Tra i vari utilizzi creativi che si possono fare di un semplice plug-in come un noise gate, ce n'è uno in grado di dare un bellissimo suono di attacco alla cassa della batteria.
Quando anni fa imparai questo trucchetto dagli esperti del settore, capii che nel mondo del sound engineering non si praticano solo correzioni, ma c’è anche molta creatività e idee geniali, soprattutto quando si utilizza a proprio favore un errore che andrebbe invece evitato: questo è il caso che andremo a vedere in questo tutorial, ossia come utilizzare su una cassa il pop o spike che si crea in un noise gate quando il tempo di attacco è troppo breve. Errore da evitare sempre, inutile dirlo, ma che si rivela invece una soluzione creativa se utilizzato con consapevolezza e a nostro favore.
Cos'è l'attacco?
Ci sono due modi principali di intendere questo termine nel mondo del sound design: possiamo parlare di attacco in merito all'inviluppo di un suono oppure utilizzare questo termine per determinare l'unità di tempo in cui un segnale inizia a essere processato. Parleremo quindi di un suono con molto o poco attacco (un rullante ha molto attacco, un violoncello ne ha decisamente meno) oppure di tempi di attacco brevi o lenti in un compressore, in un gate oppure in un limiter, e in questo contesto parleremo di quanto tempo impiega un outboard o plug-in ad iniziare ad agire sul segnale in entrata. Nel caso di questo tutorial era importante questa postilla, perché parleremo di entrambi.
Nell'immagine è rappresentato l'inviluppo di un qualsiasi suono, che è diviso nelle quattro fasi: attacco, decadimento, tenuto e rilascio o decadimento finale.
L'attacco, in questo contesto, è espresso come il tempo che impiega un suono a raggiungere il massimo del suo volume, più questo tempo è breve più avremo una sensazione di un suono netto, duro, presente e secco.
Nel caso invece di un noise gate, con il termine attacco (attack in inglese) si intende il lasso di tempo che intercorre tra l'entrata di un segnale e l'apertura totale del gate, ed è qui che può succedere il disastro oppure il miracolo. Quando infatti il tempo di attacco del noise gate è troppo lento, esso vi mangerà letteralmente l'attacco del suono. Immaginate di doverlo impostare su un rullante, strumento con un attacco brevissimo: se il tempo di attacco del gate sarà superiore a quello di attacco del rullante, il transiente naturale del suono verrà completamente eliminato, quindi oltre ad aver eliminato suoni indesiderati avrete anche distrutto il suono che invece doveva rimanere.
Ma cosa succede se invece il tempo di attacco del gate è troppo breve? Succede che si crea un suono artificiale, detto spike, dovuto al fatto che l'onda sonora originale viene distorta e tale suono è simile a un pop molto medioso e presente, ben udibile anche in un mix con molti strumenti, ed è un errore da non fare mai (errore facile da evitare, perché di solito riguarda tempi di attacco del gate inferiori a 1 ms).
Ora viene il bello: un giorno qualcuno notò che questo suono non era poi così male se veniva mescolato col volume giusto ad un suono di cassa (e magari anche equalizzato e compresso), anzi le conferiva un attacco e una punta veramente notevoli e piacevoli... il resto è storia, perché sono tante le produzioni in cui si è fatto uso di questa tecnica che ora andremo a esaminare passo per passo.
Tutorial
La prima cosa da fare è creare una traccia ausiliaria mono alla quale invieremo, tramite un bus qualsiasi, una porzione di segnale dalla traccia di cassa della batteria: per comodità ho chiamato Gate Attack questa aux e il bus della mandata a essa Gate, come potete vedere nell'immagine qui sotto. Dopo aver impostato la mandata a unity gain (0 dB), sarebbe buona cosa anche metterla in modalità pre-fader onde evitare che eventuali automazioni sulla traccia di cassa abbiano ripercussioni anche sul volume di entrata nel noise gate.
A questo punto bisogna caricare sulla traccia aux creata precedentemente un noise gate, io per comodità ho utilizzato Waves C1 Gate, ma va bene uno qualsiasi purché abbiate la possibilità di settare tempi di attacco estremamente brevi, intorno a 0,01/0,02 ms circa perché è proprio l'eccessiva velocità di apertura del gate che crea questo spike da utilizzare poi come effetto.
Il plug-in utilizzato come noise gate è Waves C1 Gate
Impostate anche i tempi di release e hold su tempi molto veloci, non superiori ai 5 ms e, dopo aver fatto questo, iniziate ad alzare la threshold finché il segnale non passa più: appena arrivate a quel livello riabbassate la threshold fermandovi solo quando sentite comparire l'effetto pop.
Ora con il volume della traccia aux decidete quanto di questo spike deve essere miscelato al suono originale, magari partite da -∞ e alzate pian piano il volume finché il suono di cassa comincia ad avere un po' di punta, quello dovrebbe essere il punto giusto, decibel più decibel meno.
I sample audio Drum Dry e Drum Processed, appositamente creati per questo tutorial, vi daranno un esempio empirico di come sia il suono di cassa prima e dopo aver aggiunto questo effetto; noterete che forse ci sono troppe basse e che il suono è un po' impastato: questo è dovuto al fatto che non sono ancora state filtrate le basse frequenze sul segnale ausiliario e quindi stiamo sentendo praticamente una copia del segnale originale.
Come potete vedere nell'immagine, ho infatti inserito dopo il gate anche un equalizzatore e un compressore, necessari per arrivare al suono finale: con l'equalizzatore bisogna agire con un filtro passa alte fino ai 1000 Hz circa per togliere le basse inutili (a noi interessa la punta della cassa infatti), mentre col compressore cercheremo di rendere il suono un po' più morbido e deciso, a lo faremo usando un attacco molto breve e una ratio da 3:1 a 5:1, a vostra scelta. Nelle immagini potete vedere i settaggi da me utilizzati su eq e compressore.
Dopo aver eseguito questi ultimi due passaggi l'ultima cosa da fare è dare un'aggiustatina al volume dell'effetto, sempre tramite il fader della traccia aux e, se avete fatto tutto correttamente, il risultato dovrebbe essere più o meno come quello del sample Drum Processed Eq Comp.
Conclusioni
Questo trucco del mestiere serve a dare un attacco più deciso al suono della cassa, soluzione apprezzabile in generi che vanno dal pop rock al metal: non è consigliabile utilizzarlo per generi come jazz, fusion o blues, perché è un suono un po' troppo aggressivo per tali contesti.
L'effetto si deve sentire, ma non bisogna accorgersi dell'artefatto sonoro, quindi bisogna dosare molto bene il volume di questo effetto nel mix.
Come potete vedere nell'immagine, la forma d'onda è decisamente cambiata nel suo inviluppo, almeno per ciò che riguarda l'attacco che risulta ora più breve e più ampio.