BETTERMAKER È ENTRATA NEL SETTORE AUDIO PRO CON UN EQUALIZZATORE ANALOGICO CHE HA LA POSSIBILITÀ DI SALVARE I PRESET. UN CONCETTO INEDITO CHE HA AVUTO FORTUNA, SOPRATTUTTO PER LA GRANDE QUALITÀ TIMBRICA E PER I RISULTATI
EQ 232P MK II è un equalizzatore stereo con funzionalità Mid/Side nato per avere una grandissima flessibilità sonora e un timbro caratteristico, unico tra tutti gli eq sul mercato. Ognuno dei due canali può contare su un HPF a 24 dB/Oct variabile da 18 a 200 Hz, un primo eq parametrico da 45 a 1000 Hz con gain +/- 15 dB e Q variabile da 0,2 a 3, un secondo eq parametrico con funzionalità identica al primo ma con frequenze tra 650 Hz e 15 kHz, e una sezione stereofonica in stile Pultec con filtro low shelving per le basse con frequenze selezionabili di 20, 30, 60 e 100 Hz, un high shelving con frequenze di 3, 4, 5, 6, 12 e 16 kHz e un High Cut con frequenze selezionabili di 5, 10, 20 kHz a 6 dB/Oct. Le connessioni audio prevedono due ingressi XLR e uscite bilanciate elettronicamente a 200 Ω, duplicate per avere un output alternativo. È presente un clip detector internamente. EQ232P MKII ha un range dinamico di 106 dB con rapporto segnale rumore di 104 dB e sopporta fino a +24 dBu in ingresso e uscita bilanciata. Se già il progetto è unico nel suo genere, unendo filtri, eq parametrici e sezione Pultec, con possibilità d’uso in Stereo, Dual Mono o Mid/Side, l’eq di Bettermaker stacca gli altri eq analogici grazie alla possibilità di connessione via USB al computer utilizzando un plug-in AU, VST, RTAS e AAX per il recall dei preset e le automazioni. I 399 preset sono memorizzati in una EEPROM che li conserva anche a macchina spenta.
HARDWARE E CONTROLLI
Una grande attenzione è stata posta dal costruttore per isolare le diverse schede analogiche e digitali, prevedendo anche un’alimentazione separata per la parte analogica rispetto alla scheda digitale. Alla base dell’alimentazione analogica c’è un classico trasformatore toroidale: niente alimentatore switching qui. Il pannello frontale ospita i controlli rotativi che sono in realtà dei digital encoder, sensibili alla velocità di rotazione e in grado di inserire valori a step di 0,1 dB. La ghiera che circonda l’encoder rappresenta, visivamente, il modo più veloce per individuare il valore attuale inviato o controllato dal plug-in. Il pannello frontale ospita, sulla sinistra, il pulsante di accensione e i pulsanti per l’attivazione delle singole sezioni, indicata dal relativo LED: è possibile inserire separatamente il filtro HPF, EQ 1, EQ 2 e la sezione Pultec. Il pulsante Engage funziona come bypass e quello A/B permette di confrontare due impostazioni differenti, anche senza salvare il preset relativo. Sono stati previsti due LED per indicare il clipping interno, sia per segnali troppo elevati in ingresso che per eccessivi boost che possano esaurire l’headroom. Arriviamo ai controlli delle sezioni: il primo encoder che si incontra è quello per il filtro HPF. La sezione alla destra include i controlli per EQ 1 e 2 (gain, frequenza e ampiezza di banda). Ogni EQ ha due encoder per gain e frequenza e due pulsanti per scegliere altrettante ampiezze di banda che possono essere programmate da un minimo di 1/5 di ottava a un massimo di 3 ottave. La sezione Pultec occupa l’ultima parte, organizzata in tre sezioni (Low, High e ampiezza di banda). La sezione Low ha un solo pulsante per la scelta della frequenza con controlli separati di Boost e Atten, mentre la sezione High dispone di due frequenze selezionabili, per ognuna delle quali è possibile utilizzare un Boost o un Cut. Il controllo di Bandwith agisce solo per la sezione High. L’ultima sezione del pannello è dedicata al richiamo del preset, alla connessione USB e alla modalità di collegamento dei due canali tra stereo, dual mono o M/S con il pulsante Ch. Da notare che in modalità Mid/Side e split mode, il primo canale di equalizzazione EQ1 lavorerà sulla parte Mid, mentre EQ2 sarà applicato al Side, lasciando però la sezione Pultec solo sul segnale stereo.
IN PROVA
Ho provato questo equalizzatore in fase di mix e mastering, mi ha stupito e soddisfatto appieno. È un equalizzatore molto potente, che permette di agire in modo molto invasivo e importante sul segnale. Non è mai il classico equalizzatore gentile che ci si aspetta in uno studio di mastering, ma piuttosto un energico e potete eq capace di stravolgere il segnale. Torna molto utile quando è necessario intervenire in modo importante su un mix, con risultati nettamente udibili. Andiamo nello specifico. Gli equalizzatori parametrici EQ 1 ed EQ 2 sono la parte più moderna e trasparente dell’unità; qui si ha solo la possibilità di avere un filtro a Q e si può decidere la larghezza della campana boost/cut. Nelle frequenze medie, gli eq lavorano abbastanza bene, in modo trasparente, ma non mi hanno dato particolare soddisfazione sul trattamento del segnale stereo. Questa sezione diventa invece uno strumento molto potente in modalità M/S in cui si ha la possibilità di stravolgere e intervenire in maniera anche pesante sul mix, ma sempre in modo credibile e mai con risultati artificiali. La sezione ispirata al Pultec è la parte più impressionante dell’eq, in special modo nella zona delle basse: quando si va a fare un boost/cut contemporaneo, si riesce e ridisegnare la curva con un dettaglio e una solidità uniche, mai sentite in nessun altro eq in stile Pultec, davvero impressionante! La parte alta della sezione Pultec è ariosa e musicale, ma un po’ spigolosa rispetto al mitico eq a cui si ispira. Tutte queste peculiarità assieme all’opportunità di gestire la macchina come un normale plug-in direttamente dalla DAW, porta EQ232P a essere l’esempio di come sarà, o è già, l’equalizzatore hardware del futuro prossimo. Si può usare con grande profitto in fase di mix o sul bus, mentre in mastering diventa un’ottima scelta quando si cerca un timbro di carattere, non trasparente, molto musicale e con possibilità di intervento che vanno oltre al classico equalizzatore parametrico.
CONCLUSIONI
EQ232P è la scelta giusta quando si desidera apportare modifiche importanti e udibili, ma senza mai inserire artefatti o colori artificiali che darebbero poca credibilità al suono finale. Si presta bene a generi elettronici e tutto ciò che deve suonare in modo loud con una curva loud. La sua musicalità è tale che l’applicazione dell’equalizzazione passerà inosservata alle orecchie dell’ascoltatore finale, ma, in un confronto tra prima e dopo l’equalizzazione, il suo lavoro sarà sempre molto evidente. Non c’è un altro equalizzatore simile sul mercato, che abbia una flessibilità e una potenza tale. Siamo nel futuro.
PRO
Controllo digitale tramite plug-in
Basse frequenze scolpite e solide
Possibilità di lavorare in M/S
CONTRO
Assente un controllo di livello di output