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Test: Dangerous Music D-Box, quello che non ti aspetti


Nata nel 1992 come azienda dedicata allo sviluppo di hardware per studi di mastering, ha avuto un successo mondiale grazie all’intuizione del sommatore analogico

Il famigerato Dangerous 2 Bus ha inventato un nuovo segmento di outboard, confermando che l’analogico non era morto con le DAW e, anzi, poteva tornare molto utile e interessante per finalizzare un mix. Da lì è partito tutto. Noi abbiamo voluto provare il suo ultimo prodotto, in ordine di arrivo e di prezzo. La domanda che ci siamo fatti è stata semplice: a cosa serve e come suona?

Benvenuti nello studio moderno

D-Box, in una sola unità rack, riunisce un sommatore analogico a otto canali, un monitor controller per due coppie di monitor, un convertitore DA, un sistema completo di Talkback e due uscite cuffie. Non ci sono possibilità di offset o tarature per ingressi e uscite audio: la scelta è stata quella di fornire un outboard pronto all’uso per un project studio, usando tuttavia gli standard propri degli studi professionali. L’elevato livello delle uscite cuffie permette l’uso di un mixer passivo per alimentare più cuffie senza perdita di segnale. Il microfono di Talkback è incorporato.

Hardware

Le connessioni includono un ingresso jack TRS usato per chiudere il circuito, con un pedale switch o un interruttore, per attivare il Talkback, un ingresso stereo analogico XLR bilanciato a +4 dBu o -10 dBV da inviare alla sezione monitor, la connessione D- Sub in standard Tascam per gli otto ingressi bilanciati per il sommatore, di cui i canali 7 e 8 dotati di controllo di pan sul pannello anteriore. Seguono due ingressi AES/EBU (accettano segna- li S/PDIF), di cui uno dei due da selezionare per la sezione monitor, un’uscita stereo XLR bilanciata per il sommatore e due coppie di uscite audio bilanciate per le coppie di monitor. L’alimentatore è uno switching XP Power HUP45-32 con uscite a + 5 V e +/-15 V.

In termini di specifiche, il sommatore ha una risposta in frequenza che va da 1 Hz a 100 kHz entro 0,1 dB, crosstalk di -97 dB, THD+N inferiore a 0,003%, rumore a -89 dBu e livello massimo d’ingresso di +27 dBu. La sezione monitor ha identica risposta in frequenza ma con THD+N <0,002%, crosstalk <-101 dB, rumore <-92 dBu e livello massimo d’ingresso di +26 dBu. Il convertitore DA lavora con frequenze di campionamento da 30 kHz a 100 kHz.

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Layout

Il layout di D-Box è un esempio di ingegneria moderna con componenti MSD tutti di alta qualità. Ognuno degli otto canali del sommatore e i due Analog In utilizzano un THAT 1246 (compatibile con gli AD SSM2143 o i BB INA137), amplificatore differenziale per segnali bilanciati con Slew Rate di 12V/μsec. La sezione degli ingressi analogici impiega anche 11 operazionali BB OPA 134UA, con Slew Rate di 20 V/μsec, tra i migliori operazionali in commercio, e cinque relè.

Il convertitore DA è basato su un AD 1854JRS, che supporta fino a 96 kHz 24 bit, con 113 dB di dinamica (garantiti da due operazionali BB OPA134UA), i cui dati digitali sono ricevuti da un Cirrus Logic 8416-CSZ, usato co- me ricevitore digitale AES/EBU S/PDIF fino a 192 kHz, clockato a un CMX-309FL da 11,2896 MHz. Presente anche un micro- controller. Le uscite audio, compreso il Summing Out, sono gestite da driver THAT 1646, con Slew Rate di 15 V/μsec, rumo- re in uscita di -101 dBu e massimo livello d’uscita di +27,5 dBu. Le due uscite cuffia sono pilotate da due amplificatori da 30 W LM4765T. Non ci sono condensatori sulle linee audio, scelta voluta per mantenere intatti i transienti.

I quattro trim interni servo- no per l’Unity Gain del sommatore e della sua uscita.

Operatività

Le due uscite cuffie, con controlli separati di livello, sono alimentate dal segnale scelto da Input Select, tra Sum (il sommatore), Analog (ingresso stereo analogico), DAW (primo ingresso digitale) o CD (secondo ingresso digitale). L’ingresso selezionato è sempre indirizzato anche alle due coppie di uscite monitor, e normalmente è possibile scegliere un solo ingresso alla volta. A fianco troviamo il piccolo microfono di Talkback con il suo livello per le cuffie. A seguire c’è il gruppo di pulsanti Function, con TB per attivare il Talkback e inviare il microfono alle cuffie, Mono per la somma monofonica del segnale ai monitor e Alt Speaker per scambiare la coppia di monitor collegati.

Se si premono velocemente funzionano da interruttori, mentre se si tengono premuti per più di un secondo, al rilascio si disabilita anche la funzione, molto utile per il Talkback. Dopo i pulsanti d’ingresso, troviamo il potenziometro per il livello del sommatore, che va da -12 dB a +12 dB, con il punto 0 a ore 12. L’utilità di Sum Output è legata alla ricerca del livello ottimale d’ingresso del convertitore AD che registrerà questo segnale.

I led sopra i due controlli di Pan dei canali 7 e 8 indicano solamente la presenza di segnale agli otto ingressi del sommatore. L’ultimo controllo è il Volume per le uscite monitor. Ci sono infine due opzioni richiamabili premendo contemporaneamente Mono e Alt Spkr: la prima permette di combinare, in mix sulle uscite monitor e cuffia, i due ingressi analogici di Sum e Analog assieme a uno dei due ingressi digitali, la seconda incrementa il livello d’ingresso Analog In di 11,7 dB per accogliere un segnale consumer da -10 dBV, così da riportare il livello a + 4dBu.

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Il test in studio

Abbiamo messo alla prova D-Box in una situazione reale. Ci arriva un pezzo composto di otto stem, dove ogni traccia è già stata processata e suona, purtroppo, al limite degli 0 dBFS: basso mono, drum stereo, chitarra stereo, due tracce mono di chitarra, due tracce stereo di voci. Dobbiamo ricavare il nostro mix stereo e decidiamo di dimenticarci le regole. Lavorando su Pro Tools 8 HD, assegniamo a tutte le tracce le uscite 1 e 2 della 192, senza alcuna modifica dei livelli. In altre parole, stiamo sovraccaricando il bus stereo, come succede comunemente a chi non controlla i livelli o non conosce la struttura del gain o, peggio ancora, cerca fin dal mix stereo il massimo livello possibile.

Eseguiamo il bounce e, come prevedibile, il file audio risulta clippato ma senza distorsioni udibili, grazie all’algoritmo di bounce, caratteristica presente su molte altre DAW che mascherano il sovraccarico. La forma d’onda che risulta è quella tipica di file audio normalizzati al limite dello 0 dBFS o, meglio, con una quantità di distorsione digitale incredibile, cui purtroppo siamo abituati. Da nota- re che, nonostante l’evidente clipping, non si apprezza alcun glitch o click digitale. Il suono è duro, schiacciato, senza sensazione di tridimensionalità, senza spazio. In pochi secondi annoia l’ascoltatore, anche se il primo impatto è di forte intensità. I primi secondi di silenzio delle tracce sono ora rumorosi, grazie alla somma in bounce.

A questo punto introduciamo il sommatore: dividiamo i canali in modo da assegnare le tracce mono ai canali 7 e 8 di D-Box che, con il Pan, ci permettono di mantenere al centro le tracce mono. I primi sei canali di D-Box sono impostati con pan a destra e sinistra in hardware.

Record

Per non farci mancare niente, non tocchiamo alcun livello delle tracce in uscita da Pro Tools e dalla 192, mentre registreremo il segnale di somma analogica del Sum Out con il Prism ADA8XR, sempre a 44,1 kHz e 16 bit. Il Prism detta il clock alla 192, la quale riceve i due canali Prism dagli ingressi 9- 10 in AES/EBU. Impostiamo a +24 dBu la sensibilità in ingresso dei due canali sul Prism, facciamo partire la song e modifichiamo il segnale d’uscita del sommatore, con Sum Output, in modo tale che il livello massimo sia di -4 dBFS.

Assicurandoci di valutare, dalla visualizzazione della forma d’onda, che non ci siano punti di clip. Come sospettavamo, il Sum Output è posto a ore 9, cioè con un valore in uscita più basso per non saturare il convertitore. Cominciamo la registrazione e confrontiamo: il bounce, nei primi cinque secondi di silenzio, mostra un chiaro rumore al confronto di quello registrato da Prism, che è completamente silenzioso. Ovvio: in digitale si sono sommati tutti i valori di bit inferiori delle tracce, creando dati a sufficienza per generare rumore, mentre passando dal sommatore abbiamo avuto la necessità di ridurre il livello d’uscita e, di conseguenza, abbiamo guadagnato sul rapporto segnale rumore, cioè in dinamica.

Sempre usando D-Box come monitor controller per la coppia di PMC e Genelec, impostiamo le due tracce in modo che siano allineate. Invertiamo la fase del bounce di Pro Tools così da trovare, riproducendo sia il bounce sia la traccia del sommatore, il punto di annullamento del basso, ossia quello dove le due tracce sono più vicine nel livello. Ovviamente la differenza è percepibile, perché la distorsione digitale del bus ha prodotto una serie di armoniche medio alte che sono ascoltate come se il pezzo fosse privo di bassi.

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Somma

Anche qui ci si aspetta quello che sappiamo esserci: la traccia del sommatore toglie le frequenze corrette dalla traccia di bounce invertita in fase, e ciò che rimane sono le classiche sibilanti vetrosissime, la granulosità digitale e la piattezza dinamica. Il bilanciamento ci porta a ridurre il bounce di 9 dB rispetto alla traccia del sommatore. A questo punto, tolta l’inversione di fase, il confronto è ad armi pari e terribilmente impietoso: D-Box contro bounce (creato in modo sbagliato ma purtroppo spesso è così) vince dieci a zero. Le chitarre hanno tutto l’attacco e la rotondità delle tracce originali, la voce ha sibilanti naturali e suona vera, dinamica e dettagliata, il basso e la cassa picchiano e sono una base marmorea.

La profondità degli ambienti è completamente conservata, facilmente descrivibile. Ciò che impressiona maggiormente gli ascoltatori è la sensazione di analogico che rende il suono caldo e naturale. Nessuno vuole più tornare sul bounce. I risultati sono percepiti da chiunque e, non ultimo, il Crest Factor della forma d’onda che si registra dal sommatore è perfetto per tutte le applicazioni di mastering successive, a differenza del bounce, che è compromesso per operazioni importanti.

Venendo al convertitore e alla sezione di monitor controller, lo abbiamo messo di fianco al Prism ADA8XR e all’Avocet di CraneSong, per renderci immediatamente conto che la qualità di D-Box è sorprendente per il prezzo cui è proposto. Il convertitore DA è molto al di sopra delle schede audio multicanale di medio livello: ha un’immagine tridimensionale corretta, una bella estensione in frequenza e una risposta dinamica completa, senza mai essere harsh o problematico. Rispetto al Prism c’è qualche minima incertezza nella prima ottava e sull’estremo delle frequenze, che si coglie non come instabilità ma come limite di risposta.

DA

È un DA inseribile tranquillamente in uno studio professionale. Mettere il D-Box nel classico project studio, basato su scheda audio multicanale e DAW, equivale a liberare la potenza dei monitor, trovare quelle basse piene e quelle alte cristalline e mai ruvide che fanno immediatamente la differenza in qualsiasi decisione, anche in fase di mix. In altre parole, una D-Box permette di lavorare molto più velocemente e in sicurezza. Naturalmente, parte dell’equazione si deve anche alla qualità del routing analogico, davvero trasparente e silenzioso, senza crosstalk evidente.

L’impiego di relè ha permesso la totale assenza di click. L’unico prezzo da pagare è il suo rumore quando si preme il pulsante. Eccellente l’aggancio del segnale digitale, senza nessuna sbavatura o rumore particolare. Venendo ai particolari, ci è mancato un controllo per gestire l’offset del livello di una delle due coppie di uscite monitor, che è pre-impostato e senza possibilità di modifica. Non ci sono jumper interni. Ottimo il livello d’uscita delle due cuffie: quella potenza diventa utile con un distributore passivo per cuffie. Bella anche l’idea di inserire il microfono, sebbene il formato rack costringa a sacrifici per tenerlo il più vicino possibile.

L’ingresso per pedale (va bene anche quello di una tastiera) può alleviare le difficoltà. Abbiamo trovato utilissimo il duplice comportamento dei pulsanti Function, molto adatto per interventi di confronto al volo e per il Talkback. D-Box si candida davvero come front end analogico per DAW, portando i vantaggi dell’analogico trasparente e di qualità. Non è questo il sommatore per colorare profondamente il suono, ma neanche vuole esserlo. Ciò che si ottiene è un suono rotondo, preciso, profondo e naturale, senza i difetti di progetti hardware poveri e senza una colorazione apprezzabile.

Conclusioni

In un mondo perfetto, ogni traccia audio è registrata al meglio e il mix ITB sulla DAW è creato conoscendo la struttura del gain e conservando headroom digitale per la somma finale. Per arrivare a questi risultati è richiesta una catena audio analogica e digitale di prim’ordine, dove i convertitori siano di eccellenza. È una situazione riservata di solito agli studi professionali con fonici di grande esperienza. E per tutti gli altri? Chiunque abbia problemi a finalizzare un mix, o voglia arrivare in un solo passaggio a risultati di eccellenza, può optare per un sommatore che, in sol colpo, elimina i problemi di headroom della DAW, garantisce l’integrità timbrica e dinamica, e fornisce un mix finale di qualità.

Il sommatore diventa elemento necessario per velocizzare il lavoro in mix e per cancellare una serie di potenziali problemi che si scoprono solo al termine. Se a questo aggiungiamo un convertitore DA di ottima qualità e un sistema di monitor controller otteniamo D-Box. Esistono in commercio monitor controller più flessibili di questo, ma è chiaro che Dangerous ha preferito puntare sull’essenzialità senza accettare compromessi per i risultati audio. In un sol colpo risolve tre problemi tipici di un project studio, con una qualità destinata, fino a oggi, a prodotti professionali di ben altro prezzo

PRO

Convertitore DA

Sommatore trasparente

Monitor controller affidabile

CONTRO

Nessun offset dei livelli

I led non indicano il sovraccarico dei circuiti

Assenza di metering

Nessun interruttore d’accensione

 

Articolo pubblicato nel settembre 2009