Il sintetizzatore analogico sta vivendo una seconda giovinezza e questa è cosa certa. I nuovi prodotti si susseguono a ritmo serrato ed è di indubbio interesse che aziende da sempre attive nell’ambito del software, come Arturia, abbiano a un certo punto deciso di iniziare a produrre hardware. Questa è la volta dell’Italianissima IK Multimedia che presenta sul mercato uno strumento portatile e dalle caratteristiche di assoluto riguardo, a un prezzo che ha dell’incredibile!
L’idea alla base del progetto di IK Multimedia diviene evidente non appena si da uno sguardo allo strumento e se ne apprendono le caratteristiche. Diversamente dalla sopracitata Arturia, che con il suo MiniBrute volle presentare uno strumento in qualche modo old fashion, dotato di tastiera a due ottave a passo standard, un controllo fisico per ogni parametro e integrabilità con sistemi modulari esterni, IK Multimedia ha deciso di puntare tutto sulla trasportabilità. UNO è infatti in formato table top, è più compatto di un iPad , ha un peso di soli 400 grammi ed è alimentabile a pile oppure da porta USB. Io stesso sto redigendo questo articolo avendolo sulla mia sinistra, alimentato dal mio MacBook Air mentre sulla destra ho una tastiera USB a tre ottave anch’essa alimentata via USB.
Devo ammetterlo: non ho potuto fare a meno di immaginare me stesso, in viaggio su Italo, con questa stessa configurazione ma con l’aggiunta di una interfaccia iRig Pro, sempre di IK Multimedia, a macinare km creando e registrando musica. Era possibile fare musica in viaggio anche prima, magari con una semplice copia di Propellerhead Reason installata sul proprio computer portatile, ma qui stiamo parlando di strumenti fisici, di sintetizzatori analogici, di dispositivi che producono segnale e lo acquisiscono. Un concetto di fare musica classico ma traslato nella sfera della trasportabilità. IK Multimedia è nota per essere un’azienda visionaria e la sua filosofia della trasportabilità elevata all’ennesima potenza è ammirevole quanto condivisibile.
Analisi generale
Lo strumento, dal punto di vista dell’impatto visivo, è dichiaratamente IK. Lo chassis è nero e parte dei controlli rotativi, dei pulsanti e degli elementi grafici sono rossi. In tutto si contano sette controlli rotativi e 25 pulsanti a sfioramento. A questi se ne aggiungono altri 27 i quali fungono da tastiera a due ottave. Da notare che quattro pulsanti della tastiera hanno anche una funzione parametrica. Completa il tutto la presenza di un LCD a segmenti a tre cifre. Le connessioni sono tutte sul pannello posteriore. Oltre al piccolo switch di accensione (che può essere impostato su alimentazione a batteria o via USB) vi sono le porte MIDI (in e out), l’uscita stereo (dual mono), l’ingresso (anch’esso stereo) e la porta Mini USB.
Da menzionare il fatto che le porte MIDI non sono nel formato standard. Sono infatti su mini-jack da 3,5 mm. IK fornisce comunque appositi cavi mini-jack to DIN. Anche le uscite e gli ingressi non sono, come ci si potrebbe aspettare, nel formato jack standard bensì mini-jack. Chiaramente non è stato possibile fare diversamente. Viene da se che è una buona idea tenere da conto questi cavi proprietari poiché in caso di smarrimento sarà difficile trovarne di sostitutivi nel negozio cinese sotto casa specializzato in accessori per iPhone.
Caratteristiche
Nonostante la costruzione integralmente in plastica e il peso oltremodo contenuto, UNO è un sintetizzatore tutt’altro che leggero quando si parla di sintesi. È una macchina monofonica, realmente analogica, dotata di due oscillatori (VCO), un generatore di rumore, un filtro risonante a due poli commutabile tra passa alto e passa basso, uno stadio di amplificazione, due generatori di inviluppo (modulanti ampiezza e taglio del filtro) e un LFO dotato di sette forme d’onda. I due oscillatori sono capaci di produrre innumerevoli forme d’onda grazie alla generazione continua variabile, che va dalla triangolare alla pulse (pulse width variabile) passando per la dente di sega.
Come se non bastasse, è presente anche un sequencer a 16 step capace di registrare sia in tempo reale che in tempo differito (sui singoli step) le variazioni di parametri. Come immaginabile vengono offerte più modalità di lettura dei pattern: diretta, inversa e diretta più inversa. Non è finita qui. C’è anche un arpeggiatore su quattro ottave e con dieci modalità esecutive. Conclude il tutto la presenza di sei effetti: delay, vibrato, tremolo, wah, dive e scoop.
Operatività
A noi due! È quello che ho detto a UNO arrivato il momento di provarlo sul campo. Lo strumento, all’accensione, ci fa attendere qualche secondo prima di essere operativo poiché, come tutti i synth analogici che si rispettino, deve calibrarsi. A operazione avvenuta si è pronti a saggiarne le qualità. A disposizione dell’utente ci sono 100 preset, opera di Erik Norlander (designer dello strumento) e di Enrico Dell’Aversana (project manager di IK); 80 di questi sono sovrascrivibili. La selezione avviene in modo immediato. C’è un pulsante dedicato che si chiama Preset con accanto due pulsanti di incremento e decremento. In men che non si dica ci si ritrova a richiamare un preset dopo l‘altro e a goderne in tutto il loro splendore. Tali pulsanti si trovano nella metà di destra dell’interfaccia utente, assieme ai controlli dell’arpeggiatore e del sequencer.
I parametri per l’editing delle timbriche si trovano invece nel primo quarto superiore di sinistra. Tutte le operazioni di editing avvengono tramite quattro pulsanti e quattro controlli rotativi. A questo punto a qualche lettore starà sorgendo il sospetto che su questo strumento non sia presente un controllo fisico per ogni parametro. Confermo il sospetto. Niente paura però poiché è stato realizzato un sistema a griglia già ampiamente collaudato su strumenti del passato come il Sequential Multi-track o il più recente DSI Evolver (il primo, quello in versione table top). Questo sistema prevede il posizionamento orizzontale delle quattro manopole e verticale dei quattro pulsanti. Questi ultimi attivano il blocco parametri oscillatori, filtro, inviluppi ed LFO mentre i già menzionati quattro controlli rotativi determinano i valori dei singoli parametri.
Il blocco oscillatori prevede otto parametri, disposti su due file, invece dei quattro degli altri tre blocchi. Per selezionare la seconda fila di parametri basta tenere premuto più a lungo il pulsante OSC e il gioco è fatto. Nello specifico il pulsante OSC (blocco oscillatori) permette di accedere ai parametri Wave 1, Wave 2, Tune 1, Tune 2, Level 1, Level 2, Noise e Hold Osc. Il pulsante FILTER (blocco filtro) fa accedere ai parametri mode, resonance, drive ed envelope amount. Per il pulsante ENV (blocco inviluppi) si hanno filter attack, filter decay, amplitude attack e amplitude release. Infine il pulsante LFO che permette di accedere ai parametri wave, rate, pitch e filter.
Agli amanti della sovrabbondanza di controlli o degli ampi LCD, questo sistema potrà sembrare primordiale e macchinoso ma posso assicurare che dopo i primi 15 minuti passati sullo strumento ci si stupisce di quanto rapidamente si possa arrivare a programmare il suono desiderato.
Per i sei effetti sono invece presenti pulsanti dedicati. L’effetto di delay gode della presenza di due pulsanti/parametri: time e mix. Quest’ultimo effetto è l’unico che viene memorizzato nelle patch. Gli altri sono stati pensati per uso estemporaneo in situazioni live. Nessun sistema a griglia per quanto riguarda la gestione del sequencer e dell’arpeggiatore. Qui ogni parametro ha il proprio pulsante dedicato e la gestione è quanto di più comodo si possa immaginare, anche in considerazione della compattezza dello strumento. Circa la programmabilità di nuove timbriche i programmatori di più consumata esperienza potrebbero trovare i venti parametri di cui è dotato UNO un po’ limitanti e in parte avrebbero ragione, se non fosse per il fatto che lo strumento è segretamente più potente di quel che appare. Mi spiego meglio.
Ci sono molti più parametri disponibili di quelli presenti a pannello e questi sono accessibili attraverso un editor proprietario disponibile per Mac, PC, iPhone, iPad e iPod Touch. Attraverso tale editor si può accedere ai quattro stadi degli inviluppi contro i due accessibili da pannello, si può modificare il tracking del filtro e molto altro ancora. Condivisibile o meno questa è stata una scelta necessaria per rientrare in certi parametri produttivi. Avere tutti i parametri a pannello avrebbe voluto dire avere uno strumento di dimensioni più generose, di peso più elevato e dai costi produttivi più consistenti.
Magari dal punto di vista della produttività in studio sarebbe potuto essere più godibile uno strumento fisicamente più opulento, ma sarebbero andati a farsi benedire la portabilità e l’accessibilità. Volendo scomodare nomi altisonanti ci sono altri strumenti che hanno simili caratteristiche. Un nome per tutti: Moog Minitaur. Similmente ad UNO è dotato di pochi, essenziali controlli a pannello mentre i restanti sono accessibili da editor.
In prova
Lo so perfettamente che è dalla prima riga che la domanda suona imperante nella vostra testa: come suona? Lo ammetto: quando me lo sono trovato tra le mani ho pensato: questo coso sembra un giocattolo e suonerà come tale. Mi sono dovuto ricredere velocemente. UNO suona in modo maledettamente analogico. È capace di bassi profondi come acidissime linee, di lead che gridano, di soli graffianti grazie al drive sul filtro e di molto altro ancora, coprendo tutto il classico repertorio del synth analogico. Il sequencer permette di creare pattern che suonano in modo davvero selvaggio e come non passare ore a giocare con l’arpeggiatore, con il delay attivato, aprendo e chiudendo manualmente il succosissimo filtro? Dopo averlo ascoltato l’ho preso in mano e mi sono domandato: come fa a suonare così?
È quasi vuoto! In realtà vuoto non è. È un piccolo miracolo di ingegneria contemporanea. Qualche difetto, però, c’è. L’alimentazione è esclusivamente tramite porta USB o pile. Poiché ho provato lo strumento in più riprese e in luoghi diversi, l’ho alimentato attraverso più computer. In più occasioni lo strumento ha evidenziato uno sfarfallio audio di fondo perenne e mutevole, come se fosse ricettacolo e amplificatore di disturbi elettrici di varia entità provenienti dalla porta USB. Inoltre lo strumento, nell’atto di caricare diversi preset, prima ancora di essere suonato, produce note sospese, ronzii e vario altro materiale sonoro più o meno intonato. Intendiamoci: non si tratta di nulla di eclatante capace, potenzialmente, di rovinare una registrazione o una produzione.
I disturbi sono percepibili solo in cuffia e con il volume al massimo. In un normale contesto produttivo si tratta di suoni e rumori spuri difficilmente udibili. Il difetto si attenua comunque molto alimentando lo strumento a pile o collegandolo a un USB power distributor alimentato a corrente. Difetto numero due: in poche occasioni lo strumento è impazzito, iniziando a suonare da solo e, sempre da solo, cambiando preset e alterando i parametri. L’ho testato per un totale (non continuativo) di una dozzina di ore e in questo lasso di tempo si sono verificate tre crisi. Può ovviamente trattarsi di un problema di gioventù che si dimostrerà risolvibile con un semplice aggiornamento. Tuttavia ho avuto modo di parlare della questione con colleghi, utenti e negozianti di strumenti musicali e nessuno mi ha riferito di amici, colleghi, clienti che hanno avuto un simile problema.
Conclusioni
UNO è, in tutto e per tutto, un piccolo miracolo made in Italy. Il punto forte è la trasportabilità e l'essere concepito come un synth puramente analogico ma pensato per lavorare in tandem con un iPad, con un iPhone o con un computer. È pressoché privo di parti meccaniche, che sono quelle che determina il costo degli strumenti, perché tutti i pulsanti sono a sfioramento. È una tecnologia nuova, tutta italiana, che non si è mai vista su un synth. Ha un suono di notevole peso o, come direbbero i giovani, spacca e suona di brutto, come e quanto synth monofonici dal prezzo molto più alto. Certo deve piacere il suono dell’analogico della prima ora e non quello pulito e precisino di certe macchine odierne. Questo piccoletto picchia duro. Ho lasciato l’aspetto più sorprendente per ultimo e si tratta del prezzo: sotto i 250 euro al pubblico! A buon intenditor…
PRO
Suono analogico puro
Compattezza e leggerezza
Rapporto qualità prezzo imbattibile
CONTRO
Apparente fragilità
INFO
Prezzo: 199,00 € +IVA