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Test: Steinberg SpectraLayers Pro 6, la grafica al servizio della creatività audio

Rapporto qualità/prezzo8
Suono10
Facilità d'uso9
9

Chiunque si occupi di audio ha familiarità con la rappresentazione grafica delle forme d'onda e con le variegate possibilità di manipolazione delle stesse. non si può sempre dire lo stesso della descrizione visiva del suono sotto forma di spettrogramma, nonostante questo possa aprire le porta a potenzialità diverse rispetto a quelle tipiche della rappresentazione di onde e inviluppi.

Steinberg Spectralayers Pro 6 è uno strumento software finalizzato alla visualizzazione e all’editing spettrale. Nella rappresentazione grafica dello spettro dei materiali audio abbiamo tempo (asse orizzontale), frequenze (asse verticale) e intensità (resa in 3D o in 2D tramite colori diversi o differenti gradazioni di luminosità). La grande differenza tra editing spettrale e manipolazione delle forme d’onda è che nel primo caso gli interventi possono essere facilmente circoscritti a specifici range frequenziali.

Spectralayers è stato acquisito recentemente da Steinberg. La prima versione nacque nel 2012 in casa Sony, per passare alcuni anni dopo a Magix. Tra le novità di questa nuova versione troviamo il supporto ARA 2, un’interfaccia grafica rivista e più intuitiva, nuovi sistemi di selezione avanzata e la possibilità di mettere in solo o mute layer e canali.

Daremo comunque ora un inquadramento completo del software, utile per chi non avesse avuto modo di provare le versioni precedenti.

 

Test Steinberg Spectralayers Pro 6 software plug-in virtual post produzione audio repair restore audiofader

L'interfaccia del plug-in

Analisi

L’interfaccia è semplice e lineare, con a sinistra i tool, chiaramente ispirati ai software di grafica, al centro la visualizzazione dello spettro e della forma d’onda, a destra una serie di pannelli: opzioni di visualizzazione, cronologia delle azioni, canali e layers. Al centro in alto si trovano le opzioni dello strumento selezionato. A completare il quadro c’è il semplice menù testuale. Il software è in inglese; non è - almeno al momento - localizzato in italiano.

Per caricare un file basta il drag&drop o seguire il percorso File à Open. Si possono caricare più file su diversi layer o copiare/spostare parte del materiale spettrale su altri layer appositamente creati. A ciascun layer viene associato automaticamente un diverso colore (customizzabile). I layer (e i singoli canali degli stessi) possono essere messi in mute o in solo e se ne possono regolare indipendentemente i volumi. Modificando i volumi dei layer muta anche in tempo reale la rappresentazione grafica dello spettro. Si possono creare gruppi di layer ed effettuare la fusione di più layer. Si può anche registrare direttamente in un layer del materiale sonoro. Ciascun layer è indipendente dagli altri.

La navigazione risulta immediata grazie allo strumento di zoom (che opera contemporaneamente nelle quattro direzioni per gestire zoom in /out in orizzontale e verticale) e allo strumento Hand, che consente di spostare l’area visualizzata tramite trascinamento.

 

Test Steinberg Spectralayers Pro 6 software plug-in virtual post produzione audio repair restore audiofader

Tre layer, ciascuno associato a un diverso colore

La visualizzazione dello spettro può essere modificata agendo su numerosi parametri, tra cui in particolare l’FFT Size. Senza entrare in dettagli troppo tecnici, aumentando il valore di tale parametro si allarga la finestra temporale di analisi, si ottengono dati più precisi in merito alla composizione in frequenza del suono e meno definiti in relazione alla distribuzione nel tempo delle frequenze. Vale il viceversa se si restringe la finestra temporale. Se messa così sembrasse troppo intellettualoide non preoccupatevi, la visualizzazione grafica cambia in tempo reale al variare dei parametri di visualizzazione (che comprendono tra l’altro anche luminosità e range dinamico e frequenziale), quindi definirli lasciandosi guidare dalla vista anziché dai calcoli matematici è cosa molto semplice. Volendo si può passare anche ad una visualizzazione tridimensionale, che però ci è apparsa meno gestibile e che quindi consigliamo di usare solo qualora il contesto specifico lo richieda.

Per quanto riguarda le potenzialità di base del software (spesso disponibili anche in altri applicativi, tra cui il gratuito Audacity) citiamo solo brevemente che si possono selezionare aree frequenziali ed attenuarle, rafforzarle, eliminarle, clonarle, spostarle. Si possono inserire silenzi, suoni di test, ridurre il rumore di fondo, ridurre il riverbero. Molte delle operazioni sono attuabili semplicemente selezionando uno dei tool della colonna di sinistra e regolandone il comportamento definendone i parametri; in altri casi bisogna invece appoggiarsi al menù testuale (nello specifico alla voce Process).

Un campo specifico in cui SpectraLayers eccelle è la versatilità nelle operazioni di selezione di aree dello spettro. È infatti disponibile tutta una serie di strumenti dedicati diversi tra loro (si possono effettuare selezioni per intervallo temporale, di frequenze, per forma rettangolare o ellittica, per banda di frequenza, per armoniche, a mano libera con lo strumento pennello, disegnando una forma, per transienti, con lo strumento bacchetta magica) - chi usa software di grafica non avrà certamente difficoltà a familiarizzare con tutte queste opzioni. Ciascuna operazione di selezione può essere fatta interagire con le precedenti (aggiungendo, sottraendo o intersecando l’area selezionata con la selezione preesistente). Le selezioni possono essere “nette” o graduali, con dei fade personalizzabili in termini di tempo e frequenze.

 

Test Steinberg Spectralayers Pro 6 software plug-in virtual post produzione audio repair restore audiofader

La visualizzazione in 3D

In prova

Al di là della potenza e della versatilità generale degli strumenti di selezione abbiamo apprezzato in particolare lo strumento di selezione automatica delle armoniche, che partendo dalla selezione dell’utente di una frequenza va a comprendere anche le armoniche superiori. Ci è sembrato preciso e affidabile. Altro elemento particolarmente utile è la possibilità di ascoltare solo le parti di spettro selezionate, in modo da individuare con maggiore facilità le aree di nostro interesse.

Una volta selezionata un’area frequenziale questa può essere copiata, tagliata, spostata, attenuata, rafforzata, compressa o dilatata temporalmente.

Si possono ovviamente anche “disegnare” gli spettri, con gli strumenti matita e bomboletta spray. Non mancano lo strumento timbro (per clonare una parte di spettro dove si desidera) e Frequency Repair (con funzione di riparazione delle eventuali frequenze “interrotte”, che possono essere ricostruite congiungendone inizio e fine).

 

Test Steinberg Spectralayers Pro 6 software plug-in virtual post produzione audio repair restore audiofader

Selezione complessa ottenuta facendo interagire più selezioni di vario tipo

Non mancano gli strumenti di analisi, piuttosto dettagliati e sempre legati alla dimensione grafica della rappresentazione. Ci sono anche i marker, puntiformi o relativi a una regione frequenziale rettangolare.

Due funzioni che potrebbero rivelarsi estremamente utili in fase di mix sono quelle indicate come Casting e Molding. Nel Casting, caricando due layer, si può scavare uno dei layer nei punti (in termini di tempo e frequenza) in cui l’altro è più presente (problemi di coesistenza di cassa e basso?). Nel Molding uno dei layer può fungere da “stampo”; in sostanza dove c’è del materiale suona anche l’altro layer, le parti dove il layer di riferimento non è presente vengono rimosse anche da quello modellato.

Nell’ultima sezione del manuale si spiega come usare Spectralayers in tandem con tutte i principali audio editor, DAW, campionatori. Quando disponibile la tecnologia ARA2 (come nell’ultima release di Cubase) Spectralayers può lavorare direttamente nel software ospitante, come fosse un editor interno.

Non abbiamo rilevato particolari problemi di stabilità o di richiesta di risorse.

 

Test Steinberg Spectralayers Pro 6 software plug-in virtual post produzione audio repair restore audiofader

Riparazione di una frequenza interrotta stadio 1

Test Steinberg Spectralayers Pro 6 software plug-in virtual post produzione audio repair restore audiofader

Riparazione di una frequenza interrotta stadio 2

Conclusioni

In conclusione SpectraLayers Pro 6 non è un software indispensabile nell’armamentario del producer, ma una volta che si dispone di una buona DAW e, a seconda dei casi, di un buon audio editor, potrebbe rivelarsi un ottimo investimento. I principali campi di applicazione sono senza dubbio il Sound Design e le manipolazioni creative, ma questo software può tornare utile anche per restauro, mix e mastering. Anche i campi edu e research potrebbero certamente beneficiarne. Il prezzo è di € 299, una quotazione che ci sembra equilibrata tenendo conto del fatto che nonostante i numerosi pregi si tratta comunque di un software decisamente meno ricco e complesso di altri prodotti, anche di casa Steinberg (come Wavelab Pro). SpectraLayers ha certamente numerose frecce al proprio arco, sia in termini di potenzialità peculiari sia di facilità nel raggiungere risultati ottenibili magari anche attraverso altri strumenti, ma in modo molto più macchinoso e meno intuitivo.

 

PRO

Vaste potenzialità, in particolare in sound design

Semplicità di utilizzo

Supporto ARA2

CONTRO

Non localizzato in italiano

 

INFO

STEINBERG

Prezzo: 299 €

 

Allegati

FileDescrizione
pdf 10 Steinberg SpectraLayers Pro 6