Telefunken presenta la sua punta di diamante tra i kit di microfoni per batteria hi-end, nella qualità ma non nel prezzo. DC-7 include ben sette microfoni!
Telefunken ci propone questo interessante DC7, kit microfonico per batteria dalla costruzione esemplare e dalle performance decisamente sopra la media. Scopriamo assieme ciò che potrebbe essere la prima scelta per uno studio di registrazione in cerca di flessibilità e suono contemporaneamente.
Un'ottima scelta
Forse questo titolo potrebbe trarre in inganno visto che il kit DC7 proposto da Telefunken non è esattamente un prodotto entry level dato il prezzo superiore ai 2.200 Euro. Quindi perché scrivo questo? È presto detto: chi di voi ha già una sorta di scelta fissa nel momento di selezionare I microfoni più adatti a una registrazione? Probabilmente tutti, me compreso e, molto spesso, queste scelte sono talmente radicate da non farci prendere nemmeno in considerazione alternative, anche più che valide. Chi punta tutto su un AKG D112 per il suo kick, chi utilizza un Sennheiser MD421 per lo snare top, o i classici Shure SM57 per tom e timpano, ha già fatto la sua scelta magari dopo anni e anni di fedele utilizzo. Il kit all-in-one di Telefunken è quindi una sorta di tutto compreso con prodotti sicuramente ottimi ma che devono affrontare l’esperienza dei sound engineer, non troppo inclini a provare nuove soluzioni. Il kit risulta un ottimo primo acquisto, di alta qualità, per chi è in fase di realizzazione del proprio spazio creativo, sia esso un home studio evoluto o già un setup più professionale e ancora non ha fatto la sua scelta per la vita. La questione che ci si potrebbe porre è se questo set dal prezzo importante possa farci mettere da parte le nostre scelte più classiche. Vediamo un po’.
Costruzione
Il case si caratterizza da subito per le ottime plastiche e l’assemblaggio curatissimo: ogni elemento del kit trova la sua giusta collocazione all’interno della pesante valigetta. Proprio il peso non trascurabile, se da un lato non farà la felicità delle vostre braccia nel trasporto, dall’altra vi garantisce una prima sensazione di qualità di costruzione tipicamente professionale.
All’interno dell’esemplare del nostro test troviamo i cinque microfoni dinamici e i due condensatori a diagramma stretto; completano la dotazione i supporti in metallo per poter fissare i dispositivi ai fusti e un set completo di cavi dotati di connettori XLR marchiati Telefunken. Completano la dotazione i supporti elastici per i due condensatori. Sollevando i microfoni dinamici notiamo subito come siano tutti realizzati in metallo e dotati di una certa massa. Le dimensioni, tolti i condensatori, sono tutte piuttosto massicce e se da un lato questo conferma la sensazione di solidità già segnalata, dall’altro pone qualche problema nel posizionamento in drumkit particolarmente affollati di meccaniche e piatti. Furbamente i connettori forniti hanno l’attacco femmina a pipetta per limitare questo fenomeno. Ad esempio microfonando un setup con i piatti tenuti molto bassi e vicini ai fusti, questi Telefunken non troverebbero spazio in modo immeditato. Tanto per intenderci il classico Shure SM57 è di posizionamento assai più facile anche se d’altro canto questi Telefunken sono piuttosto corti quindi compensano nell’utilizzo con forti angolazioni su snare e tom. Passando ai due condensatori M60, sono anch’essi molto curati nella realizzazione e nel case sono alloggiati con gli amplificatori separati dalle capsule, posizionate a loro volta in pratici contenitori protetti.
Hardware
Il kit è composto da sette microfoni: cinque dinamici e due condensatori. L’M82 proposto come kick mic è un dinamico a diaframma largo da 32 mm dotato di due switch per l’inserimento di altrettante funzioni indipendenti: un High Boost e una denominata Kick Eq. I due switch sono combinabili in modo da ottenere quattro diversi assetti sonori. Assemblato a mano in Connecticut, presenta una risposta in frequenza da 25 Hz a 18 kHz per un SPL di 146 dB (1% THD). M80-SH e M81-SH sono i nomi scelti rispettivamente per il microfono snare e per gli ulteriori tre microfoni per tom. Si tratta anche qui di dimanici a pattern supercardioide capaci di sopportare un SPL massimo pari a 135 dB (1% THD) con una risposta in frequenza da 50 Hz a 18 kHz. A prima vista l’unica differenza che salta all'occhio è nel corpo, nero per l’M80 e grigio scuro per l’M81; in realtà scopriamo che sia l’M80 che l’M81 derivano dai relativi modelli handeld e mantengono sostanzialmente le stesse caratteristiche sonore in comune.
Abbiamo quindi la possibilità di utilizzarli dal vivo per i cantanti quando non servono per la ripresa della batteria. Detto questo dovremmo intuire che l’impedenza in uscita debba essere minore nell’M81 con un beneficio sulle alte frequenze. Anche se sulle informazioni ufficiale ci viene fornito come dato per entrambi 325 Ohm, l’M81-SH dovrebbe avere un’impedenza in uscita intorno ai 250 Ohm, derivando appunto dal cugino M81. Una leggera enfasi è presente attorno ai 10 kHz, fattore che aiuta la ripresa di altri strumenti al di fuori delle percussioni. Infine abbiamo la coppia di M60, condensatori FET (Field Effect Transistor) con capsula TK60 con diagramma cardioide, rigorosamente matched, con capsula da 15 mm e polverizzata con oro.
La risposta in frequenza viene data per flat dai 150 Hz ai 7 kHz e con un boost a partire dagli 8 kHz per una maggior apertura. Gli amplificatori, assemblati a mano, presentano uno scostamento di +/- 2 dB nell’arco di utilizzo da 20 Hz a 31,5 kHz e gli amplificatori presenti nei due body M60 sono custom Telefunken T61CT, realizzati in USA e forti di un THD+N pari allo 0.015%. Una curiosità di questi condensatori è la possibilità di cambiare le capsule senza togliere l’alimentazione 48V, rendendoli di fatto hot swapable, optando tra le versioni a diagramma cardioide (fornite di serie), ipercardioide e omnidirezionale (queste ultime due tipologie non presenti nel kit DC7 ma acquistabili a parte).
In prova
Per il nostro test ci siamo affidati ai connettori forniti di serie con il kit e ad un preamp 737SP di Avalon, con settaggi flat, sia in termini di eq che di dinamica. Il primo elemento che abbia testato è stato l’M82, posizionandolo all’interno del nostro kick drum di test. Come già accennato, le dimensioni non sono propriamente mignon e il microfono di fatto occupa per intero il diametro del foro presente sulla pelle risonante. Anche il peso piuttosto elevato richiede un supporto adeguato e ben frenato. Con i due selettori posizionati entrambi su Off il suono è corposo ma non artefatto. Non presenta caratteristiche soniche inaspettate tenendo conto dei settaggi dello strumento utilizzato: una Pearl 22x20 con pelli non molto tese. Forse, il settaggio di default è quello che meno invoglia all’acquisto di questo microfono o questo set. Attivando il selettore Kick Eq in modalità On ecco che arriva la prima sorpresa.
Un filtro passivo attacca le frequenze attorno ai 350 Hz, placandole in modo significativo e pulendo il suono da una certa quantità di boominess presente precedentemente. Forse su una kickdrum di volume ridotto l’effetto potrebbe essere percepito in modo meno evidente, ma su una grossa cassa, ad esempio un 26", questa funzione è decisamente gradita. La terza modalità di utilizzo si ha riposizionando su Off il selettore Kick Eq e attivando lo switch High Boost: abbastanza facile immaginare cosa possa succedere a questo punto: un boost piuttosto marcato (6 dB) sulle frequenze medio alte tra i 2 e i 10 kHz che si traduce in un cambio deciso di carattere. Il click della casa emerge chiaramente e il suono diventa molto più adatto a generi dal rock in su. Nonostante i 6 dB di boost e il range di frequenze piuttosto ampio non ho percepito un sostanziale aumento del rumore di fondo. La combinazione più interessante è la quarta e ultima, ovvero il Full On, con entrambi gli switch posizionati su On.
I due interventi, se presenti allo stesso tempo, ci restituiscono un suono piuttosto presente, leggermente aggressivo ma non sfacciato, spinto in avanti al punto giusto da essere presente anche in mix piuttosto affollati ma non artefatto. Personalmente credo di poter dire che questi selettori hanno il potere di sottolineare, anche in modo evidente, le caratteristiche soniche dello strumento utilizzato senza andare a sostituirsi. In ogni caso, sia con i selettori in posizione Off sia sfruttando le diverse combinazioni, ho trovato il suono di questo M82 facilmente gestibile e piuttosto presente. Chiaramente con tutte le opzioni attive, il suono ha decisamente più definizione e potremmo essere tratti inganno nel considerare questo setup la norma e non un plus offerto da Telefunken. Converrebbe forse iniziare l’ascolto dai settaggi più spinti e poi passare via via a quelli più morbidi e non l’opposto, rischiando di trovarsi a preferire semplicemente il suono più vivido e in faccia.
Per microfonare lo snare, il kit DC7 di Telefunken ci offre l’M80-SH, che come già detto deriva dal Telefunken M80 standard in termini di circuiteria. Non c’è molto da segnalare su questo microfono se non un certa timidezza sulle alte frequenze per poter donare una maggior presenza sulle medio basse. Forse non sarà la prima scelta per un jazz ensamble, tutto dettagli e spazzole, ma di sicuro è un’ottima scelta per un suono corposo, dettagliato quanto serve e che non tema le alte pressioni sonore in virtù dei suoi 135 dB di SPL. Per questo test abbiamo utilizzato uno snare Mapex da 14” già testato in innumerevoli sessioni in studio, senza alcun tipo di eq. L’M80-SH non presenta enfasi particolari anche se una certa morbidezza sulle alte frequenze è emersa durante la prova. Una microfonazione al di sotto del rullante è quindi d’obbligo se vogliamo mantenere un po’ di crispness.
Medesimo discorso per gli M81-SH, proposti come microfoni multi purpose, ovviamente orientati alla ripresa di tom e timpani ma che risultano essere piuttosto versatili anche su ottoni e voci. A livelli sonoro e in base alla scheda tecnica ci troviamo di fronte alla medesima scelta in termini di eq, con una risposta meno marcata sulle alte frequenze per inspessire la regione più low. Ho notato con piacere una certa mancanza di effetto cartone, che affligge spesso i microfoni posizionati sui tom, magari quelli meno brillanti e poco responsivi. Se sui tom da 10” a 13” li ho trovati piuttosto efficaci, tanto non si può dire, paradossalmente, su un timpano oltre i 15” di diametro.
Forse l’M82 gestirebbe low end e punch del tamburo con maggior presenza e intellegibilità ma come già detto, il posizionamento di quest’ultimo potrebbe non essere agevole. Su un timpano da 18”, caso limite essendo quasi un kick verticale, l’M81-SH ha mostrato un po’ la corda, con una resa un po’ muddy sulle bassissime frequenze e un leggero effetto boxy sulle medio basse. Caratteristica sia dell’M80 che degli M81 è l’ottima capacità di non far sentire eccessivamente l’effetto prossimità permettendoci riprese anche piuttosto ravvicinate senza dove intervenire con l’eq in modo deciso.
Infine eccoci arrivati agli interessanti M60, proposti in veste di overhead, sicuramente dettagliati e vivi, specialmente se utilizzati anche in modo più specifico come rinforzo per hi-hat o ride. Sulla campana del ride in prova, un UFIP da 21” serie Bionic, si è rivelato molto naturale e non eccessivamente squillante nonostante la resa ben presente di alte frequenze e dettagli. Un leggero boost attorno ai 9 kHz dona anche un piccolo aiuto extra per percepire l’aria e donare vita al sound complessivo del kit.
Conclusioni
Il kit DC7 è un ottimo prodotto, assemblato in modo esemplare, dove la cura per i dettagli e i materiali è assolutamente sopra la media. Consigliato soprattutto per chi è in fase di setup di un nuovo studio e cerca un kit microfonico sostanzioso e robusto. Lo consiglierei meno a chi è già in possesso di qualche trasduttore di fiducia, dato il prezzo non propriamente alla portata di tutte le tasche. Sul mercato esistono molteplici alternative a prezzi più concorrenziali se acquistati separatamente. Concludendo possiamo ribadire quanto questo kit sia una soluzione piuttosto completa e di qualità indubbia, perfetto per chi sta costruendo il suo parco microfoni.
PRO
Qualità costruttiva
Facilità d'uso
Completezza del kit
M82 molto interessante quando utilizzato sul kick
CONTRO
Prezzo
INFO
Info@funkyjunk.it
Prezzo: 2.200,00 € +IVA