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Test: Rockruepel Limit.One, limiter analogico per mastering

Rapporto qualità/prezzo8
Costruzione10
Suono10
Facilità d'uso8
9

I limiter analogici high end continuano a essere indispensabili in mastering e la scelta non è molto ampia. Introduciamo Limit.One, nato come brickwall limiter da anteporre nella catena al convertitore digitale ma con caratteristiche di limiting che mantengono il disegno della forma d’onda originale, con le eccezioni del caso, così da rendere il suono pieno e naturale.

L’idea iniziale per lo sviluppo di questo limiter parte da lontano: tra gli anni ’50 e ’60 TAB sviluppò l’U73, un limiter valvolare a mu variabile che fu prodotto fino al 1980 e che era inserito nella catena di mastering per il disc cutting. Diverse varianti furono realizzate negli anni a seguire, fino a quando nel 1960 Siemens introdusse il primo compressore U273 a stato solido con trasformatori Haufe (Neve usò i Mariner). Tre anni più tardi TAB introdusse il suo U373, un upgrade rispetto a quello di Siemens che fu poi riproposto anche da Neumann e Filtek che sostituirono il ponte di diodi con un classico VCA, spesso un DBX. Da questa tradizione, Limit.One raccoglie l’idea della transconduttanza variabile, con circuito di attenuazione controllato a corrente tra due trasformatori Pikatron. Al di là degli aspetti tecnici, Limit.One introduce una serie di controlli interessanti che permettono un preciso lavoro del limiter.

Apertura LimitOne

01 Le connessioni posteriori

Pannello di controllo

Il recall dei valori è garantito dall’impiego di selettori a scatti: il primo e più importante è quello della soglia di intervento, realizzato con un selettore concentrico di estrema precisione, che consente passi di frazioni di dB. La soglia varia da + 22 dBu a + 2 dBu, grazie alla capacità di gestire segnali in ingresso fino a + 26 dBu. La posizione zero non corrisponde a un vero bypass hardware che può essere realizzato grazie al relativo switch su pannello. Il controllo di gain, a passi di 0,5 dB, consente di aggiungere 06 Il selettore concentrico per la sogliaun massimo di +5 dB di make up e si trova dopo il circuito di detector, così da non influenzarlo. Il livello di uscita massima è di +24 dBu. Speed permette di selezionare quattro tempi di rilascio: Slow consente il passaggio di più basse frequenze ma può produrre artefatti, ed è simile all’impostazione originale di Telefunken U73; Medium è il tempo più neutrale dei quattro e mantiene i transienti massimizzando un limiting trasparente; Fast nasce per gestire al meglio le frequenze basse senza avere artefatti di limiting; Extreme è il più veloce e, quando il limiting è notevole, introduce una evidente componente di distorsione, utile se si vuole utilizzare Limit.One in parallelo. Il controllo di Link aggancia il limiting dei due canali che saranno attenuati secondo il grado di limiting maggiore tra i due. Le impostazioni di soglia, output e velocità non sono collegabili in link per cui è necessario riprodurle su entrambi i canali, a meno che si cerchi qualche effetto particolare. L’indicazione della quantità limiting è compito di un LED a forma di martello, che è decisamente sensibile. Non è il caso di vederlo illuminato costantemente quando si cerca un limiting trasparente. Ottima l’idea di inserire un’uscita alternativa per ogni canale, che può essere usata per collegare un meter Peak/RMS ma anche per sfruttare in parallelo l’uscita del limiter per catene più complesse.

Hardware

Ogni canale comprende un trasformatore in ingresso e uno in uscita (Pikatron UP112885 e UP112884), un operazionale BB OPA134PA e un BB DRV134PA, due relè e tre trimmer. L’alimentazione a + /-18 V è fornita da un trasformatore custom con trimmer individuali per ogni canale, protetto da un fusibile. I selettori Elma di gain output e speed hanno saldature dedicate a ogni step realizzate con resistenze. Le connessioni sono Neutrik. Tutta la componentistica è di alta qualità.

08 I circuiti internirid

Analisi

Il nostro primo test è stato misurare l’accuratezza dei controlli di pannello: mai vista una precisione così elevata che permette la regolazione in ordine di centesimi di dB con un riscontro preciso anche del LED di limiting attivo. Il controllo di soglia è sicuramente il migliore che abbiamo mai potuto provare e trovare su un prodotto destinato all’audio. Il secondo test ha riguardato la distorsione armonica introdotta, complemento necessario e ineludibile di qualsiasi limiter analogico. La scelta della qualità della distorsione è legata ai tempi di rilascio: con Speed su Extreme, troviamo tutte le armoniche pari e dispari che, con un solo dB di limiting, portano la distorsione armonica allo 0,8%. Arrivando a Slow, invece, predomina la terza e la quinta armonica. L’azione dei trasformatori è evidente sotto i 300 Hz, dove anche senza limiter attivo si nota la seconda e quarta armonica. Il detector sembra seguire l’RMS del segnale, con una certa sensibilità maggiore sopra i 4 kHz. L’azione sulla forma d’onda dipende, ovviamente, dalla velocità di rilascio: con Slow è simile all’originale, con Extreme si vede l’azione sul transiente.

02 Segnale di test a 1 kHz, attenuazione di un dB, Speed E

Segnale di test a 1 kHz, attenuazione di un dB, Speed E

05 La distribuzione delle armoniche con Speed M

La distribuzione delle armoniche con Speed M

03 La forma d'onda di 100 Hz in limiting con Speed E

La forma d'onda di 100 Hz in limiting con Speed E

04 La forma d'onda a 100 Hz in limiting con Speed S

La forma d'onda a 100 Hz in limiting con Speed S

In prova

Identificare un ottimo limiter per mastering significa trovare un suono trasparente ma non freddo, dove l’effetto del limiting sia quasi del tutto inudibile per chi non sa che è stato usato e quando settato per lavorare entro pochi dB di limiting. A questo obiettivo Limit.One arriva con una facilità estrema, tanto da inserirsi immediatamente nella rosa di limiter di altissima gamma. Quando è impostato adeguatamente, sia come quantità di limiting che come tempi di rilascio, è difficile riconoscere la sua azione sulla dinamica se non con comparazioni tra traccia originale e limitata in ambiente controllato. Il suono è trasparenza pura, con una piacevole minima enfasi sulle basse frequenze e una trasposizione sempre musicale del segnale, tanto che una comparazione con plug-in digitali di limiter propende sempre per il suono di Limit.One. Rockruepel ha avuto l’ottima idea di utilizzare i principi del circuito di limiting senza voler rifare un clone dell’unità vintage, superando soprattutto il problema della soglia fissa. In questa ottica, Limit.One è un limiter che si inserisce a meraviglia nelle catene odierne, grazie alla doppia uscita analogica e alla possibilità di selezionare quattro tempi di rilascio che sono in grado di colorare diversamente il suono, oltre a rendere differenti il comportamento sull’intero spettro del segnale. Se il mastering è il target principale di Limit.One, il tracking è sicuramente il secondo: sfruttando i due canali in serie (si collegano fisicamente con I/O analogici), così da fornire due soglie differenti per il suo intervento, è possibile tenere sotto controllo i transienti più veloci o scostamenti più importanti, tali da garantire una maggiore profondità di bit sul convertitore in fase di registrazione. In mix, invece, la sua trasparenza non favorisce più di tanto l’uso creativo. Siamo lontani, per intenderci, a un 1176 o qualsiasi altro limiter FET o VCA degli anni ’70 e ‘80 che introduce effetti sulla dinamica da usare in parallelo. Il comportamento sempre controllato nei dettagli e nella fase di rilascio di Limit.One non sembra molto adatto al mix, ma qui la creatività dilata i confini all’infinito.

Conclusioni

Rockruepel Limit.One è un limiter che sarà apprezzato prima di tutto nell’ambiente di mastering più attento e preciso. Il suono è molto rispettoso del segnale originale e il comportamento del limiting è estremamente musicale e modellabile, grazie ai tempi selezionabili. Sebbene si inserisca nel novero dei pochi limiter analogici da mastering, le sue funzioni e il circuito di detector e di limiting ne garantiscono uno spazio non occupato da altri modelli. Merita certamente una prova in studio, soprattutto per chi in mastering richiede più la trasparenza che non la creatività successiva a un mix.

 

PRO

Trasparenza

Musicalità

Tempi di rilascio

Precisione dei controlli

CONTRO

Metering essenziale

 

INFO

Masteringworks

Prezzo: € 3499

Allegati

FileDescrizione
pdf Test - Rockruepel Limit.One

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