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Test: KRK Rokit RP8 G3, la voce grossa per piccoli budget

Rapporto qualità/prezzo9
Costruzione9
Suono8
Facilità d'uso9
8.8

Forme del pannello frontale riviste e una risposta in frequenza più estesa sono solo alcune novità introdotte nella terza generazione della punta di diamante tra i diffusori a due vie della serie Rokit: l’otto pollici economico del marchio americano mostra i muscoli…

Studiato in America da KRK e realizzato in Cina per abbatterne il costo, l’RP8 è da tempo un must tra DJ e producer in cerca di un suono piuttosto esteso in gamma bassa, ma che non hanno spazio o budget a sufficienza per investire sul top di gamma a tre vie RP 10-3 per il proprio home studio. La Generation 3 Rokit è stata rivista in diversi particolari e l’incremento delle prestazioni dichiarato da KRK nell’RP8 è rilevante: vuoi non provarle? Grazie alla disponibilità del distributore italiano MPI Electronics ho ricevuto una coppia di RP8 G3 per un test che – come leggerete in seguito – è stato piuttosto intenso.

Caratteristiche

Il massiccio cabinet in MDF è sempre rivestito da un foglio in vinile, mentre il pannello frontale della serie G3 è stato completamente ridisegnato: i bordi che presentano delle smussature più marcate per ridurre ulteriormente le diffrazioni, mentre il baffle degli altoparlanti è stato ridotto in larghezza e scompaiono le viti di fissaggio a vista. Sotto il classico woofer giallo da otto pollici in materiale composito aramide/fibra di vetro, la bocca del reflex è stata dimezzata in termini di altezza, mentre in alto è presente una nuova guida di onda ad avvolgere il tweeter a cupola morbida da un pollice, con magnete al neodimio; il LED indicante l’accensione è sempre inserito dietro il logo del marchio americano.

Come consuetudine per la serie Rokit, sulla base del cabinet è inserito un sottile pad in gomma morbida a fungere da distanziatore tra il monitor e la base di appoggio. Sul pannello posteriore, partendo dall’alto troviamo due controlli a quattro posizioni per il cut/boost in gamma alta (-2 dB, -1 dB, 0 e +1 dB) e per le frequenze basse (-2 dB, -1 dB, 0 e +2 dB), infine il potenziometro per il volume (range -30 dB/+6 dB). Il parco connessioni comprende tre prese nei formati XLR, jack TRS e Pin/RCA sbilanciata, mentre nella parte bassa sono inseriti il pulsante di accensione e la presa in formato VDE per il cavo di alimentazione.

KRK RP 8 G3 test monitor audio home project studio riccardo gerbi audiofader

Bi-amp

La biamplificazione dell’RP8 è in classe A/B è stata rivista per ottimizzarne le prestazioni, per migliorarne l’headroom a bassissima distorsione: essa eroga rispettivamente 75 W al woofer e 25 W al tweeter; il valore di SPL dichiarato è di 109 dB, mentre il range della risposta in frequenza è più esteso rispetto ai modelli precedenti (35 Hz –35 kHz): la frequenza di taglio del crossover elettronico è fissata a 2 kHz. Oltre alla schermatura video, nella terza generazione della serie Rokit è stata introdotta una modalità di standby che disattiva il monitor dopo 30 minuti di inutilizzo. Anche in questo modello, KRK non inserisce nei manuali il grafico della risposta in frequenza.

KRK RP 8 G3 test monitor audio home project studio riccardo gerbi audiofader

Il pannello posteriore dove alloggiano tutte le connessioni e i controlli

In prova

Essendo un monitor piuttosto trasversale come impiego, ho deciso di provare la coppia di RP8 G3 ricevuta per il test su più fronti: oltre al mio home studio, in seguito mi sono trasferito nella più ampia regia degli studi Music Ink di Arona (NO), per saggiare le prestazioni di questo monitor americano con alcuni mix curati da due amici fonici, Giulio Capone e Federico Pennazzato. In termini di finiture e design, confermo quanto già rilevato nel test dedicato al modello RP5 G3: la cura nella realizzazione non ha nulla da invidiare a modelli di ben altro prezzo, mentre il design hi-tech studiato da KRK per il pannello frontale rende questo monitor più snello e al contempo gradevole alla vista.

Smontando il pannello posteriore si scoprono altri interventi di rilievo apportati dai tecnici americani: oltre all’elettronica completamente rivista, con un’amplificazione ridisegnata e dei cavi di collegamento più robusti e ben protetti, si scopre che la cubatura interna del cabinet è stata ampliata, riducendo la lunghezza del condotto del reflex ed eliminando lo spesso pannello divisorio nella parte posteriore. Ricordate che parliamo di un monitor di ben 12 kg di peso complessivo, quindi la base di appoggio deve essere ben stabile e il posizionamento accurato. Chi scrive è utente Rokit di lungo corso, perché amo sia quella linearità nello spettro delle frequenze, sia l’ottimo equilibrio nel suono all’incrementare del volume che questa serie di monitor può restituire e sotto questi aspetti anche l’RP8 G3 non delude.

Al lavoro

Dopo una manciata di ore di rodaggio per allenare i woofer, sono partito con il test ascoltando i virtual instrument inseriti nella libreria V-Collection di Arturia. In piccole regie e tra le mura domestiche suggerisco di impostare subito un Cut sul controllo LF di 1 dB (come indicato dal manuale), perché già su un valore pari allo zero il suono restituito è eccessivamente colorato in gamma bassa. Se sui sintetizzatori non avevo dubbi che le RP8 G3 restituissero belle sensazioni, la sorpresa è giunta dall’ascolto delle emulazioni di pianoforte acustico/elettrico inserite nella suite francese, perché il bel corpo percepito in gamma grave consente un miglior controllo della dinamica in esecuzioni particolarmente espressive; se siete pianisti esigenti e amate registrare le vostre tracce in casa tutto questo non è poco...

Le frequenze medie nell’RP8 G3 restano sempre piuttosto equilibrate al variare del volume, mentre in gamma alta ho ritrovato le piacevoli sensazioni riscontrate sul piccolo RP5, perché grazie alla nuova guida di onda che avvolge il tweeter, anche in questo monitor si percepisce in gamma alta un pizzico di gradevole aria in più oltre gli 8 kHz. L’elettronica è ben curata e non ho rilevato rumori spuri durante l’accensione/spegnimento del monitor, inoltre la modalità standby introdotta da KRK lavora bene, disattivandosi immediatamente all’arrivo del segnale nei monitor. In conclusione, oltre al DJ e producer in cerca di un suono energico nel proprio home studio, suggerisco una prova delle RP8 G3 al pianista/tastierista che voglia fare il salto di qualità con gli ascolti tra le mura domestiche.

Versatilità in ogni ambiente

Fin qui le mie impressioni personali, per il test svolto al Music Ink, vi riporto una sintesi delle impressioni degli amici Giulio e Federico: le RP8 G3 si distinguono da subito per una risposta verso le basse frequenze molto marcata, però la presenza del controllo LF aiuta a ritrovare il giusto balance secondo l’ambiente. L'ascolto non è faticoso, anche se a causa del carattere piuttosto hi-fi di questi monitor rileviamo in gamma media un suono con meno presenza e definizione; viceversa, le alte frequenze risultano ariose e allo stesso tempo morbide e non affaticanti. Batterie e percussioni in genere giovano della spinta sulle basse delle RP8 G3, guadagnando una notevole profondità; nello specifico, il buon lavoro svolto da KRK sul tweeter è percepibile nella resa sui piatti.

Il mix di voci e virtual instrument orchestrali in contesti rock o pop va valutato con le dovute accortezze, perché l’equilibrio nelle medie può far diventare difficoltoso il processo di equalizzazione e panning; a nostro modesto parere, l’elettronica è sempre un terreno dove il carattere sonoro restituito dalle RP8 G3 consente un buon controllo del mix.

KRK RP 8 G3 test monitor audio home project studio riccardo gerbi audiofader

La regia degli studi Music Ink di Arona altra sede del test di KRK RP8 G3

Conclusioni

Questa prova conferma il buon passo compiuto da KRK con la terza generazione della serie Rokit, perché pur andando a rivoluzionare l’architettura generale, questi monitor mantengono quel carattere sonoro studiato in origine; inoltre, rispetto ai modelli precedenti, le RP8 G3 regalano quel pizzico di aria in più in gamma alta che rende il suono più fresco e piacevole all’ascolto. Sempre ottime per l’ascolto di mix di musica elettronica e per generi quali la dance e l’hip-hop, personalmente ne consiglio la prova anche a quei pianisti in cerca di un monitor che regali emozioni sulle prime ottave dello strumento.

L’attuale street price delle RP8 G3 li rende molto interessanti anche per il project studio in cerca dell’ascolto secondario, con un carattere spiccatamente hi-fi per compiere comparazioni in sede di mix, ma senza spendere cifre considerevoli. In conclusione, se il vostro budget non supera i € 500 ne consiglio caldamente la prova: come sempre, buon ascolto!

PRO

Realizzazione

Introduzione di un controllo LF

Prezzo

CONTRO

Manca sempre il grafico della risposta in frequenza nei manuali

 

INFO

MPI Electronic

Prezzo: € 289,00 (per singolo monitor)