Sign in / Join
0

Test: Universal Audio UAD Distressor, l'emulazione più fedele

Rapporto qualità/prezzo8
Suono8
Facilità d'uso7
7.7

DISTRESSOR DI EMPIRICAL LABS È UNO DEI POCHISSIMI OUTBOARD MODERNI CHE È DIVENTATO UNO STANDARD DI FATTO: LA QUALITÀ DELLA SUA COMPRESSIONE, RICCA DI ARMONICHE E MOLTO FLESSIBILE, È UN PUNTO DI RIFERIMENTO QUANDO SI LAVORA IN COMPRESSIONE PARALLELA, QUANDO SI CERCA L’EFFETTO, LA COLORAZIONE SUL SUONO O UN PRECISO LAVORO DI COMPRESSIONE

Emularlo non è affatto facile e già altre software house ci hanno provato con alterne fortune. La sua complessità e la sua flessibilità, data anche dall’interazione tra gli elementi hardware che producono distorsione armonica, è difficile da riprodurre. Tutte le orecchie sono quindi puntate sull’emulazione realizzata da Universal Audio che ha già provocato una divisione nel mondo del sound engineering: chi da una parte sostiene che sia assolutamente fedele e chi invece rimane dell’idea che l’outboard sia ancora inimitabile. Software contro hardware, come da tempo non si sentiva... Il fatto che ci siano più di 28.000 Distressor hardware in giro per il mondo la dice lunga sul suo successo planetario. Il Distressor deriva il suo nome dalla fusione delle sue due principali caratteristiche: distorsione armonica e compressione. Senza entrare troppo nei particolari, è utile sapere che questa macchina può agire in tre modi principali, ossia come semplice compressore, come distorsore oppure entrambe le cose al contempo. Sono migliaia le produzioni musicali in cui il Distressor ha fatto la sua parte, è molto difficile essere incappati in qualche brano moderno in cui non sia stato utilizzato.

 

UAD Distressor

UAD Distressor

CONTROLLI

UAD Distressor è fedele al modello EL8, la versione outboard senza le speciali funzioni British Mode e Stereo Image Link, presenti invece sulla versione EL8-X e, in più, dispone di due controlli aggiuntivi di Headroom (per ottimizzare il livello del segnale) e di Dry/Comp, per poter miscelare il segnale pulito a quello processato in caso di compressioni parallele o altre scelte correttive e creative. Nello specifico, i controlli presenti sono:

  • Bypass
  • Ratio: controlla sia il rapporto di compressione che il comportamento di esso, passando dalla curva parabolica di ratio 2 e 3 fino ad arrivare a ratiocomprese tra 4 e 10, dove la curva di knee è inizialmente gentile per poi diventare via via più aggressiva. La funzione Nuke è invece un limiter brickwall, con curva di release logaritmica. Utilissima per le room ma anche per altre situazioni. Quando la ratio è settata su 1:1 permette di utilizzare la distorsione armonica senza compressione.
  • Detector: con questa funzione è possibile rendere il compressore più selettivo, eliminando la sua azione sulle basse frequenze oppure rendendola più sensibile alle medie e medio alte. Con un ulteriore click si attiva la funzione Link che permette di utilizzare due unità in stereo.
  • Audio: questa è forse una delle funzioni più interessanti del Distressor, perché permette di generare due tipi differenti di distorsione armonica. Dist 2 enfatizza prevalentemente la prima armonica, mentre Dist 3 agisce principalmente sulla seconda armonica. È presente anche un High Pass filter, utile quando
    si vogliono escludere le basse frequenze da questo processo.
  • HR: permette di aggiustare la headroom per ottimizzare il livello operativo del segnale.
  • Input: permette di aggiustare il livello in ingresso e, a tutti gli effetti, è anche un controllo di threshold: più si aumenta l’input, più il segnale sarà compresso.
  • Attack: controllabile tramite l’apposito knob (1-10) varia in un range tra 50 μs e 50 ms anche a seconda della ratio impostata.
  • Release: lo knob del release (1-10) può oscillare tra un valore minimo di 50 ms a un massimo di 3,5s, ma può allungarsi fino a 20 secondi quando la ratio è settata su 10:1 (Opto).
  • Output: permette di ridare guadagno al segnale compresso e di avere un perfetto livello in uscita.
  • Mix: non presente sul modello outboard, è uno speciale controllo che permette di eseguire compressioni parallele, basta dosare la quantità di segnale pulito (dry) e compresso (comp).

IN PROVA

Il Distressor è uno strumento molto efficace e flessibile, può essere utilizzato praticamente su qualsiasi strumento e in moltissime occasioni, e questi sono i motivi per cui raramente in uno studio ne troverete solo uno. Il fatto che possa essere utilizzato anche solo come eccitatore di armoniche (eliminando la compressione settando la ratio su 1:1) lo rende utilizzabile anche in situazioni dove la compressione di solito non è per niente vista di buon occhio, come nella musica classica o nel jazz. Bisogna specificare che la distorsione armonica del plug-in (come nell’outboard) è sempre presente, anche quando la modalità Audio è disattivata, ed enfatizza la prima e la seconda armonica. Le modalità Dist 2 e Dist 3 non fanno altro che enfatizzare una delle due distorsioni già presenti, emulando rispettivamente la valvola o il nastro e in fin dei conti si tratta solo di una scelta che appartiene ai propri gusti, non ci sono regole in merito a quale distorsione sia più adatta a uno strumento rispetto che a un altro. È tuttavia possibile affermare che la seconda armonica sia più musicale, nel senso che è l’ottava superiore della fondamentale, quindi più gradevole all’orecchio, mentre la terza armonica rispecchia la quinta dell’ottava successiva, comunque gradevole all’orecchio ma percepibile più come un’armonizzazione rispetto alla nota fondamentale quando arriva a livelli molto alti. Nella realtà, sia la seconda che la terza armonica sono complementari al suono e partecipano all’incremento dell’RMS e della densità del segnale. Questo probabilmente è il motivo per cui, almeno con le voci o gli strumenti classici, è probabilmente meglio utilizzare una distorsione che enfatizzi maggiormente la seconda armonica, ma sono situazioni in cui è difficile capire dove finisce il gusto artistico e dove iniziano le regole, ammesso che ce ne siano in questo caso. L’elemento a cui prestare più attenzione col Distressor, che si tratti della versione plug-in o dell’outboard, è il rapporto di compressione (ratio), poiché hanno comportamenti molto diversi tra di loro sia nella curva di knee che in quella di release. Per esempio, quando la gain reduction non supera i 4 dB e la ratio è impostata in un valore tra 2 e 4, il Distressor si comporta in un modo molto simile alla compressione che darebbe un nastro, con la conseguente saturazione.

 

La distorsione armonica del plug-in Distressor

La distorsione armonica del plug-in Distressor

Man mano che la ratio è impostata su valori più alti, la curva di compressione diventa via via più aggressiva, fatta eccezione per la ratio 10:1 che ha un comportamento che emula i compressori ottici e l’effetto diventa sempre più udibile e vicino al pumping. Le possibilità di utilizzo del plug-in sono talmente tante che in questa sede elencarle tutte sarebbe eccessivo e, a questo proposito, ho trovato che il manuale sia più che esplicativo circa le varie situazioni e gli strumenti a cui applicarlo. Anche il manuale della versione hardware, scaricabile dal sito di Empirical Labs, è una lettura molto utile per usare al meglio questo plug-in. Vengo alla prova vera e propria: l’emulazione software è la migliore che io abbia mai sentito e su questo non ho dubbi. Ho però provato il plug-in assieme a un Distressor hardware e qualche differenza c’è. Quando si lavora su una singola traccia, trovare la differenza tra il plug-in e l’outboard è un’impresa difficile: la comparazione tende a essere talmente simile da non poter dire quale sia l’hardware e il software. La differenza salta fuori quando si cominciano a processare singolarmente cinque o sei tracce nel mix per poi farne il bounce o la somma, ed è in questa situazione che balza all’orecchio la differenza, decisamente per me percepibile. La somma ottenuta processando le varie tracce con l’outboard risulta infatti più viva e più frizzante all’orecchio, e la compressione tende a essere da un lato più efficace sui picchi e dall’altra meno percepibile sul suono generale, lasciandolo quindi un risultato più naturale e dinamico. Immaginate quindi di aprire una decina di questi plug-in nel vostro mix e di fare il bounce a fine lavoro: ci sono probabilità di non ottenere lo stesso suono che avreste avuto utilizzando una decina di Distressor fisici. Tuttavia, pur con un risultato differente, il plug-in suona bene ed emula le funzioni del Distressor con coerenza e prevedibilità rispetto all’hardware. È semplicemente un timbro con qualità differenti rispetto all’hardware, con l’evidente vantaggio che il costo del plug- in è una frazione di quello dell’hardware e può essere usato a piacere su tutte le tracce. Come ogni cosa di questo mondo, ci sono pro e contro di tecnologie differenti come l’analogico e il digitale.

CONCLUSIONI

I plug-in UAD sono senza dubbio tra i migliori in commercio, sia per la qualità audio che per il fatto che, essendo gestiti completamente su DSP esterno, non vanno ad appesantire la CPU del computer. L’emulazione del celeberrimo Distressor è la migliore in commercio a ora e, se da un lato non è fedele al 100%, dall’altro si può parlare di una differenza che si deve cercare col lanternino e che viene fuori solo quando si utilizzano svariati plug-in nel mix generale, come accade con moltissimi altri plug- in emulativi. Il fatto di poterne disporre in digitale è una manna dal cielo per chi lavora ITB.

Nel principio fu...il Distressor

La fortuna di Empirical Labs si deve al primo Distressor, un compressore/limiter analogico controllato digitalmente, nato per emulare il sound degli Universal Audio 1176 e LA2A e dell’ormai mitologico Valley People Gain Brain. La differenza fondamentale rispetto a molti altri processori di dinamica è nella cura con cui Dave Derr, il progettista, ha realizzato i circuiti per farli suonare sempre bene, musicalmente parlando. Il Distressor, infatti, suona bene su qualsiasi sorgente e colora sempre il suono grazie ai suoi circuiti di distorsione armonica. Esistono due versioni del Distressor: la versione classica EL8, emulata da UAD, e la versione EL8-X che integra anche la funzione British Mode, per emulare l’all button dell’1176, e la funzione Image Link che migliora l’immagine stereo quando si usano due Distressor per un segnale stereo, potendo però scegliere anche il precedente sistema di link stereo e la combinazione di Image Link e stereo Link.

Figura per box empirical-labs-el8x-s-distressor

PRO

Suono fedele alla versione hardware

Funzione HR con cui ottimizzare il livello del segnale

Funzione Dry/Comp

Non pesa sulla CPU del computer

CONTRO

Differente nella somma di più tracce trattate con il plug- in rispetto all’hardware

La funzione Audio è meno percepibile come effetto rispetto alla versione hardware

 

 

INFO

EKO MUSIC GROUP

Prezzo: € 299

 

Leave a reply