Abbiamo chiesto a Tommy Bianchi, l’ideatore del WSM PEQ 2.0, di spiegarci dove è nata l’idea e come usa il suo equalizzatore ibrido nella catena di mastering.
Tommy Bianchi WSM PEQ - 2.0 è nato dall'esigenza di avere uno strumento in grado di fornire una notevole potenzialità di shaping sonoro. Ho trovato molto interessante come lavora Mike Marsh di Exchange Mastering a Londra, attualmente uno dei riferimenti mondiali del mastering, il quale utilizza pochi macchinari ma non si fa mancare nella sua catena un Pultec insieme a un compressore DAV molto trasparente. Io invece impiego dai cinque ai sette outboard insertati nella mia matrice mastering Manley Backbone, e non amo l'eccessiva somma di stadi valvolari. L'unica macchina valvolare che non manca quasi mai è il Manley Vari Mu, che posso alternare talvolta al Thermionic The Phoenix, ma a queste due macchine non sommo quasi mai il Manley Massive Passive. Per me era necessario inserire in catena qualcosa che lavorasse come un Pultec. Poiché nella maggior parte dei generi musicali che masterizzo è fondamentale che i transienti siano intaccati il meno possibile, l'idea di un Pultec allo stato solido era molto allettante. Non trovando niente sul mercato che rispondesse a queste caratteristiche, ho tenuto in studio per molti mesi un prototipo di equalizzatore pultec style allo stato solido appunto, realizzato dal mio assistente Niccolò Caldini. Mi sono immediatamente reso conto che con questo strumento avevo molteplici possibilità di modellare le parti estreme dello spettro sonoro, attraverso l'incrocio dei boost e dei cut sulle stesse frequenze o su frequenze diverse, data la presenza di bande separate e indipendenti. Modellare vuol dire creare una forma a piacimento della parte Low e di quella Hi dello spettro, e ogni qual volta ci sia da limare o scolpire le estreme di un mixaggio, diventa uno strumento di fondamentale importanza. È un modo molto creativo e logico d'intervenire, secondo un principio molto musicale e sonoro ovviamente meno chirurgico di un eq parametrico, che mi da la possibilità di avere transienti integri e mai smussati, come ad esempio fa il Massive Passive.
WSM PEQ 2.0 è realizzato seguendo l'idea esoterica di costruzione dei Sonteq, cioè non ci sono resistenze variabili nei potenziometri ma a ogni parametro corrisponde una resistenza precisa, cosa che comporta lunghi tempi di assemblaggio. Il circuito passivo Pultec, è un classico Pultec appunto mentre lo stadio di preamplificazione è trasparente come un GML, ma scolpito e sonoro come un SSL per intenderci, il che lo rende adatto a tollerare benissimo le dinamiche della musica moderna, riadattando e reinterpretando un progetto di preamplificazione esistente poco conosciuto ma molto bello, alle esigenze tecniche e sonore per realizzare il nostro equalizzatore. Inoltre abbiamo reso il circuito privo di ogni interferenza possibile del caso, data la presenza di un certo tipo di componentistica, cosa che a livello progettuale non è stata di facile realizzazione.
WSM PEQ è quindi una completa revisione e rivisitazione del Pultec, non è uno dei tanti cloni presenti sul mercato, ma è uno strumento davvero essenziale almeno per me, più di ogni altra macchina che possiedo.
LP Qual è stato il tuo ruolo nella realizzazione del plug-in?
TB Ne detengo per certi aspetti la paternità intellettuale, ma tutto il lavoro di progettazione e programmazione è merito e frutto di Acustica Audio. Io e il mio assistente Niccolò Caldini, già sviluppatore e produttore di moduli per synth modulari di un certo successo, ci siamo impegnati per mettere in mano al team di Acustica un oggetto hardware di rara bellezza da campionare e da clonare in formato digitale. Abbiamo così realizzato il WSM PEQ - 2.0, portandolo da brutto anatroccolo prototipo che già da tempo utilizzavo nei miei lavori, a elegante ed esoterico strumento da mastering pronto per essere campionato nel mio studio da Italo Lombardo, che ha consegnato poi nelle sapienti mani di Giancarlo Del Sordo molti giga di campionamenti audio. Da li poi è stato fatto il resto, è stato reso plug-in ciò che io adopero ogni giorno per creare uno shaping delle parti estreme dello spettro sonoro attraverso il simultaneo utilizzo dei controlli di boost e di cut, tipico dell'equalizzatore Pultec, anche su frequenze diverse. La cosa veramente difficile era ricreare l'andamento preciso della fase di questo tipo di operazione, e il team di Acustica Audio c'è perfettamente riuscito. Il tutto ovviamente condito da uno stadio solido di preamplificazione da noi studiato di estrema resistenza alla saturazione e di grande bellezza musicale e precisione sul transiente. La filosofia è stata proprio questa, ricreare questo andamento abbastanza raro nel suo genere nell'analogico, anche in digitale.
LP La fase di virtualizzazione che problemi ha comportato?
TB Il processo di virtualizzazione è sempre lungo e complesso. Quello di Acustica Audio in maniera particolare, perché la tecnologia che hanno sviluppato e nel corso del tempo perfezionato, comporta che alla base ci sia un vero e proprio campionamento del macchinario hardware. È stato inserito un segnale sweep sinusoidale che parte dalle bassissime frequenze fino a crescere verso le estreme più alte della durata di qualche secondo ciascuno, per ogni settaggio di volume e frequenza rispettivamente per il boost e il cut, e nell'input d'ingresso in modo da avere una perfetta acquisizione del suono dello stadio di preamplificazione. L'accuratezza di questo lungo processo porta alla buona riuscita della restante fase sonora della virtualizzazione, che fa si che il plug-in si comporti sonicamente come l'hardware, anche nell'incrocio di frequenze tra boost e cutting, mantenendo una fase impeccabile. Un vero gioiello tutto italiano.