brainworx e Universal Audio uniscono le forze per ridare vita a uno degli effetti più utilizzati da artisti del calibro dei Pink Floyd, Van Halen e Police. aggiunte nuove funzioni non presenti sul modello fisico, tra cui la possibilità di scegliere l'emulazione del modello originale del 1979 e la più versione moderna del 2009
Il flanger è uno di quegli effetti a cui spesso si da poca importanza: spesso nell'immaginario collettivo “uno vale l'altro”, non è certamente importante quanto un buon preamplificatore o un buon equalizzatore.
La realtà dei fatti però è che ogni componente della catena audio, dallo strumento singolo al mastering finale, è un'occasione per fare una scelta azzeccata e la somma di molte scelte azzeccate fanno la magia. Un flanger come questo (che poi fa anche da chorus o da phaser volendo) è sicuramente una scelta più che azzeccata, sia per il suono veramente bello ed etereo che per alcuni controlli che altri flanger non hanno.
Prima di analizzare i controlli è utile però capire come funziona un flanger, in modo da sapere cosa succede al segnale quando viene processato.
Immaginate di avere due nastri, identici, quindi con sopra incisa la stessa traccia audio. Immaginate ora di farli partire esattamente insieme, il risultato sarà un incremento del volume e basta, ma a parte questo niente che sia degno di nota.
Ora arriva il bello: proviamo a far partire uno dei due nastri con qualche millisecondo di ritardo... ecco che compare quello che si chiama “comb filter” (filtro a pettine), ossia un filtro dove alcune frequenze si cancellano (notch) e altre si sommano (peak).
Tutto ciò è relativo a quanto delay viene dato, aumentandolo o diminuendolo il filtro a pettine agisce su frequenze diverse, creando quel suono tipico del flanger, così amato da molti musicisti e utilizzato veramente in tantissimi dischi.
Il flanger è il tipico caso in cui un errore (controfase) viene usato a scopo creativo, con risultati che hanno cambiato la storia della musica. Oggigiorno non si usano più i nastri, ma un tempo il flanger era ottenuto proprio così, semplicemente sfasando due registrazioni uguali e giocando sui tempi di delay e su altri fattori.
Controlli
- Harmonics: questo switch non fa altro che invertire la polarità del segnale processato quando è impostato su Odd, con una relativa perdita di basse frequenze e la sensazione di un suono più “vuoto”
- Level: è a tutti gli effeti un pad che attenua il segnale di 14 dB
- Stereo: quando è attivo applica un'inversione di polarità di 180º tra gli LFO dei due canali, creando un effetto di panning molto marcato
- Sync: attivando questa funzione la frequenza del LFO dipende dai BPM della sessione sulla quale state lavorando, quindi non sarà più in Hertz ma in beat
- Output: aggiusta il livello di uscita del segnale in un valore compreso tra -24 dB e +12 dB
- Threshold: è un noisegate che permette di applicare l'effetto solo alle parti più alte della dinamica del segnale in entrata. Ruotandolo in senso orario la soglia si abbassa sempre di più, fino a mettere questa funzione in bypass
- Manual: imposta manualmente il tempo di delay (da 0,4 ms a 14 ms) che sarà fisso nel caso in cui il controllo Range è disattivo. E' quindi una sfasatura statica, che non ha di per sé l'effetto cangiante del flanger vero e proprio
- Range: permette di impostare l'ampiezza dello sweep, ossia tra quali valori di delay deve oscillare il segnale processato. Quando è al minimo non ha effetto sul suono (il lavoro è completamente svolto dallo knob Manual) mentre quando è al massimo il controllo Manual viene disabilitato
- Speed: determina la velocità con la quale il segnale oscilla tra il delay minimo e quello massimo. Attivando la funzione Sync questo tempo di oscillazione dipenderà dai BPM impostati nella sessione, con le relative durate (quarti, ottavi, terzine e così via)
- Enhance: questo controllo prende una parte del segnale processato e la invia di nuovo dentro la linea di delay, una sorta di loop che aumenta la sensazione generale di presenza dell'effetto
- Model: questo switch permette di scegliere se utilizzare il suono del modello originale anni '70 oppure quello più moderno e pulito della riedizione del 2009
I tre controlli in alto a sinistra sono invece aggiunti appositamente da Brainworx, sto parlando di Saturation, Mix e Noise.
Il primo aggiunge gradualmente una distorsione che influenza solo il segnale processato, il secondo imposta il bilanciamento tra segnale dry e wet mentre Noise aggiunge il rumore di fondo dell'hardware originale.
In prova
A/DA è un flanger molto versatile, lo si può usare in molti contesti e con vari strumenti, voce compresa, e non ci sono particolari limiti se non quello del buon gusto e del buon senso. Notevole la differenza di suono tra i due modelli (1979/2009), certamente voluta e ricercata, in grado di soddisfare anche i non amanti del vintage e del suo suono un po' sporco.
Perfino il livello di output della versione 2009 è più alto e di non poco, rispetto a quella 1979, ma per fortuna con lo knob dell'output si può intervenire e aggiustare il volume.
Quello che ho notato con piacere è che A/DA Flanger dà un valore aggiunto al suono senza fargli perdere le sue componenti fondamentali o senza dover esagerare con le impostazioni per sentirne l'effetto. Anche stavolta però bisogna essere consapevoli di una realtà che riguarda tutti i plug-in UAD quando si è in fase di recording, ossia la latenza.
Il motivo è semplice: questi processori possono essere utilizzati sia dentro la DAW come un qualsiasi plug-in che all'interno dell'applicazione Console della vostra interfaccia Universal Audio.
Nel primo caso ci sarà una leggera latenza se volete registrare con A/DA attivo in insert, perché il segnale deve uscire dalla DAW, essere processato dalle schede FPGA dell'interfaccia e poi ritornare dentro alla DAW per il monitoring, anche se è stato registrato a monte del plug-in.
Per avere una latenza pari a zero durante la registrazione è sempre meglio utilizzare i plug-in UAD dentro all'applicazione Console, dove si può anche scegliere se registrare il segnale processato oppure averne solo un ascolto, tramite i tasti UAD Rec e UAD Mon.
Detto questo purtroppo ho scoperto che ci sono errori di aliasing piuttosto marcati, che iniziano a presentarsi già attorno ai 6 kHz per il modello 1979 e attorno ai 9 kHz per il modello 2009, quindi attenzione ai piatti della batteria e a tutti quegli strumenti che hanno delle fondamentali sulle alte frequenze.
Certo c'è da dire che il rumore di aliasing si nota molto di più con una sinusoide rispetto a uno strumento, per cui si può stare relativamente tranquilli anche perché il flanger stesso, come effetto in sé, crea un comb filter che modifica il suono molto di più di un artefatto come l'aliasing.
Conclusioni
UAD A/DA Flanger è sicuramente un prodotto di qualità, così come lo era la sua versione fisica e, conoscendo i limiti dell’aliasing, si può sfruttare questo in tantissime situazioni. Il prezzo è in linea con la serie UAD.
PRO
Suono
Semplicità di utilizzo
Due modelli inclusi
CONTRO
Latenza in fase di recording se utilizzato all'interno della DAW
Errori di aliasing
INFO
Prezzo: € 149,00