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Test: Ik Multimedia Modo Bass, il basso protagonista!

Rapporto qualità/prezzo9
Suono9
Facilità d'uso8
8.7

Una novità imperdibile che sottolinea ancora una volta la sensibilità musicale e l'attenzione verso un mercato sempre in evoluzione del marchio di bandiera Ik Multimedia. In un panorama dove i nomi più blasonati producono orchestre e pianoforti virtuali, Ik ci riporta alla realtà dedicando tutte le sue attenzioni a uno strumento portante e spesso trascurato: il basso!! 

E dopo la sorpresa di AmpliTube 4 che ha portato le produzioni Ik Multimedia a una fase nuova e di altissimo livello tecnologico, ecco arrivare come un fulmine a ciel sereno un virtual instrument inaspettato che restituisce giusta dignità e importanza a uno strumento spesso relegato in secondo piano ma che determina (spesso inconsapevolmente) il sound in un’intera produzione. Un buon suono di basso, specie in produzioni pop e rock, è la garanzia di un mix stabile, di un sound rotondo e pieno; ma un buon basso (suonato!) ha miriadi di sfumature che vanno dal noise della corda sul manico al timbro più o meno brillante delle singole corde. Un basso MIDI è, e rimane, una tastiera che riproduce basse frequenze, ma non sarà mai una parte di basso. Con Modo Bass, per la prima volta le cose cambiano (precisiamo che la versione attualmente in uso per il test è una preview della versione Beta, quindi con alcuni parametri ancora non perfettamente stabili ma di cui non terremo ovviamente conto trattandosi di una versione ancora non completa).

 

Figura 2

Panoramica generale

La grande novità discende da una scelta iniziale importante ovvero quella di non pensare a un sistema a campioni; Modo Bass non è una libreria di sample controllata via MIDI ma un virtual instrument a modelli fisici. Parliamo di un software snello e dalle dimensioni ridotte, 150 Mb circa di installer (nella versione Mac) per uno spazio totale richiesto di poco più di 200 Mb. Anche i requisiti di sistema sono minimi se paragonati a quelli richiesti da altri virtual instrument odierni: processore Intel Core Duo e 4 Gb di Figura 1RAM sia per la versione Mac che Windows. Il contenuto del pacchetto si rivela invece abbastanza sostanzioso pur nella sua leggerezza: 12 modelli di bassi (ricreati i modelli storici da Rickenbacker a Fender Jazz e Precision senza dimenticare Ibanez e molti altri), 20 pickup tra attivi e passivi (anche con opzione piezo), sette stomp box e due amplificatori. Una dotazione che per uno strumento come il basso consente innumerevoli combinazioni dalle sfumature più disparate, grazie anche e soprattutto a funzioni come la gestione della posizione di playing, la qualità e il numero di corde e molti altri aspetti dedicati non tanto alla struttura dello strumento quanto alle modalità di utilizzo, aspetti che approfondiamo subito mettendo alla prova il nostro Modo Bass.

In prova

Una volta installato e caricato su DAW (nel nostro caso Steinberg Cubase nella versione 8.5) apriamo il mainscreen per godere di una visione ampia e ben organizzata. La parte superiore dello schermo illustra i contenuti del menu in formato cartelle che ricordano uno schedario. Le voci (Model, Play Style, Strings, Electronics, Amp/Fx, Control) distinguono le varie categorie e, in base alla categoria selezionata, verranno visualizzate le funzioni nella parte superiore delFigura 7la finestra. Al centro dello schermo il dettaglio del basso che stiamo utilizzando, la cui immagine si modificherà in base alle specifiche che aggiungiamo (ad esempio inserendo un nuovo pickup o indicando la posizione della mano destra). La parte inferiore del mainscreen rappresenta la tastiera (il manico) del basso dove, in tempo reale, vengono indicate le note suonate dalla master keyboard indicando su quale corda viene posizionata la nota e con la possibilità di modificarne la posizione tramite i controller MIDI (i tasti rossi della tastiera rappresentata nella parte inferiore del mainscreen). Analizziamo ora per maggiore chiarezza ogni singola categoria e le funzioni che queste ci consentono.

Model

È la prima azione che l’utente è invitato a compiere ovvero la scelta del modello di basso con una vetrina composta da 20 modelli storici. Saranno quindi lo stile e il sound a dare il giusto input per la scelta corretta dello strumento. Cliccando sulle miniature in alto, viene visualizzato il modello prescelto nella parte centrale dello schermo con una pratica descrizione tecnica (sulla sinistra) che indica le caratteristiche principali dello strumento (numero di corde, tipologia di pick up e perfino alcuni dati di liuteria come scala e numero di tasti).

Play Style

Questa è forse la funzione più interessante di Modo Bass, ovvero la possibilità non solo di gestire il tipo di utilizzo della mano destra ma anche la sua posizione! Il basso per sua natura è uno strumento molto sensibile e il suo utilizzo con timbri quasi esclusivamente clean, evidenzia peculiarità del tocco con molte più variabili rispetto ad esempio ad una chitarra elettrica hi-gain. Suonare la corda vicino al manico piuttosto che vicino al ponte produce timbri sostanzialmente diversi, senza dimenticare le due scuole fondamentali e storicamente in antitesi: il basso si suona con il plettro o con le dita? Fiumi di parole spese sul tema e in realtà due scuole di pensiero che coesistono nel panorama della produzione musicale su generi e stili diversi (il punk e il jazz per fare due esempi in antitesi). Ebbene, Modo Bass ha risolto questo dilemma dando all’utente la possibilità di scegliere se stiamo suonando il basso con le dita (funzione Finger) o con il plettro (funzione Pick) senza dimenticare lo Slap (funzione omonima), tecnica molto in voga negli anni ’80 ma ancora oggi in uso. Una volta selezionata questa fondamentale tecnica della mano destra, compare un segnaposto di colore giallo che indica a quale distanza dal manico e dal ponte si trova la mano; a questo punto l’utente può spostarlo semplicemente in drag and drop producendo cosi timbri più brillanti e secchi se vicino al ponte e al pick up o più morbidi e nasali se vicino al manico. Ulteriori peculiarità relative al tocco riguardano la direzione della pennata o del movimento delle dita; potremo così agire sul parametro Stroke per selezionare Up, Down o Alternate oltre a gestirne l’intensità e la forza dal parametro Touch (Soft/Normal /Hard). Nel suonare il basso su parti ritmiche serrate, quindi in ottavi piuttosto che sedicesimi, potrebbe presentarsi l’eventualità di parti puntate piuttosto che a note più appoggiate e lunghe; nessun problema! La funzione Let Ring consente di gestire anche questo parametro; non confondiamolo con un banale release tipico di un basso MIDI, si tratta di una vera e propria risonanza della corda. Nelle parti più rock invece potremmo avere la necessità di parti stoppate quindi con la tecnica del palm mute, gestibile (in valore percentuale) dalla funzione Muting. Un colore particolare è conferito dal rimbalzo della corda sul manico e dal rumore che questa produce, udibile al rilascio del tasto se suoniamo con una certa dinamica, aspetto che restituisce un playing davvero reale e di cui possiamo gestire l’intensità dal parametro Detach Noise. Slide Noise gestisce invece il rumore dato dallo scivolamento della mano sinistra sulla tastiera.

Strings

Il menu Strings racchiude tutto ciò che è relativo alle corde, sottolineando come anche la scelta delle corde in uno strumento come il basso ne determina il timbro. Possiamo quindi gestirne innanzitutto il numero (quattro o cinque) in base all’estensione necessaria e andando a creare in realtà dei modelli inesistenti (tipo un Fender Jazz Bass a cinque corde) ma si tratta di una funzione necessaria per la gestione di tonalità e di Low Tuning sempre più frequenti nella composizione. La possibilità inoltre di selezionare il tipo di corda, avvolta o non avvolta, nuova o usata (dal parametro Age) consente davvero di personalizzare il timbro nei minimi dettagli con delle caratteristiche ben evidenti che abbiamo verificato con attenzione.

 

Figura 3

Electronics

In questa categoria troviamo i parametri relativi alla circuitazione dello strumento (non quindi alla sua amplificazione) ovvero pickup ed elettronica. Sceglieremo quindi il tipo di pickup da posizionare al ponte (bridge) o al manico (neck), miscelandone il timbro dai rispettivi volumi. La funzione Piezo è dedicata alla gestione del timbro in caso di pickup piezoelettrico e infine un equalizzatore (Bass/Middle/Treble) per i circuiti di tipo attivo. È possibile infatti decidere se il nostro basso è dotato di circuitazione attiva o passiva (dalla funzione Circuit Active/Passive) abilitando di fatto l’eq.

Amp/FX

Passiamo ora alla gestione di tutto ciò che è esterno al basso, quindi amplificazione ed effetti. Da questa categoria possiamo selezionare uno fra i due amplificatori proposti (un transistor e un valvolare) e gestirne i parametri: Gain, Bass, Mid, Treble, Eq grafico e limiter per l’amplificatore a transistor, Gain, Bass, Eq parametriFigra 4co, Punch e Arm per l’amplificatore a valvole. Per entrambi i modelli è possibile gestire la quantità di suono direct e amplificato, creando una sorta di mix fra la D.I. e il suono proveniente dall’amplificatore. Nel mainscreen centrale viene ora visualizzato l’amplificatore in uso e gli stomp box posizionati dinnanzi al cabinet: cliccando sugli stomp box (proprio sull’immagine) avremo accesso alla gestione degli effetti che prevede il posizionamento degli stomp in quattro slot predefiniti. In ognuno dei quattro slot possiamo selezionare uno degli otto effetti in dotazione (Octaver, Distortion, Chorus, Comp, Delay, Envelope, Filter, Graphic Eq); i parametri di ogni stomp saranno visualizzati nella parte superiore del plug-in dando cosi accesso a tutti i parametri di configurazione.

Control

Questa sezione è forse la più complessa ma in realtà fondamentale per una corretta esecuzione della parte. Consente infatti di controllare in real time la maggior parte dei parametri che abbiamo sin qui trattato. Sarà quindi molto semplice passare da una esecuzione puntata ad una più appoggiata utilizzando il Keyswitch A-1 dedicato alla funzione Let Ring. La schermata Control riassume proprio l’assegnazione delle funzioni ai Keyswitch, consentendo di gestire in real time funFigura 5zioni come le ghost note o gli armonici (Harmonics) o passare da una esecuzione a plettro (A#0) a una a dita (F#0). La sezione Control e le funzionalità keyswitch si completano con la possibilità di gestione della posizione in cui la nota viene eseguita sul manico dello strumento; suonare un mi al dodicesimo tasto della quarta corda produce un timbro diverso piuttosto che suonandola al settimo tasto della terza corda o al secondo tasto della seconda corda. Grazie ai keyswitch potrò quindi eseguire un E2 e premendo il tasto D6 suonare questa nota al dodicesimo tasto, premendo C6 al settimo tasto della terza corda e infine G5 per avere la medesima nota al secondo tasto della seconda corda, producendo così tre timbri sostanzialmente diversi per la stessa identica nota!

Conclusioni

Modo Bass si è rivelato un virtual instrument innovativo, enormemente superiore a quanto disponibile ad oggi sul mercato per uno strumento complesso come il basso. Un prodotto che, per come è strutturato, si rivolge a producer e arrangiatori esigenti che, grazie a una minima conoscenza delle tecniche di esecuzione del basso, potranno raggiungere livelli di produzione altissimi. La sua forza non è solo nella elevata qualità dei timbri ma anche e soprattutto, nella personalizzazione dello stile di esecuzione e nella totale personalizzazione di aspetti caratteristici come il tocco e la dinamica. Da avere ad ogni costo!

 

PRO

Timbri realistici

Possibilità di personalizzazione del tocco e degli aspetti legali al playing

Gestione della posizione sul manico dello strumento

CONTRO

Mancanza di gestione della control room degli amplificatori

 

INFO

Ik Multimedia

Prezzo: € 365,99

 

 

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