Il 9/9/2016 è stato il giorno scelto da Roland per presentare, tra le tante novità, le affascinanti proposte della serie Boutique che consistono nelle repliche in scala ridotta di alcuni tra gli strumenti più iconici e rappresentativi della casa nipponica. La data (9-09) non è stata scelta a caso, dato il diretto richiamo al nome di una delle drum machine più famose di sempre, la TR-909.
Venerati e odiati in egual misura, i suoni della leggendaria Roland TR-909, rhythm composer con step sequencer introdotta nel lontano 1984, sono tutto tranne che anonimi e hanno fatto la storia della house e della techno, oltre che di gran parte del pop della seconda metà degli anni ottanta (i fan di Phil Collins stanno ancora chiedendo il risarcimento dei danni morali); senza considerare l'influenza che ha avuto nei trent'anni a seguire, passando tra gli omaggi dei Daft Punk, dei Chemical Brothers, di Moby e così via. Presentata tre anni dopo la altrettanto famosa e fortunata sorella maggiore 808, ereditava da quest'ultima la struttura a step sequencer e il progetto di base, salvo presentare una timbrica più simile a una batteria reale e pertanto più versatile (anche se il suono resta palesemente e volutamente sintetico, a differenza di Lynn Drum e Oberheim che, nella loro altrettanta inattendibilità e mistificazione della realtà del drumming acustico, si ponevano come possibile alternativa ai batteristi da studio, che in quel periodo devono aver avuto qualche sudore freddo di troppo).
Il progetto, sviluppato da Tadao Kikumoto, consisteva in un mix di sintesi analogica per la parte relativa a kick, snare e tom, tutti manipolabili in termini di pitch e inviluppo, mentre si parlava di sample a sei bit per hi-hat e piatti, anch'essi pitchabili e manipolabili. Vari i motivi che ne decretarono il successo negli anni a venire: il sequencer a 16 step che consentiva una immediata gratificazione nel programmare i pattern, la presenza del MIDI, la possibilità di storare song composte da moltissime misure, la flessibilità dei suoni componenti il kit. Ritengo, con il senno di poi, che la forza di quella scatoletta grigiastra fosse riposta nel suono della cassa, del rullante e del clap: ancora oggi, a sentire brani prodotti con la TR-909, si può notare quanto la ritmica sia solidissima proprio grazie all'attacco e alla presenza del kick e alla densità dello snare, nonché alla musicalità delle loro modulazioni sia in alto che in basso.
La nuova veste e la tecnologia ACB
La resurrezione dell'iconica TR-909 nelle vesti della TR-09 (facente parte della serie Boutique) non va vista come una mera operazione commerciale o come un’operazione nostalgia, ma bensì come un sincero omaggio che si colloca a metà strada tra un qualcosa di effettivamente utilizzabile e funzionale (tutte le funzionalità originarie sono qui trasposte nella loro interezza, la programmazione dei pattern è semplice, i suoni sono riprodotti fedelmente) e un bell’oggetto (nell'accezione più nobile del termine, sia ben inteso), costruito con sapienza ed estremamente attraente, tanto da far scattare un’irrefrenabile voglia di collezionismo. Non va poi trascurato il fatto che, per chi desiderasse utilizzare i suoni dell'originale 909 senza incorrere nei software ma desiderando possedere un pezzo hardware e quindi un contatto fisico con lo strumento, una volta esclusa l'opzione di un acquisto di una TR-909 originale sul mercato dell'usato (che può arrivare a sfiorare i 3000 euro di quotazione), non resta che impossessarsi di questa nuova e ben più accessibile incarnazione. Impossibile del resto rimanere delusi davanti a questo gioiellino. Le dimensioni sono ridotte rispetto all'originale, per rispettare lo standard di ingombro degli altri prodotti della serie Boutique, ma la scelta cromatica, le proporzioni dei tasti, il loro collocamento, tutto richiama con precisione il modello di riferimento. Esteticamente gradevolissima e godibile, pur nelle sue piccole misure, la TR-09 trasmette una sensazione di solidità e serietà costruttiva: il pannello frontale è in metallo e si vede, le scelte cromatiche efficaci ed eleganti.
Sul fronte della tecnologia, il lavoro degli ingegneri della casa giapponese è encomiabile: i suoni sono generati digitalmente tramite la modellazione fisica del circuito originale e delle sue differenti parti elettroniche (trattasi della proprietaria tecnologia ACB, già sperimentata in tutti i prodotti Aira: per approfondire l'argomento vi consiglio la visione di un video divulgativo creato da Roland stessa: https://www.youtube.com/watch?v=GgDa8p_XIeU).
Abituati come siamo a utilizzare sempre software emulativo, è invece un piacere riscoprire il controllo tra le nostre mani di tutti i più importanti parametri: dal pitch, al decay, al livello di volume, sembra una cosa da niente eppure solo così è possibile accorgersi di quanto la manipolazione fisica e in tempo reale di tali parametri sia un fortissimo incentivo alla creatività e al sound design. Le dotazioni sono tante e tutte pienamente azzeccate: lo step sequencer offre una maggior editabilità rispetto alla TR-909: il beat è continuo anche passando dalla modalità play a quella write, quattro uscite audio separate via USB (ebbene si, la TR-09 in questa modalità è anche un'interfaccia audio) da inviare nella nostra DAW di riferimento (utilissimo!), l'alimentazione è sia tramite batterie AA che USB powered, sono presenti mini speaker on board (e qui ci perdiamo giusto qualche dettaglio sonoro, ma la feature è troppo divertente e piacevole). Infine si può disporre di un trigger output da inviare a un bel synth analogico.
Per quanto concerne il vero e proprio suono del kit, nel test condotto presso la sede italiana di Roland (ringrazio a tal proposito il gentilissimo Claudio Marini per la disponibilità e la messa disposizione dei nuovi prodotti Boutique) il suono mi ha dato una ottima impressione, con una sensazione di analogicità (anche se, come si è detto, è generato digitalmente) e in ogni caso corrispondente nella mia memoria al kit originario. Confrontata con le emulazioni software a posteriori, TR-09 ha un impatto maggiore e più dinamico, più vero e realistico. La resa sonora tra TR-09 e TR909 è pressoché identica e, se sussiste una minima differenza sulle alte frequenze, non è nulla che non possa risolversi con un qualsiasi equalizzatore o distorsore software: ridicoli in tal senso i commenti di qualche soggetto che, pur di apparire intenditore ma dimostrando così irrimediabilmente l'esatto contrario, asserisce che la originale TR-909 suona meglio, più calda, più analogica. In questi casi, ahimè assai frequenti nel mondo dell'audio (parliamo della famosa sindrome dell'orecchio foderato da saccente ma incolto pre-giudizio universale) sarebbe sempre opportuno bendare il malcapitato e sottoporlo a un accurato blind test per vedere se in tal modo sia in grado di distinguere il verso di un belato di pecora dalla Pastorale di Beethoven.
Conclusioni
Che vogliate considerarla come un'ottima (anzi diremmo perfetta, ma ben più economica) alternativa alla controparte originale, o che lo desideriate come oggetto da tenere in casa, con il quale sollazzarsi la domenica pomeriggio mentre vostra moglie carica la lavatrice e vi maledice ad alta voce (ma voi non potete sentire perché avete le cuffie), Roland TR-09 resta un prodotto perfettamente riuscito, affascinante sotto tutti i punti di vista, costruito con materiale di alta qualità, dal suono riconoscibile al primo pattern e che immediatamente evoca scenari sonori impressi nella nostra mente: non stentiamo ad immaginare che molti utenti e synth-nerd non vedranno l'ora di affiancarlo agli altri, altrettanto sfiziosi, fratellini della serie Roland Boutique. Ben fatto, Roland!
PRO
Perfetta replica di TR-909, solo più piccolina
Suono identico all’originale
Interfaccia audio USB con quattro uscite
CONTRO
Dimensione e tipologia tasti impedisce la stessa immediatezza nell’utilizzo dell’originale
INFO
Prezzo: 372,00 € +IVA