Kii è una nuova azienda tedesca che vanta come progettista Bruno Putzey, da tempo noto nell’audio pro per il suo amplificatore in classe D Hypex NCore e, in precedenza, autore del disegno dei monitor Grimm Audio. Kii audio entra nel settore dei monitor a testa alta, con il modello three pronto a diventare un punto di riferimento assoluto
Three Pro è un monitor del tutto particolare per una serie di soluzioni inedite, a cominciare da due driver da 140 mm inseriti nel pannello posteriore del cabinet e controllati dal DSP per cancellare una parte della dispersione audio del monitor e, di conseguenza, togliendo una serie di riflessioni audio impossibili da eliminare in un monitor tradizionale. Il secondo elemento è la diffusione cardiode del monitor, che porta il suono al centro del sound stage. Poco è dato sapere circa questa caratteristica: Kii mantiene riservate parecchie informazioni. Putzey è un mago del digitale: ha usato sei dei suoi amplificatori in Classe D coadiuvati da un DSP, incaricato di minimizzare i problemi di fase del crossover digitale a 250 Hz. I cinque anni di garanzia sono un altro modo per certificarne la qualità sopra ogni dubbio. I monitor sono forniti di due cavi di alimentazione e un cavo CAT 6. Opzionale è il controller, ma dopo averci messo le mani sopra diventa indispensabile. Le specifiche parlano di una risposta in frequenza da 30 Hz a 25 kHz di +/-0,5 dB, risposta in fase coerente, SPL short term a 110 dB e Peak SPL a 115 dB. Il cabinet è in alluminio.
I driver e i controlli
La parte anteriore del monitor è occupata da un driver a cono da 110 mm (5 pollici), coperto da una retina in tessuto, per le frequenze medie e da un tweeter da 25 mm (un pollice) inserito in una guida d’onda. Sui lati del monitor è posto un driver per le basse frequenza da 140 mm (6,5 pollici) e, per la prima volta, troviamo altri due driver da 140 mm posti sul lato posteriore del monitor, uno sopra l’altro, protetti lateralmente dal cabinet. In tutto contiamo quindi quattro driver da 140 mm, uno da 110 mm e un tweeter: questi sei elementi giustificano il peso di circa 18 kg a monitor e qualche difficoltà nella presa del monitor per il trasporto. L’intero progetto garantisce una risposta in frequenza molto lineare, con DSP attivato, da 50 Hz in su, mentre al di sotto dei 50 Hz entrano in gioco la posizione, l’acustica e il trim pot Boundary per la migliore installazione possibile. Kii ci tiene a sottolineare che i monitor hanno una dispersione cardiode da 50 Hz in su, mentre al di sotto diventa omnidirezionale. Il trim Boundary permette di correggere la risposta del monitor per posizionarli, per esempio, direttamente vicino a un muro e compensare con il DSP la riflessione che si avrebbe che, di fatto, si elimina grazie ai due driver posteriori. Il trim ha diverse posizioni, così da garantire la migliore gestione di questa inedita funzione. Poiché ogni monitor ha il suo trim, è possibile compensare la posizione quando i materiali che si affacciano posteriormente al monitor sono differenti (un muro e una tenda, per esempio). L’intero sistema serve per ottenere una dispersione cardiode del suono che, già dal primo ascolto, evidenzia un focus centrale incredibilmente reale e vero. Il DSP naturalmente gioca un ruolo fondamentale nel compensare la fase tra i diversi driver, attraverso la modifica di livello e di delay tra i driver, tanto da richiedere circa 80 ms di latenza rispetto al segnale audio inviato agli ingressi. I crossover sono posti a 250 Hz (digitale) e 2 kHz. Il DSP si incarica di gestire il limiting della parte Low con una funzione look ahead per evitare qualsiasi problema e la correzione della fase del crossover digitale a 250 Hz. Bypassando il look ahead e il controllo della fase con il pulsante posteriore, la latenza del monitor scende a 1 ms. Un’ulteriore possibilità di controllo è data da Contour che gestisce tre filtri shelving differenti, impostati a 300 Hz, 3 kHz e 10 kHz, combinati in quindici preset che si distinguono per il comportamento dello shelving sui 300 Hz (incremento, nessuna modifica o riduzione). L’ingresso analogico è convertito in digitale da un convertitore AD a 192 kHz e inviato al DSP e poi ai sei amplificatori NCore in Classe D, ognuno da 250 Watt. La costruzione è perfetta, con due parti in alluminio ai lati che servono come dissipatori di calore per gli amplificatori.
Connessioni
Le connessioni sono poste posteriormente, senza alcun switch di accensione, con un ingresso XLR che può essere impostato come analogico o come canale L o R per la ricezione digitale in standard AES-3, nel qual caso i due monitor sono collegati tra loro con un cavo CAT6. Troviamo anche un pulsante di reset, per escludere il DSP o resettare l’elettronica e due trim pot, uno per l’EQ Contour e uno per Boundary. Un’ulteriore connessione CAT6 serve per il collegamento diretto con il controller esterno, che non solo gestisce tutte le funzioni digitali ma funge anche da ponte digitale tra l’uscita digitale dell’audio su porta USB, plug & play su Mac e con driver su Windows. In nessun caso le Three sono da collegare via Ethernet: il produttore ha usato il formato CAT6 e un normale cavo Ethernet per il collegamento tra i monitor, ma ha lasciato al controller hardware il collegamento digitale al computer.
Kii control
Le Three si possono gestire con i trim posteriori ma il controllo totale si ottiene solo con il controller esterno, indispensabile in studio, che annovera più funzioni rispetto ai soli trim: funziona come un’interfaccia digitale e preamplificatore digitale. Si connette a un singolo monitor con un cavo Ethernet e comprende le connessioni USB, TosLink ottica o S/PDIF su RCA. L’alimentazione è fornita dal Ethernet (PoE) ed è sufficiente per la retroilluminazione del piccolo display OLED, ben visibile. Kii Control sta in un palmo di mano e il suo elemento caratteristico è l’encoder centrale, non a scatti, che funziona anche come switch. Le funzioni sono richiamate toccando il nome della funzione: Coax, Optical, USB e XLR definiscono la sorgente del segnale audio, senza altri menu, mentre Preset permette di richiamare sei memorie di impostazione personale. Esc ed Enter servono per navigare nei menu e impostare i valori. I LED sul pannello frontale del monitor, per alimentazione e limiting, sono replicati anche sul controller e lampeggiano quando è attiva la funzione Dim. In condizioni di normale funzionamento, una pressione sull’encoder richiama la funzione Dim, il cui valore in dB è impostabile a piacere. È possibile usare anche un qualsiasi telecomando IR compatibile RC5 come Apple Remote, per controllare il volume. Tenendo premuto l’encoder per qualche secondo, i monitor si spengono. Nel caso di uso dei monitor con ingresso analogico, il controller gestisce esclusivamente il livello, ma perde la funzionalità di Dim.
In prova
L’installazione è filata via liscia come l’olio: il collegamento tra i due monitor con il cavo CAT6 e quello per il controller, sia USB che CAT6 per i monitor, non hanno dato alcun problema. Il plug & play su Mac è perfetto e anche la connessione ai monitor non ha mai mostrato un problema che uno. Dopo averle posizionate sui disaccoppiatori DSDM, abbiamo cominciato ad alimentare le Kii con i nostri pezzi di riferimento e siamo rimasti sbalorditi. Il primo aspetto è la perfetta centralità dei segnali mono, tipica di sistemi coerenti in fase, ma con un suono che non si avvicina a sistemi coassiali o a tweeter a nastro in guida d’onda. Qui il suono è perfettamente dettagliato e soprattutto rotondo, senza avere aspetti artificiali o semplicemente non naturali. Il focus centrale è così netto e preciso che anche monitor di più grandi dimensioni faticano a tenere il passo. Sembra quasi di avere un terzo monitor dedicato al canale centrale. Contemporaneamente la parte media del segnale è rappresentata in piena naturalezza, senza esaltazione e mantenendo una bella profondità nello spazio che, generalmente, è sconosciuta a monitor amplificati in Classe D. Per la prima volta da quando conosciamo monitor amplificati in Classe D, le Kii Three Pro tengono testa a pesanti amplificatori in Classe A o A/B, per quanto riguarda la profondità del sound stage. Un passo avanti molto importante. L’ascolto prosegue con alcuni mix e qui ci accorgiamo di quanto le Three Pro siano naturali e trasparenti, ma non fredde o esasperatamente dettagliate. Ogni traccia, ogni dettaglio, ogni ambiente è descritto come deve essere e come si ascolta su monitor di cubatura almeno quadrupla. Qui si rimane ancora una volta stupefatti per la risposta: le basse non solo ci sono tutte, ma non si sente la necessità di avere un subwoofer. Il vantaggio evidentissimo, che porta le Three Pro a essere l’esempio del futuro dei monitor, è la precisione nella descrizione del basso e della cassa, che non hanno incertezze nella descrizione degli inviluppi e della fase di decadimento, mai confusa o dispersa. Le Three, con il loro pattern di dispersione cardiode, sono qualcosa di realmente inedito nel panorama dei monitor e consentono di ottenere dei risultati sulle medio basse a dir poco incredibili anche in ambienti ostili o poco trattati, grazie all’idea dei due driver posteriori per gestire e minimizzare le riflessioni. Sotto i 50 Hz sono ominidirezionali, per cui si ottengono i migliori risultati quando sono inserite in un ambiente trattato per le riflessioni e risonanze delle basse frequenze. Poiché è possibile modificare pesantemente l’equalizzazione, senza però perdere la coerenza in fase, il suono delle Three Pro può essere adattato a piacere. Un confronto diretto con monitor a tre vie di fascia alta ha dimostrato, per esempio, che dalla fabbrica escono con una piacevole esaltazione sotto i 100 Hz e sopra i 15 kHz, ma con pochi ritocchi si possono far suonare similmente ai main monitor o, comunque, è facile imitare le curve di risposta di altri monitor. Ciò che non è imitabile, però, è la rappresentazione del sound stage che, di fatto, è unico per le Three Pro. Una volta abituati, molto velocemente, al suono e quella centralità così spiccata, il lavoro di mix diventa più veloce nello stabilire i delay stretti, gli ambienti, il pan e gli effetti di tridimensionalità. L’assenza di sfocature sul segnale mono e sulle medio basse è impressionante. Parliamo di riverberi, ambienti e tridimensionalità: se nel recentissimo passato abbiamo lavorato con monitor che esaltavano sia la parte Mid che quella Side, qui invece c’è un equilibrio tale che rende tutto naturale e mai separato nelle parti. Il bilanciamento stereo è perfetto, aiutato molto dal controllo operato dai due driver posteriori e da quelli laterali per cancellare le riflessioni. Spento il DSP, l’effetto dei due driver posteriori viene a mancare e le Three si dimostrano ancora ottimi monitor ma con maggiori problemi di posizionamento, tipici di qualsiasi monitor, perdendo quel dettaglio sulle medio basse che le rende uniche. Il DSP va spento quando si usano in regia per registrare e monitorare in tempo reale, o la latenza di 80 ms si farà sentire. Anche per questa ragione, il Kii Control è indispensabile. L’idea di ridurre le riflessioni posteriori è rivoluzionaria e gli effetti sono tutti da ascoltare per poterci credere.
Le Three Pro si trovano a proprio agio con qualsiasi genere musicale: grazie ai preset sul controller, è possibile impostare i filtri per adattarle a generi e ascolti molto differenti. Il livello di traslazione dei risultati è eccellente. Sono monitor di cui ci si può fidare ciecamente e possono diventare camaleontici programmando i filtri. Difetti? A livello costruttivo e di suono non ce ne sono: se proprio vogliamo, l’SPL massimo è di circa 1,5 dB più basso rispetto al nostro riferimento, ma si può facilmente compensare. Ad ascolti al massimo del volume, il limiter entra in funzione con materiale ricco di basse frequenze ed è udibile quando si arriva al limite dell’SPL. Tuttavia la sua soglia è molto alta, quindi sembra intervenire solo per livelli di ascolto inappropriati per il mix. La parte laterale in alluminio nero si scalda anche quando lavora a bassi livelli.
Conclusioni
Nell’ultimo anno le sorprese più entusiasmanti nel settore dei monitor di alto livello sono arrivate dalla combinazione tra amplificazione in Classe D e DSP, unito a un disegno del cabinet non standard. Le Kii Audio Three sono la punta di diamante tra i monitor con DSP e cancellano le nostre perplessità circa la scarsa tridimensionalità dell’amplificazione in Classe D. Per la prima volta un monitor in Classe D con DSP supera brillantemente il test nel nostro studio, oltrepassando anche le soglie di monitor di grande cubature di prezzo simile. Vi state chiedendo se 10.000 euro circa sono troppi per monitor di questa dimensione? Dopo averli apprezzati in studio, la cifra è più che adeguata per la qualità dei risultati e la costruzione, accendendo a frontiere sonore inedite, più realistiche e più dirette rispetto al passato. Rappresentano appieno l’idea di togliere un velo dall’ascolto dei monitor. Le Three Pro sono monitor fuoriclasse, un esempio per chiunque voglia il meglio e che difficilmente possono essere superate in qualità d’ascolto per queste dimensioni. Una prova è più che necessaria per modificare la propria personale asticella dell’eccellenza!
PRO
Progetto rivoluzionario
Amplificazione in Classe D tridimensionale
Cancellazione delle riflessioni posteriori
Suono naturale e molto dettagliato
Facilità di posizionamento inedita
Costruzione
Garanzia di 5 anni
CONTRO
Scaldano anche a bassi volumi d’ascolto
INFO
Proaudio Consulting srl, divisione SMAP
Prezzo: Coppia Kii Three Pro con Kii Control € 9.950 + IVA
Kii Three Pro cassa singola: € 4.350 + IVA
Kii Control: € 1,250 + IVA