Tra i vari plug-in uad in continuo aggiornamento ed espansione, oggi parliamo di VoxBox, channel strip che racchiude in sé il fascino vintage dell’eq passivo, l'eccezionale suono del pre valvolare e del compressore ottico Manley.
Il nome forse può trarre in inganno facendo pensare che questo plug-in sia adatto solo per le voci: nulla di più errato! Possiamo dire che forse dia il suo massimo con le voci, ma anche su batteria, synth, chitarre e basso fa la sua bella figura. Universal Audio, come al solito, non ne sbaglia una e benché si tratti di un plug-in piuttosto costoso (siamo intorno ai € 300), merita di far parte del vostro bundle UAD. Manley VoxBox è la riproduzione software della versione hardware, molto costosa, e il risultato si sente eccome, nella dinamica, nella risposta in frequenza e nella componente armonica che viene arricchita di sfumature analogiche ad ogni passaggio.
Controlli e signal flow
I controlli su Manley VoxBox sono molto semplici e anche un sound engineer alle prime armi non farà fatica a utilizzarlo. Abbiamo quattro macro-sezioni disposte secondo la catena che vedete anche nello schema: input, compressore ottico, pre valvolare, eq passivo, de-esser limiter, output. Il pre emula il corrispondente a valvole in classe A della versione hardware, clone del Manley Mono Microphone Preamplifier, un outboard che da solo raggiunge quasi i € 2000 di costo; in questa sezione troviamo un hi-pass filter (80/120 Hz) per ridurre i pop e i rumble, un selettore per il tipo di segnale in ingresso (Line/Mic) in modo da poter dare il livello giusto di guadagno, inversione di polarità e due knob per il gain: uno di precisione e uno con scatti di 5 dB per volta.
Il compressore ha due particolarità: è di tipo ottico ed è in pratica un limiter modificato, al quale è stata abbassata la ratio a 3:1; essa non può essere modificata, ma i parametri di threshold, attack e release invece sì (in 25 combinazioni possibili). È un’emulazione del Manley Elop, limiter stereo che ha fatto capolino in molte produzioni a partire dagli anni ’90; attraverso lo switch Link/Separate è possibile attivare o disattivare la modalità sidechain collegata al de-esser. Va ricordato che la compressione viene attuata prima dello stadio di preamplificazione.
Il de-esser è un limiter simile al Teletronix LA-2A, con la differenza che può intervenire anche su precise bande di frequenza (3, 6, 9 e 12 kHz) ottenute tramite un equalizzatore passivo.
Troviamo anche un controllo della threshold per definire con precisione la quantità di compressione da dare al segnale; nella posizione limit la ratio è fissa a 10:1 e si comporta a tutti gli effetti come un limiter post equalizzatore.
L’eq è passivo al 100%, e consiste in un’emulazione del Pultec MEQ-5 a cui però Universal Audio ha aggiunto alcune bande di frequenza per avere un controllo più ampio. Dispone di tre knob ognuno dei quali agisce su undici diverse frequenze, controllati rispettivamente da altri due knob di boost (Low e Hi-peak) e uno di cut (Mid dip). La funzione XFMR infine attiva o disattiva il trasformatore in uscita, eccitando di fatto le armoniche sulle frequenze più alte quando viene attivato (dai 6 ai 20 kHz).
Per quanto riguarda i controlli generali, troviamo lo switch per attivare VoxBox o metterlo in bypass (in alto a sinistra) mentre tra il preamplificatore e il compressore troviamo il selettore che ci permette di monitorare sia il livello in uscita del segnale attraverso i vari stadi che il livello di gain reduction relativo al de-esser o al compressore ottico. Infine, in alto a destra, troviamo il controllo di output, l'ultimo in catena, che permette di ottimizzare il livello del segnale in uscita dal plug-in: questo è necessario proprio perché il Manley VoxBox ha quasi tutte componenti passive e il segnale tende a perdere potenza durante il percorso tra i vari stadi.
In prova
Benché sia molto semplice da utilizzare, ci vuole un po’ di tempo per capire come intervenire in modo ottimale e come sfruttare le sue funzioni sia a scopo correttivo che creativo. Di fatto Manley VoxBox non ha tantissimi controlli, ma a seconda dell'aggressività con cui lo si utilizza si possono ottenere risultati molto diversi tra di loro.
Disattivando la modalità XFMR si nota un evidente decremento delle armoniche sopra i 6 kHz
Partendo dal preamplificatore, essendo l'emulazione di una circuitazione valvolare, lo si può esasperare molto oppure farlo lavorare poco, e questo influenzerà non poco la componente armonica finale, caricando il suono di corpo e di una leggera e gradevole distorsione quando la valvola viene spinta parecchio. A livelli di saturazione molto alti, la valvola si comporta a tutti gli effetti anche come un compressore: l’effetto si sente molto bene su uno dei sample di batteria che ho processato con Manley VoxBox, attivando solo il preamplificatore e spingendolo al limite, lasciando tutto il resto in bypass.
Anche il compressore, benché sia di tipo ottico e con ratio fissa a 3:1, può essere usato in modo molto aggressivo, semplicemente abbassando molto la threshold e settando tempi di attack e release brevi e ottenendo quindi anche effetti pumping senza alcun problema. Viceversa, quando utilizzato con parsimonia, non ci si accorge quasi del suo intervento, ed è una cosa importante quando non si vuole snaturare completamente una take di voce o di basso magari.
Distorsione armonica in ingresso Line; è curioso notare come vengano eccitate anche le armoniche dispari e non di poco
Il de-esser è abbastanza difficile da impostare, o almeno io ho trovato difficile capire come e quanto interviene sulla gamma di frequenza desiderata, tenendo anche conto che quando la funzione link/separate è su link, compressore ottico e de-esser lavorano insieme in una sorta di compressione sidechain. Ad ogni modo, provando e riprovando più volte (e usando le orecchie più che osservare il VU meter) si riesce a capire il carattere e il comportamento di questa funzione e da lì in poi risulta tutto abbastanza facile. È importante ricordare che la funzione limit trasforma il de-esser in un limiter molto simile al famoso Teletronix LA-2A, posto però in catena dopo l'equalizzatore, quindi in realtà con Manley VoxBox è possibile comprimere il segnale sia pre che post eq.
L'equalizzatore è molto morbido e, proprio per questo motivo, bisogna fare interventi piuttosto marcati per sentirlo lavorare bene. Questo non è assolutamente un difetto, sia chiaro, ma è solo per precisare che con dei boost o cut di meno di 4 dB o 5 dB sentirete ben poca differenza. Sulle basse ricorda molto il Pultec, rendendole rotonde e morbide, mentre sulle alte tende ad avere un carattere un po' più spigoloso. Ad ogni modo un bel boost dai 12 kHz in su renderà le voci veramente fresche e frizzanti, ma bisogna stare attenti a non esagerare perché da un certo punto in poi le alte frequenze tendono ad essere fin troppo graffianti. Quello che ho appena precisato vale anche per il basso, che è sicuramente un altro uso primario di questo plug-in, tanto che molti bassisti tutt'ora lo chiamerebbero senza indugi Manley BassBox, grazie al suo carattere molto particolare che si sposa alla perfezione col basso: non a caso infatti la sua versione outboard ha un ingresso ad alta impedenza sul pannello frontale. Nel plug-in invece basta impostare il preamplificatore su Line per lavorare una qualsiasi take registrata, voce, basso, chitarra o batteria che siano. La modalità Mic è perfetta per registrare un segnale microfonico attraverso la funzione Unison della Console Application (il mixer interno delle interfacce Universal Audio), in modo da utilizzare Manley VoxBox proprio come un vero preamplificatore microfonico, elaborando quindi il segnale prima del suo ingresso nella DAW.
Distorsione armonica in modalità Mic, è visibilissima la prima armonica pari, il che è coerente col fatto che si tratta di un'emulazione di un preamplificatore a valvole.
Nulla vi vieta di abbassare di qualche dB un segnale già registrato, portandolo quasi a livello microfonico, e di utilizzare questo plug-in anche dopo la registrazione, simulandola di fatto e facendo lavorare parecchio la parte del preamplificatore; non ve ne pentirete affatto e, a parere mio, l'emulazione della valvola è la parte più interessante di questo prodotto.
Passando alle misurazioni più tecniche, troviamo rappresentata la distorsione armonica del Manley VoxBox: nel grafico di distorsione armonica quando il selettore Mic/Line è su Mic è visibilissima la prima armonica pari. Quando invece lo switch è su Line è curioso notare come siano prodotte anche le armoniche dispari, e non di poco. Infine ho voluto vedere anche quanta influenza avesse nella pratica la funzione XFMR, la quale simula l'effetto del trasformatore in uscita. È possibile notare, disattivando XFMR, un decremento delle armoniche dai 6 kHz in su. In effetti con questa funzione disattivata il suono diventa un po' più scuro, ma il fatto di lasciarla attiva oppure no è solo una scelta creativa.
In ultimo, ma non meno importante, i risultati dei test su coerenza di fase ed errori di aliasing sono eccellenti, poiché non ho riscontrato nessun errore degno di attenzione e la fase è perfettamente lineare durante tutto il periodo dello sweep da 20 Hz a 20 kHz. Non sono presenti nemmeno crossover interni occulti oppure ritardi indesiderati che potrebbero causare interferenze di fase e filtri a pettine in alcune situazioni. Potete stare tranquilli e usarlo anche su room di batteria o su delle aux track per effettuare compressioni parallele.
Conclusioni
Trovo che Manley VoxBox sia uno strumento che può dare un tocco inaspettato alle vostre produzioni, è talmente versatile che potrete usarlo su parecchi strumenti. Certo non costa poco, ed è l'unica critica. Per questo prezzo mi aspettavo l’effetto wow, cioè rimanere a bocca aperta per i risultati. Rimane comunque un ottimo plug-in, di gran classe e con un suono analogico e pieno.
PRO
Suono caldo
Ottima emulazione delle valvole
Buona emulazione dell’eq passivo
Versatilità
CONTRO
Prezzo
Carattere un po’ spigoloso sulle alte frequenze
INFO
Prezzo: € 299,00