COSTRUITO A MANO CON MATERIALI 100% RICICLATI, ECOSTOSTENIBILE E CON UN SUONO COSI' PERSONALE DA ESSERE N NUOVO!
Era all’incirca la fine degli anni ’90 quando nel mercato delle calzature si imposero diversi marchi spagnoli. Sulle date potrei anche sbagliarmi ma sull’impressione (positiva) che ne ebbi sicuramente no. Ovvero tutte quante proponevano un design accattivante, diciamo che ai nostri occhi apparivano come nuove, solitamente colorate, spesso legate al “naturalismo” ovvero alla ricerca di materiali che fossero naturali o che perlomeno apparissero tali. Oltre a questo, anche le confezioni risultavano essere meno scontate di quelle a cui avevamo fatto l’occhio. Bene, da quel tempo tendo a riconoscere alla gente di Spagna una capacità in tal senso ovvero di presentare prodotti con un loro fascino esclusivo. Quando Luca (Pilla) mi ha proposto di recensire alcuni prodotti di Tierra Audio (che francamente ancora non conoscevo) in qualche modo mi aspettavo una sorpresa, che mi arrivasse qualcosa di non scontato.
E, infatti, così è stato!
Stiamo infatti parlando dell’ultimo prodotto della giovanissima azienda madrilena nata nel giugno del 2018 cioè di un microfono a condensatore costruito a mano dal look decisamente accattivante. Il microfono è composto da materiale 100% riciclato: uno chassis in acciaio inossidabile 304 esternamente lucido e internamente spazzolato, un ottimo scudo ovviamente resistente al tempo e all’usura ma soprattutto utile a schermare dall’inquinamento elettromagnetica che potrebbe rovinare il suono.
La capsula a electrect a diaframma largo è di produzione americana e viene tenuta in posizione da quattro micro molle che richiamano i vecchi sistemi di sospensione, ma con una sensibilità di gran lunga maggiore. Il tutto viene modernizzato e portato all’interno dello chassis. Il trasformatore Lundahl, posto in linea, fornisce la ricchezza armonica che lo caratterizza e che lo rende adatto ad ottenere una voce calda, cremosa ma intelligibile.
HARDWARE
Il prodotto è alloggiato in una scatola di legno ben rifinita, a sua volta inserita in una scatola di cartone che attraverso un foro rettangolare inquadra il nome del microfono mettendolo in evidenza. L’apertura è magnetica: pigiando al centro, lo sportellino di legno si alza permettendone la rimozione. All’interno troviamo il microfono appoggiato ad un materiale simil feltro riciclato e con già il suo pop-filter posizionato attraverso dei magneti al neodimio N52 e composto da tre sottili strati di mesh metallica e tessuto che bloccano progressivamente l’aria e le plosive della voce.
In dotazione ci sono inoltre delle particolari alette, una di legno e una di acrilico che posso essere agganciate (sempre magneticamente) ai lati del microfono per dare ancor più la sensazione di vintage e che volendo, possono essere incise a laser direttamente dalla casa produttrice. Queste vanno a richiamare la targhetta che veniva attaccata ai microfoni con su scritto il nome della radio o dello studio a cui apparteneva.
Per richiamare ancor di più i vecchi microfoni e tenere il corpo il più pulito possibile, dalla parte posteriore esce un cavo telato con un connettore maschio XLR. Il microfono può essere fissato a un qualsiasi tipo d’asta non avendo un peso eccessivo (520 grammi con anti-pop). Una piccola pecca è il non aver pensato alla possibilità di uno snodo alla base del microfono per poterlo inclinare e o orientare senza dover per forza ingegnarsi con quello che l’asta può offrire. Il diagramma polare rimane fisso come non è possibile attenuare o inserire filtri in uscita dal nostro New Twenties.
IN PROVA
Il microfono, come dichiarato dalla casa costruttrice è pensato per la cattura della voce. La mia sessione si è concentrata proprio su questo aspetto anche per verificare il suono dello stesso con la sorgente prediletta. Come quasi sempre (in circostanza di test) mi sono affidato al preamplificatore della Antelope Discret 8 senza utilizzare simulazioni di analog gear. La cantante è stata posizionata nella stanza di ripresa senza creare un boot particolare che ne evitasse le prime riflessioni.
La prima impressione, è stata quella di avere un suono in ripresa con una spiccata personalità. Il colore della capsula e del trasformatore ci rimandano ad un epoca non vissuta (gli anni 40, 50, 60 …) a quel suono che si sente in molti dischi di jazz, di blues e di tutti quei generi che fanno del suono acustico il loro punto di forza. Ovviamente, rispetto a quei suoni, la banda passante è più ampia ma gli estremi risultano comunque contenuti conferendogli per l’appunto, quel suono caratteristico. Si potrebbe pensare ad un nastro con la linearità del condensatore. Le basse risultano sempre ben definite e non si avverte confusione in quella parte del suono. Il guadagno da applicare è nella norma rispetto a condensatori a diaframma largo (nel mio caso attorno ai 35 dB). La pulizia è ottimale a garantire che si tratta di un prodotto di qualità. Come filtro anti pop ho utilizzato quello proprietario e, mio avviso, risulta un po' piccolino per parare tutte le plosive.
Al termine della sezione ho provato a soffermarmi con un eq sulla possibilità di ridare quella freschezza che al primo impatto si sente un po' mancare. Aprendo la voce con uno shelf dal 6 kHz si riesce a ritrovare un po' di aria, un po' di quel suono di gola che spesso piace ai cantanti senza avvertire durezza o sibilanti in agguato. Questa prova è stata fatta per capire se il microfono di Tierra potrebbe trovare spazio anche in produzioni più attuali.
Gli esempi audio con le differenze di suono tra tre microfoni: Neumann M149, SHURE SM 7B e TIERRA AUDIO New Twenties:
CONCLUSIONI
Quando mi trovo di fronte ad un prodotto con una personalità definita sono solitamente contento. Ed anche in questo caso capita la stessa cosa. Mi piace pensare a prodotti che vengono studiati per catturare i suoni con una loro caratteristica definita e mi piace pensare a professionisti che sfruttano tali capacità. Oltre a questo in Tierra è stato fatto un lavoro di immagine che sicuramente non può passare inosservato. Dopotutto anche un cliente può esserne favorevolmente affascinato e questo può aiutare (magari di poco) la fase lavorativa. Se si vuole avere un suono caldo, con dei rimandi ad epoche passate, se si vuole colorare un progetto è sicuramente un microfono interessante. Probabilmente non potrà essere l’unico microfono per la voce da tenere in studio perchè non tutti i cantanti potrebbero apprezzarne le caratteristiche indirizzando il proprio gusto verso qualcosa di più standardizzato. Però può essere un’arma vincente qualora si voglia qualcosa di particolare estendendo il suo utilizzo ad altri strumenti (chitarra acustica, fiati, percussioni …). Insomma, con il New Twenties potrete divertirvi (probabilmente) di più che con altri microfoni 1più normali costruendo la vostra idea di suono personale.
Il prezzo del microfono è forse un po’ più alto di quanto mi aspettassi, soprattutto per una marca così giovane e che deve dimostrare ancora molto. Però c’è una qualità costruttiva, materiali di pregio, uno studio alla base che penso possano giustificarlo.
PRO
• Personalità sonora
• Design accattivante
CONTRO
• Prezzo
• Versatilità
Leggi il nostro articolo su Gravity VCA Compressor:
Tierra Audio Gravity VCA Compressor, musicalità e trasparenza - recensione
Prezzo: € 1.095
Info