della/e interfaccia/e collegate
- I/O: gestisce tutte le funzioni e i parametri relativi agli input e output dell'interfaccia audio in uso
- Mix: da qui è possibile gestire tutti i livelli dei vari canali e delle mandate effetto, con quattro finestre di mix controllabili separatamente
- Hover Help: cliccando su questa finestra e posizionando il cursore su una qualsiasi funzione di Symphony Control Software appare un menù di aiuto molto utile
- Remote: è una finestra creata appositamente per interfacciarsi con il controller remoto Apogee Control e poterlo così editare a proprio piacimento, assegnando le funzioni desiderate al pulsante che riteniamo più adatto
Routing
È importante partire specificando che la versione di Symphony che sto provando è la 8x8 Thunderbolt, quindi il numero di I/O disponibili è assai limitato rispetto alle varie espansioni che è possibile installare semplicemente sostituendo il modulo 2 nel pannello posteriore. Nella modalità 8x8 sono disponibili 18 in e 20 out, per la precisione 8x10 I/O analogici e 10x10 I/O digitali.
Sostituendo il modulo 2 con il modulo 8x8 aggiungiamo altri 18 input/output: 8 analogici e 10 digitali, per un totale di 36x38 I/O.
Sostituendolo invece con il modulo 16x16 arriviamo sempre a 36 in e 38 out, ma disporremo di più ingressi e uscite di tipo analogico rispetto a quelle digitali, che in questo caso saranno solo 12 in input e 12 in output.
Symphony Control Software rileverà in modo automatico questi diversi setting e tutti gli I/O saranno visibili, ovviamente a seconda della frequenza di campionamento scelta. Per eventuali approfondimenti sul funzionamento di Symphony Control Software riguardo al routing, vi invito a leggere l'articolo relativo ad Apogee Ensemble Thunderbolt, poiché il principio è esattamente identico. È importante ricordare che praticamente tutte le operazioni possono essere eseguite anche direttamente dal touchscreen e che Symphony Control Software non è indispensabile se non per avere un ascolto a latenza zero, poiché esclude la DAW dal processo di monitoring. Tuttavia, a conti fatti, vi posso assicurare che anche passando dentro la DAW, in un sistema Thunderbolt, la latenza è talmente bassa che sfido chiunque a percepirla se si registra con un buffer basso (massimo 128 sample, ma anche a 250 è appena percepibile).
In prova
Onestamente sono molto combattuto su una semplice questione: Apogee Symphony mkII suona benissimo. Nulla da eccepire in merito alla qualità di riproduzione: una dinamica incredibile, una risposta in frequenza linearissima con delle basse precise, rotonde e percepibili in ogni particolare.
Mi sono accorto per esempio che ascoltare una linea di basso attraverso questa interfaccia è un'esperienza che ti fa notare cose che non avevi mai sentito: ogni nota è precisa, mai impastata con il resto del mix e anche i rumori e suoni più nascosti vengono fuori con una intellegibilità che ha poco da invidiare a un sistema totalmente analogico. Non parliamo della musica classica o jazz: è proprio qui che potrete sfruttare al massimo la trasparenza di Symphony, che mi sembra molto adatta anche a un ascolto Hi-Fi di alto livello. In fase di produzione, i convertitori e i preamplificatori sono una garanzia di trasparenza e musicalità, mentre il D/A suona molto bene, superando in dettaglio e precisione molti convertitori concorrenti. La sua qualità è così elevata che occorrono orecchie molto esperte per non perdersi in tutti i particolari che sono messi in luce e che attirano l’attenzione molto più di altri convertitori. Per ciò che riguarda la semplicità d'uso e la versatilità ha veramente poche rivali.
Conclusioni
Apogee Symphony MK II è un convertitore molto flessibile, modulare e ben ingegnerizzato, che merita di entrare negli studi dove la musica si registra e si produce per cercare emozioni in ogni dettaglio. È il convertitore più musicale che abbiamo mai sentito, adatto a esaltare il ruolo degli strumenti musicali classici. Consigliatissimo per chi si occupa di musica jazz, classica, fusion, swing, soul (e simili) per la sua inclinazione musicale, ma non c’è campo dove non possa dire la sua e dare risultati esaltanti. Il prezzo preclude i dilettanti e i principianti del mestiere, ed è meglio così: sarebbe come dare in mano una Ferrari da 400 cavalli a un neo-patentato.
PRO
Dinamica
Trasparenza
Conversione D/A
Semplicità d'uso
8 insert
4 convertitori A/D
CONTRO
Cavo Thunderbolt non incluso
INFO
SYMPHONY I/O MK II 2X6 SE THUNDERBOLT | 2.999,00 |
SYMPHONY I/O 8X8 MKII THUNDERBOLT | 3.699,00 |
SYMPHONY I/O 16X16 MKII THUNDERBOLT | 4.799,00 |
SYMPHONY I/O 8X8 + MP MKII THUNDERBOLT | 5.299,00 |
SYMPHONY I/O MK II 2X6 SE PTHD | 2.999,00 |
SYMPHONY I/O 8X8 MKII PTHD | 3.699,00 |
SYMPHONY I/O 16X16 MKII PTHD | 4.799,00 |
SYMPHONY I/O 8X8 + MP MKII PTHD | 5.299,00 |
SYMPHONY I/O 8X8 MKII SOUNDGRID | 3.699,00 |
SYMPHONY I/O 16X16 MKII SOUNDGRID | 4.799,00 |
SYMPHONY I/O 8X8 + MP MKII SOUNDGRID | 5.299,00 |
SYMPHONY I/O CHASSIS MKII THUNDERBOLT | 1.999,00 |
SYMPHONY I/O CHASSIS MKII PTHD | 1.999,00 |
SYMPHONY I/O CHASSIS MKII SOUNDGRID | 1.999,00 |
MODULO 2 ANALOG IN E 6 OUT + AES/OPTICAL I/O SE | 1.899,00 |
MODULO 8 ANALOG I/O + AES/OPTICAL I/O MKII | 2.499,00 |
MODULO 16 ANALOG IN E 16 ANALOG OUT MKII | 3.599,00 |
MODULO 8 MIC PREAMP | 1.699,00 |
Gli esempi audio sono stati realizzati usando esclusivamente i preamplificatori di Apogee Symphony MK II e il microfono Aston Origin