Chandler ha conquistato in brevissimo tempo lo status di produttore di outboard di qualità, coloratissimo e vintage. Ora incontra il formato API per il suo preamplificatore al germanio. Con un circuito che sarà una sorpresa
Mentre la serie TG rimane riservata al sound dei prodotti EMI, con un costo ben differente, la serie Germanium è nata per offrire prodotti di qualità e molto colorati, con una personalità spiccata. Non c’è al mondo un’altra serie che sia così identificabile come suono, spesso associato ai benefici della valvola ma senza effetti collaterali sui transienti. Il preamp/DI che andiamo a provare trova la sua collocazione naturale accanto agli API 512c e in tutti i rack API compatibili.
Hardware e controlli
Si comincia con il selettore a dieci posizioni Elma per il controllo del Gain, a step di 3 dB, con range da -5 dB (da -15 dB con Pad inserito) a +65 dB con Feedback a livello massimo. Il preamp è controllato dal Feedback. Quando Gain e Feedback son o a 0, il livello di gain è pari a +10 dB. Lasciando il Gain a 0 ma aumentando a 10 il livello di Feedback, otteniamo un gain di +40 dB. È questo uno dei trucchi di Chandler per cambiare il timbro: controllando la quantità di feedback negativo che rientra nel circuito di preamplificazione è possibile modificare la quantità di distorsione armonica, la risposta in frequenza e la stabilità del preamplificatore.
Ciò che si percepisce quando è assente il feedback negativo è una maggiore risposta dinamica del preamplificatore, che lascia meno legato il suono, ma anche una certa instabilità nel gain, che porta a comportamenti non lineari e corrisponde a un’amplificazione maggiore del previsto per i picchi. Portando il Feedback a valori alti, il 500 perde linearità nella risposta in frequenza, con una maggiore quantità di basse e un roll off sulle alte, incrementando la distorsione armonica e diventando più imprevedibile nell’amplificazione. Gioca un ruolo importante il Pad: inserendolo è possibile incrementare il livello di Drive e arrivare a modifiche timbriche importanti caricando gli elementi al Germanio.
L’ultimo controllo è Thick, uno switch che modifica l’equalizzazione del timbro incrementando il contenuto in bassi. Non manca lo switch per i 48 Volt e l’inversione di fase, che inverte la polarità dell’uscita audio. La scelta tra ingresso microfonico XLR e D.I. sbilanciato (utile anche per segnali Line) avviene attraverso uno switch, senza quindi dover scollegare uno dei due ingressi. L’hardware è essenziale: trasformatore d’ingresso e uscita, due relè e la fusione completa dei circuiti in un blocco di plastica, da cui esce solo un trimmer. Se Chandler voleva tenere nascosti i circuiti c’è riuscito! Il peso è considerevole.
L'analisi
Data la connotazione del 500, che troverà spazio nei rack API, ci siamo chiesti quale fosse la risposta in fase rispetto a un API 512. Il risultato è una lievissima apertura di pochi gradi sopra i 2 kHz, che aumenta con la frequenza. Molto più interessante il comportamento del Feedback e del gain per la distorsione armonica. Il nucleo centrale è il gain, da cui aggiungere o togliere distorsione armonica. Entrando con un segnale a +4 dBu, con Feedback a 0, abbiamo un guadagno di qualche decimo di dB fino al valore 5, oltre il quale compaiono la distorsione armonica e il clipping. Per incrementare il guadagno, occorre a questo punto agire su Feedback.
Lasciando a 5 il gain, recuperiamo ben 22,4 dB di guadagno tra i valori 0 e 1,5 di Feedback, una corsa decisamente molto breve prima di arrivare alla fine dell’headroom del 500, e quindi alla comparsa di distorsione. Inserendo Thick, occorre ridurre di 2 dB il guadagno, abbassando Feedback per evitare il clipping. Ovviamente riducendo il gain si può aumentare Feedback, fino ad arrivare a 7 con 0 di Gain. Il livello massimo di uscita, misurato su LunchBox API Model 6B, è pari a circa +23 dB prima del clipping.
In prova
La ragion d’essere di Chandler 500 è la colorazione vintage del suono. Si torna indietro negli anni ’60 e ’70, con un evidente intervento nel bilanciamento della risposta tra dinamica ed equalizzazione. Il 500 ha un suono sempre compatto, a volte sembra quasi compresso. Si tende a perdere la parte alta dello spettro non per mancanza di definizione, ma per un carico di medio bassi che è evidente e che, soprattutto, è ulteriormente incrementato con Thick, che sembra fatto apposta per i bassi e per le voci maschili. Anche la cassa della batteria assume colorazioni differenti, con un suono più d’impatto che lascia però sul campo le punte più alte dei transienti. Il 500 sembra un preamp adatto a dare corpo e disegnare una dinamica più rotonda. Siamo molto lontani da realizzazioni a stato solido dove i particolari sono esaltati ma anche un po’ vetrosi.
Come per tutta la serie Germanium, anche questo preamp potrebbe essere scambiato per valvolare, con la differenza che sulle voci, per esempio, non sono dipinte quelle distorsioni che tendono a contrastare il dettaglio. Veramente stupefacente Thick: su casse elettroniche e bassi elettronici crea una coda sulle frequenze sotto i 100 Hz che riempiono così l’ambiente e sparano in faccia. È in assoluto la funzione più interessante di questo preamplificatore, che lo farà diventare l’arma vincente di qualsiasi brano Dance, Hip Hop, Rap o Rock in cui con i bassi si vogliano dare pugni nello stomaco agli ascoltatori. Eccelle anche in fase di mix, qualora occorra disegnare un basso, una cassa o un pavimento di bassi che sia sterile. Thick non è un equalizzatore, sebbene ci sia un minimo di torsione di fase che non ha significato, e agisce maggiormente sul gain delle frequenze sotto i 200 Hz, sopra le quali diventa praticamente ininfluente sul suono.
Garantiti i risultati, ma attenzione a non eccedere. L’altro campo d’uso è la chitarra elettrica, clean o distorta, dove un 500 è in grado di regalare emozioni personali e nuove, essendo questo un suono che può essere raggiunto solo con outboard vintage di grande qualità e introvabile. Se è il Rock più vero che vi scorre dentro, un Chandler 500 è un’ottima scelta. C’è una compressione generale del suono che aumenta con valori di Feedback elevati, confermando quanto riportato nella descrizione. L’effetto di compressione non è adatto per riprendere overhead o ambienti, perché tende a scurire e a non rappresentare tutti i dettagli microscopici dell’ambiente. La dimostrazione è anche nel Crest Factor, che risulta più limitato nel 500 rispetto ad altri preamp trasparenti.
Questo fatto aiuterà molto in fase di mix, perché il suono del 500 ha un livello RMS più alto rispetto a un preamp a stato solido. Da notare anche una certa instabilità dei circuiti, per cui il guadagno a volte diventa imprevedibile e tende a svilupparsi più del previsto sui transienti, creando sorprese sui convertitori digitali che lo stanno riprendendo. Un limiter è indispensabile per registrare in sicurezza il 500. C’è qualcuno che si chiede quale sia la differenza tra 500 e API 512? Siamo sempre in territori colorati, ma l’API dimostra una maggiore prevedibilità nello sviluppo della dinamica e medi omogenei, rotondi e più presenti.
Il 500 è più rude e sporco come suono, più spinto sulle basse e più colorato. Sono due preamplificatori differenti, ma di pari dignità nel Rock e nel Pop. Più universale il 512, più caratteristico ed esclusivo il 500. Difetti? Avremmo voluto avere una corsa differente per Feedback e un LED che ne segnalasse funzionamento e livello.
Conclusioni
Chandler approda al formato API con un’idea vincente: un preamp molto colorato, adatto ai musicisti più rock, diverso da tutti gli altri e maledettamente vintage come suono. La funzione Thick è la sua arma segreta, in grado di trasformarlo anche in un tool eccellente per il mix qualora si voglia sprofondare nei bassi senza avere problemi di fase. Il 500 conferma quanto sappiamo della serie Germanium e si appresta a essere un’addizione importante per tutti i rack API del mondo. L’epopea Chandler continua.
PRO
Suono colorato e nuovo
Thick eccellente per bassi
Formato API
CONTRO
Non aperto sulle alte
Corsa di Feedback troppo breve
Nessun led di funzionamento
Nessun metering
Articolo pubblicato nel in agosto 2009