Mobius Filter è un plug-in nato per stimolare la creatività di producer e mixing engineer.
Probabilmente non siamo di fronte al plug-in del secolo, ma neanche a un tool che giacerà inutilizzato a vita. Mobius nasce come filtro multi funzione in grado di ottenere diversi tipi di effetti (phaser, flanger, chorus, doubler) ed è interessante scoprire i diversi processi scientifici che vi sono dietro. Già il nome richiama August Ferdinand Mobius, matematico tedesco autore del nastro di Mobius: una figura che si ottiene da una striscia di carta cui si uniscono i due punti dopo aver impresso a uno di essi una torsione di 180°. Osservando la figura capirete di cosa sto parlando e Mobius Filter va immaginato proprio così: un plug-in che permette di creare delle modulazioni a ripetizione continua potenzialmente infinita. Per fare ciò, sfrutta l’illusione uditiva cosiddetta Shepard Tone.
Shepard Tone
Come direbbe Piero Angela, il cervello è una macchina estremamente complessa in grado di farci provare non solo sensazioni reali ma anche illuderci di un qualcosa che in realtà non sta accadendo. Quello delle illusioni è un fenomeno che il nostro cervello può mettere in atto per ognuno dei sensi e, per quanto riguarda l’udito, sono tantissimi gli utilizzi: pensiamo per esempio all’audio binaurale che ci permette di vivere un esperienza multicanale da un paio di auricolari. Lo Shephard Tone è un esempio di illusione uditiva che al nostro cervello risulta come un movimento infinito dell’intonazione di una nota o più note verso l’alto o il basso (https://commons.wikimedia.org/wiki/File:DescenteInfinie.ogg credit Gloumoth1, Creative Commons Attribution-Share Alike). In Mobius Filter questa illusione è operata su filtro invece che su una nota; così facendo si possono creare modulazioni sfruttando la frequenza del filtro e la sua risonanza. Per chi volesse approfondire, rimandiamo a un interessante video del professor David Huron che analizza dal punto di vista scientifico come funziona lo Shepard Tone (https://vimeo.com/34749754).
Compatibilità e autorizzazione
Mobius Filter si può installare su computer e laptop con sistemi operativi Windows 7 e successivi e Mac OS X 10.8 e successivi. Realizzato nei formati AAX, AAX Audio Suite, RTAS, DPM Audio Suite, VST2, VST3 e Audio Unit, e non ha una versione standalone. Per quanto riguarda l’autorizzazione della licenza si può optare per tre metodi: online, offline e iLok.
In prova
Pochi controlli, essenziali ma che possono dare vita a tanti effetti diversi: è questa la sostanza di Mobius Filter. Una volta installato e attivato, apro una sessione di Logic Pro 9 che contiene una base hip hop e carico Mobius in insert sulla traccia di drum machine. La schermata del plug-in si mostra con la metà superiore occupata da due grafici: più in alto quello che mostra la velocità di modulazione tramite delle onde che cambiano colore, appena sotto uno schermo X-Y con anello centrale da muovere tra frequenza centrale (asse X) e risonanza (asse Y) del filtro; la metà inferiore riguarda invece le caratteristiche del filtro: tipologia, movimento, velocità, mix dry/wet e apertura stereofonica. Di default i parametri sono Phaker a 0,5 Hz di velocità con direzione verso l’alto, 100% dry e stereo 0% (cioè mono); già con queste impostazioni l’effetto sulla traccia è molto presente, una sorta di phaser musicale in continua evoluzione che nonostante sia totalmente wet lascia il suono principale ben udibile. Decido di personalizzarlo per ottenere un effetto più consono al progetto: cambio il tipo di filtro da Phaker a Peak, dove il primo oscilla tra valori di gain positivi a negativi mentre il secondo usa solo valori superiori a zero, lascio la direzione inalterata (da toni bassi a salire) così come frequenza e risonanza, attivo host sync per legare la velocità al BPM della sessione con velocità ½ terzinato e imposto mix a 50%. Quello che ottengo è un beat che oltre all’elemento ritmico ha anche una forte componente melodica. Provo su un basso sintetico: apro il synth ES2 e personalizzo il suono partendo dal preset Analog Deep Bass.
Voglio ottenere un talking bass, per fare ciò imposto filtro Phaker, alzo la risonanza al massimo e come frequenza mi tengo sui 7 kHz, attivo host sync con velocità una battuta e mix a 50%; il parametro stereo è al 30% per far sì che il basso mi copra buona parte del panorama stereo e con gli altri arrangiamenti possa mantenermi più stretto. Davvero bello l’effetto che si ottiene! Provo ora a realizzare uno sweep upfilter, operazione molto più veloce di quanto prevedevo. Carico il synth ES1 di cui utilizzo solamente il sub oscillatore come noise e, dopo aver creato un automazione sull’apertura del filtro (cutoff), inserisco in catena Mobius Filter. Voglio che l’evolvere della modulazione parta dal basso quindi imposto il filtro phaker con direzione verso l’alto, velocità due battute, mix 100%, frequenza e risonanza a valori medi. Ecco fatto! Interessante anche l’utilizzo che si può fare su una voce umana: nell’esempio audio che potete sentire ho utilizzato Mobius Filter non tanto per colorare ma più per ingrossare la voce; una tecnica questa che può aiutare a dare carattere a un ritornello o uno special sia che si tratti di voce principale che di cori. In questo caso va moderata la risonanza per evitare un effetto intubato e il mix (mi tengo sempre sul 50%); molto utile l’apertura stereofonica (qui al 40%) specialmente se trattiamo dei cori. Infine ho provato Mobius Filter su una chitarra elettrica scoprendo che può essere un ottimo flanger; nell’esempio audio troviamo una traccia di chitarra crunch su cui è caricato in insert Mobius con filtro Phaker a risonanza bassa, mix 30% e apertura 40%. Volendo essere pignoli, avere un analizzatore di spettro direttamente nel plug-in non avrebbe guastato ma, il fatto che non sia presente, denota una funzione fortemente votata alla fase creativa più che correttiva.
Conclusioni
Riassumo Mobius Filter con una parola: imprevedibile. iZotope spinge a sperimentare tutte le combinazioni possibili tra i controlli che offre, garantendo effetti sempre diversi (phaser, flanger, doubler etc.) tipicamente digitali senza la pretesa di emulazioni analogiche. Può dare un ottimo contributo su più o meno qualsiasi strumento, ma per chi scrive è più indicato per parti strumentali di brani elettronici o per ingrossare una voce in un ritornello o uno special. Peccato per l’assenza di un manuale che spieghi come muovere almeno i primi passi nel plug-in. Il prezzo, considerate le possibilità che offre, è più che giusto.
PRO
Ottimo strumento creativo
Prezzo
CONTRO
Non c’è un manuale
Dosare i controlli non é sempre facile
INFO
Prezzo: $ 49