Quando Spectrasonics esce con un software, c’è da aspettarsi come minimo un nuovo punto di riferimento. Keyscape, dedicato esclusivamente alle varie incarnazioni del pianoforte e delle tastiere acustiche ed elettromeccaniche, dagli strumenti primordiali fino ai classici pianoforti elettrici, è quel nuovo punto di riferimento!
Quante sono le library o i virtual che avete installato nella DAW per l’emulazione del pianoforte in tutte le sue declinazioni? E quante di queste library suonano molto bene? In genere ognuno di noi ama un paio di library per un paio di suoni di pianoforte, senza coprire tutte le sonorità, e installa library o virtual per i pianoforti elettrici. Se però avete messo le mani su un Rhodes, un Wurltizer, un grand piano Yamaha, Steinway, Bosendorfer o Kawai, difficilmente sarete rimasti del tutto soddisfatto. Keyscape è pronto a farvi ricredere! Trentasei strumenti, alcuni dei quali molto rari, campionati al meglio dopo un certosino restauro e relativo tuning alla perfezione, per un totale di 450 patch, che si integrano anche in Omnisphere accedendo, quindi, a ulteriori parametri di sintesi. La forza di Keyscape, come singolo virtual instrument, è nella qualità dei campionamenti e nei controlli di performance essenziali, ma la potenza vera si esprime con la piena integrazione con Omnisphere. Entrambi i prodotti utilizzano il motore multitimbrico Steam, con effetti integrati, sintesi granulare, FM, Ring Modulator, waveshaping e modulazioni. Keyscape richiede almeno 8 GB di RAM, un drive SSD, 80 GB di spazio su hard disk (30 per la versione Lite) e host a 64 bit (i 32 bit non sono supportati se non passando da Omnisphere). Non è uno strumento standalone, bensì un plug-in in versione AU, VST 2.4 e AAX per Mac e PC.
L’interfaccia grafica
Come in Omnisphere, il punto di partenza è semplice: a sinistra la colonna con i dieci tipi di strumenti (Acoustic Pianos, Belltone Keyboards, Clavinets, Electric Pianos, Key Bass, Mini Pianos, Plucked Keyboards, Vintage Digital Keys, Wind Keyboards) per filtrare le patch che compaiono nella finestra sottostante. Ogni patch può essere valutata, così da poter creare una propria lista preferenziale in base al gusto personale, e richiamata in ordine seguente, con un pulsate Play per suonare una nota. Come su Omnisphere è possibile creare le proprie patch. Chiudendo il browser, Keyscape si ammira in tutta la sua eleganza: lo strumento selezionato è in bella vista e la sua storia è raccontata nella finestra Info. Sotto allo strumento regnano i parametri dedicati alle caratteristiche dello stesso, quelli per il controllo degli effetti e i controlli di performance, che possono poi essere approfonditi nei tab dedicati, che a loro volta cambiano secondo il tipo di strumento richiamato. In Setting è possibile definire il numero di voci fino a 64, l’ottava, il gain, i valori di bend up e down, la scala microtonale e un parametro Thinning che preserva la memoria riducendo i round robin e i velocity switch. In System troviamo una serie di parametri per lo streaming da disco, la gestione della memoria, il master tuning, il round robin e parametri di servizio.
I moduli timbrici
Sebbene ci sia una certa costanza dei parametri per singolo tipo di strumento musicale, qualche volta si incontra l’eccezione quando il timbro è stato molto processato. Keyscape è dotato di moduli d’effetto e di emulazione dedicati. Si parte con gli amplificatori, per le tastiere elettroniche ed elettromeccaniche (Rhodes e Wurltizer in testa), dove è possibile selezionare diversi cabinet, controllare bassi, medi, alte e la presenza, gestire il volume, il boost, il drive e il crunch. Può essere associato a De-Noise, per ridurre il rumore elettronico di amplificatori, preamp e microfono. Character è soprattutto dedicato ai pianoforti acustici, con al scelta di otto sonorità e un controllo Color Shift per modificare ulteriormente le nuance. Qui agganciamo anche Damper (che consente di stabilire la nota del damper) e Feel che controlla l’attacco, la transizione durante il rilascio e il tempo di rilascio. Presente anche Performance, per la gestione dei rumori meccanici e sensibilità alla dinamica. Nel caso di Clavichord, troviamo anche la velocità del vibrato e il damping. Chorus emula un Boss CE-2, un TC Electronic, un vibrato di Roland JC-120 e quattro altre modalità, con parametri di Depth, Rate, Mix, Mono. Compression prevede un livello d’ingresso, ratio, sustain, release, level. Esiste anche un emulatore di compressione Tape. Distorsion è ricco, con i suoi otto modelli emulati ma con i soli controlli di Drive e Tone. Echo include Amount, Feedback, Vari-Speed, Width e Color. Diversi gli equalizzatori, molti a banda fissa e uno che emula il classico Pultec EQP-1A con frequenza Low e High selezionabile. Filter è stato inserito con controlli di Low Cut e Hi Cut. Simile è Lo-Fi, con Flutter e Vinyl Noise. Mix permette di controllare il suono diretto e quello meccanico, oppure di miscelare il suono dei microfoni con quello della stanza e del pickup. Caso particolare quello di Mix per Clavinet e Planet, per definire la somma dei due e dei pickup. Parlando di digitale, Keyscape permette di scegliere per MK-80 Rhodes il modello. Certe patch possono includere anche un effetto di modulazione, a scelta con chorus, phase, vibrato, univibe e OB phasor, o includere un Phaser dedicato che emula un MXR Phase 90. I pickup sono dedicati al Clavinet, con quattro modalità, e a Vibanet con quattro caratteristiche tonali. Rimanendo nell’elettromeccanico, esiste il modulo di preamp con sette emulazioni, controlli di Bass, Treble e Presence. Il modulo di riverbero include modelli Studio, Spring ed Echo, con Amount, Time e modalità Mono, a cui si associa Shimmer in alcuni casi. Possibile incontrare anche Stereo Image, per ampliare la stereofonia, Tape per la saturazione, con controlli di Age e soglia, Timbre con color shift e transient, e Tone che funziona come un equalizzatore. Non mancano Tremolo e Vibrato, quest’ultimo con quattro modelli, e il mitico Wah Wah con sette emulazioni con controlli di Pedal, Sensitivity, Shape, Sweep Depth, Sweep Rate e Gain.
MIDI
Il menu Utility consente di programmare il MIDI Learn su quasi tutti i parametri, creando anche dei template da richiamare in seguito, semplicemente premendo il tasto destro del mouse sul parametro desiderato, con possibilità di invertire il controllo MIDI, registrare l’automazione sulla DAW e staccare il controllo MIDI per singolo parametro. Keyscape riporta anche il nome del parametro, comodo nel caso di superfici di controllo con display dedicati. La scelta della curva di dinamica è fondamentale e, per la prima volta, troviamo la possibilità di richiamare la curva più adatta tra le tastiere più recenti prodotte da Akai, Arturia, Casio (per la serie Privia), CME, Dave Smith, Kawai (MP 8000 e MP9000), Korg, Kurzweil (PC), M-Audio, Native Instruments, Nord, Novation, Roland, Sequential e Yamaha.
L’integrazione con Omnisphere
Acquistando Keyscape, l’integrazione con Omnisphere 2 è gratuita e funziona come un Satellite Instrument. Il richiamo delle patch di solo Keyscape è facilitato dalla scelta della directory e, una volta caricata la patch, è possibile visualizzarla con la grafica di Keyscape o integrarla nell’interfaccia di Omnisphere, da cui è possibile entrare in programmazione spinta grazie al suo motore e ai parametri. Il vantaggio maggiore, però, è la possibilità di usare il rack di effetti di Omnisphere, che comprende anche un delay assente in Keyscape. Qui è anche possibile osservare come alcuni degli effetti di Keyscape siano in realtà versioni grafiche semplificate di quelle di Omnisphere ma, nel contempo, come Keyscape abbia dei parametri dedicati ai singoli strumenti che non sono rinvenibili in Omnisphere.
In prova
Keyscape richiede un computer corazzato: nel nostro caso è stato usato con dischi SSD, anche di sistema, su Mac con 32 GB di RAM e, con Pro Tools HD, non ha dato alcun segno di cedimento, potendo utilizzarlo a latenza basse. Provato invece con dischi a 7200, il risultato è stato disastroso, sconsigliandone quindi l’utilizzo. L’installazione è filata via veloce e senza intoppi e, allo stesso modo, l’integrazione con Omnisphere. Il tempo di attaccare una master keyboard e già le prime note hanno chiarito chi comanda quando si tratta di campionamento. Keyscape è, come Omnisphere, uno strumento musicale digitale di ottima qualità, tanto che se esistesse in hardware potrebbe essere una tastiera di grande successo. Il suono è completamente, enormemente e dettagliatamente americano: grosso, con le note delle prima ottave che escono potenti e vibranti, scontornate, ricche di armoniche e di basse frequenze. Le medie sono vellutate, sempre presenti e vitali, e le alte frequenze non soffrono di aliasing o di imperfezioni, incastonandosi nell’insieme del timbro. Ogni strumento, dal pianoforte acustico al Rhodes, passando per un MKS 20 e il JD800 di Roland, è vivido, mai ripetitivo e mai dal sapore digitale. A confronto, anche le library di terze parti per Kontakt dedicate appaiono piccole nel suono e limitate in dinamica. L’accoppiamento con la master keyboard è fondamentale: l’idea di fornire delle curve già prestabilite per molti modelli è indubbiamente vincente. Se, suonando Keyscape, non avete l’impressione di avere sotto mano lo strumento musicale che emula, controllate e modificate la curva di risposta dinamica. È fondamentale! Venendo ai timbri, i pianoforti sono tutti eccellenti e ispirano generi musicali diversi. I Rhodes, in particolare LA Custom, sono deliziosi: per la prima volta abbiamo l’intera palette timbrica dei Rhodes a portata di dita. I Wurlitzer e i Clavinet, nelle diverse versioni, sono quanto di più rock si possa desiderare o, quando occorre, anche di dolce ed elettroacustico. Il reparto tastiere rare inizialmente lascia un po’ indifferenti, se non fosse che l’accoppiata con Omnisphere apre un universo parallelo di grandissima suggestione. A livello di campionamento e sintesi, nulla è stato lasciato al caso per portare sotto le dita un suono già pronto e discografico come pochi. Il distretto effetti mostra però alcuni limiti: molti degli effetti sono ovviamente ripresi da Omnisphere, semplificandone al massimo la programmazione, e parte di essi agiscono in realtà direttamente sul motore di sintesi. Non ci è piaciuto del tutto il riverbero, che non è all’altezza dell’intero plug-in ma che può essere facilmente sostituito da altri plug-in più performanti (è il bello del mondo virtuale), mentre si fa notare l’assenza di un delay che, proprio negli strumenti a tastiera, è una mancanza secondo noi importante. È ovvio che se già si possiede Omnisphere, l’integrazione con Keyscape permette di accedere a tutti gli effetti di Omnisphere, compreso il delay. La conseguenza è che il meglio di Keyscape si ottiene con Omnisphere, quando si parla di effetti e di creazione di nuovi suoni.
Conclusioni
Spectrasonics Keyscape è uno di quei pochissimi strumenti virtuali di cui non si può fare a meno, quando si cerca uno strumento a tastiera acustico o elettroacustico. La qualità supera di gran lunga molti VI dedicati e, considerando l’insieme, è un prodotto unico nel suo genere quando si parla di qualità e completezza timbrica degli strumenti. Chi già possiede Omnisphere, troverà in Keyscape la controparte acustica/elettrica delle tastiere, accedendo anche alla programmazione completa della patch. Un’altra pietra miliare nella storia dei VI, destinata a essere usata per i prossimi anni a venire senza cedere in termini di qualità e varietà!
Gli strumenti campionati
- Celeste, Chimeatron, Clavichord
- Dolceola
- Dulcitone
- Electric Harpsichord
- Harmochord
- Hohner Clavinet C
- Hohner Clavinet-Pianet DUO
- Hohner Pianet M
- Hohner Pianet N
- Hohner Pianet T
- JD-800 Crystal Rhodes
- LA Custom C7
- Mini Student Butterfly
- MK-80 Digital Rhodes
- MKS-20 Digital Piano
- Rhodes – Classic Mark I
- Rhodes – LA Custom “E”
- Rhodes 1946 Pre-Piano
- Rhodes Piano Bass
- Toy Piano – Classic
- Toy Piano – Glock
- Toy Piano – Grand
- Toy Piano – Saucer Bell
- Vintage Vibe EP
- Vintage Vibe Tine Bass
- Vintage Vibe Vibanet
- Weltmeister Bassett I
- Weltmeister Bassett II
- Weltmeister Clavinet
- Wing Tack Piano
- Wing Upright Piano
- Wurlitzer 140B
- Wurlitzer 200A
- Yamaha CP-70
PRO
Qualità e sonorità eccellente
Curve di velocity per molte tastiere
Alcune tastiere rare
Semplicità d’utilizzo
Integrazione con Omnisphere
Contro
Play con una sola nota demo
Assente un delay
Riverbero migliorabile
INFO
Prezzo: € 288 + IVA
Letto splendido. Ho capito cose che non sono scritte da nessuna parte neanche in rete ? Bravissimo Luca Pilla. Inserisco questo Video Spectrasonics recentissimo ? https://m.youtube.com/watch?v=etXYvWYO8OY&feature=youtu.be&a= Sentirete i Rhodes dopo avere letto apprezzerete | R