Una catena di plug-in UAD per ottenere una chitarra in puro stile metal moderno
Le chitarre distorte moderne sono spesso molto più processate rispetto a quelle del passato, che erano decisamente più “rough” come timbro e inviluppo sonoro: vediamo come, utilizzando alcuni plug-in UAD, si può ottenere un suono metal abbastanza moderno.
La chitarra elettrica è una cosa importantissima un un mix rock che si rispetti, seconda solamente alla batteria in ordine di importanza: se questi due elementi non sono ben miscelati nel mix e non hanno il giusto impatto tutto il resto del lavoro, anche se ben fatto, ne risentirà in modo drammatico e irreparabile.
Le chitarre rock/metal moderne tendono ad essere, rispetto al passato, più processate e “patinate”, con una particolare attenzione all'equalizzazione e all'inviluppo del suono.
Tuttavia, nonostante siamo nel 2023, ci sono ancora alcune linee guida del passato che vanno benissimo ancora oggi anzi, direi, sono dei punti chiave da tenere sempre a mente.
In primis, una chitarra (acustica, elettrica, classica, distorta, baritona o normale che sia) deve funzionare nel mix, e per “funzionare” intendo dire che non deve suonare bene quando è messa in solo: deve suonare bene quando suona assieme a tutto il resto, e le due cose molto spesso non combaciano.
Di fatto, molti chitarristi che hanno poca esperienza con il mixing, tendono a creare suoni di chitarra che poi non funzionano come dovrebbero, per esempio dando troppe basse (non servono se c'è un basso che fa le sue parti e riempie quel range di frequenze), poche medie, troppo effetto e, soprattutto... troppa distorsione: più distorsione si dà, più si perde attacco e il suono si comprime, col risultato che si ottiene solo un ronzio indefinito e anche spesso fastidioso.
Ovviamente in alcuni generi (come il punk solo per citarne uno) questo effetto confuso e acido è ricercato, ma in altri casi è assolutamente da evitare, il tutto dipende da cosa si vuole ottenere.
A dirla tutta la chiave di lettura è proprio questa: dipende da cosa si vuole ottenere, certamente.. ma è sicuramente più facile rendere consapevolmente confusa una chitarra ben fatta che rendere ben definita e potente una chitarra che, per svariati errori a monte, non suona tale.
Per esempio non è raro, in generi come il grunge o appunto il punk, miscelare al suono ottenuto dai microfoni (a da un'emulazione plug-in) anche un po' di suono ottenuto direttamente dall'uscita del preamp, reale o emulato che sia: è anzi un trucco reso molto famoso in un album dei Nirvana (Nevermind per essere precisi), e addirittura nel brano Territorial Pissings tutte le chitarre sono fatte esclusivamente col suono preso direttamente dall'uscita pre della testata.
Ma questo era solo un excursus necessario a far capire che non esiste “la chitarra distorta perfetta in assoluto”, ma ogni album deve avere una chitarra che calzi a pennello con tutto, come un vestito deve essere adeguato alle varie occasioni.
Allo stesso modo, questo che sto per descrivere è un mio modo di ottenere un suono potente e definito, coi plug-in UAD, ma non esiste una ricetta unica e definitiva.
Insert sulla traccia
Prima di entrare nello specifico faccio una precisazione che riguarda per l'appunto i plug-in UAD non tanto per il “problema” in sé, ma più per la soluzione ad esso: ogni plug-in, UAD compresi (che siano di tipo Spark o controllati da DSP di un'interfaccia Apollo), introduce una latenza nel segnale, problema facilmente risolvibile durante il mix tramite la funzione Delay Compensation della quale ogni DAW dispone, ma che può presentarsi come un ostacolo difficile durante la registrazione, perché in tale situazione il buffer va tenuto il più basso possibile e, nonostante tale accorgimento, ci può essere comunque una latenza che rende difficile il timing durante una performance.
Per questo motivo su ogni plug-in UAD è presente un tasto a forma di microfono che attiva la funzione Live e abbassa drasticamente la latenza, in modo da poter registrare senza questo fastidioso inconveniente.
In alternativa si può utilizzare la Console Application e creare la stessa channel strip che vi sto per descrivere in un canale a vostra scelta, attivando la funzione UAD REC nel lato destro di Console e disattivando Input Monitoring sulla DAW (per evitare interferenze di fase che creano comb filtering): in questo modo è come avere un direct monitoring del segnale che arriva alle vostre casse o cuffie prima dell'ingresso nella DAW, eliminando la latenza alla base e permettendovi anche di registrare un segnale già processato che poi vi farà risparmiare anche CPU durante il mix.
Nel caso non vogliate invece registrare cose definitive, basta scegliere UAD MON e il segnale verrà registrato non processato, mentre sentirete quello processato.
Tuner
Il primo plug-in in assoluto da utilizzare è sicuramente un tuner, perché la chitarra, manco a dirlo, deve essere perfettamente accordata prima di registrare!
UAD offre un bellissimo strumento, BxTuner, che in modo facile e veloce permette di accordare molti strumenti, rilevando in modo automatico la nota fondamentale di riferimento.
Il riferimento di default è l'accordatura moderna a 440Hz, ma la si può impostare come si preferisce: in questo caso, trattandosi di una chitarra baritona, la nota più bassa non è un Mi ma un Si, per cui in questo caso l'accordatore sta evidenziando il fatto che la fondamentale più vicina è appunto un Si e che la corda va tirata in quanto la nota è leggermente calante. Il micro-accordatore al di sopra del normale display permette di essere ancora più precisi, è come una lente di ingrandimento attorno alla fondamentale esatta da raggiungere.
Compressore
I questo caso ho scelto UAD API2500, per due motivi principali: il suono decisamente cattivo e molto rock se adeguatamente impostato e il controllo preciso che si può avere su tempi di attacco e release, importantissimi quando si ha a che fare con la compressione di una chitarra.
I più esperti si chiederanno come mai inserisco un compressore in questo punto della catena, dato che avrebbe al limite più senso metterlo dopo l'emulatore di amplificatore o addirittura sul bus stereo delle chitarre (lo vedremo dopo), per livellare giustamente i picchi.. e la domanda è legittima!
Il motivo è che qui sto usando il compressore con un intento preciso, ma per capire perché lo sto usando così e in questo punto devo fare un breve excursus sul tipo di amplificatore che ho utilizzato in questa channel strip, che è l'emulazione di un famoso testata e cassa valvolare da 100W: il micidiale Diezel VH4.
Come tutti gli amplificatori valvolari, ha una peculiarità rispetto a quelli a transistor: entrambi gli stadi di amplificazione (pre e finale), essendo appunto valvolari, rispondono con una maggiore o minore saturazione del suono a seconda del livello (o volume che dir si voglia in questo caso) del segnale in ingresso.
Quello che infatti molti fedeli della valvola spesso riferiscono è che il transistor non risponde alle dinamiche come loro vorrebbero, mi spiego meglio: sfiorando appena una corda col plettro, quando si utilizza un valvolare con una distorsione non troppo spinta, il suono che si ottiene è quasi un crunch, o ad ogni modo un suono molto meno distorto di quello ottenuto quando sulle corde di picchia duro.. questo non è affatto un difetto, anzi, è una proprietà delle valvole che sono molto sensibili e saturano sempre di più man mano che il livello del segnale in ingresso aumenta, ed è anche il motivo per il quale se si vuole far suonare bene un valvolare il volume del finale deve sempre essere quasi al massimo.
Con questo effetto naturale, fisico, molti chitarristi giocano volentieri di creatività, utilizzando dinamiche molto ampie con la plettrata per ottenere vari livelli di distorsione.
Il transistor invece si comporta in modo quasi opposto: satura subito, anche a bassi livelli di segnale, e il suono inizia a diventare oltremodo brutto e indefinito se il master viene spinto troppo come volume.
Sapendo queste cose, e sapendo qual è il mio obiettivo, ho scelto di mettere in questo punto della catena un compressore che tenga il livello del segnale pulito in ingresso il più possibile stabile, in modo da avere più o meno sempre la stessa quantità di distorsione, questo perché si tratta di creare un suono di chitarra metal moderno che sia sempre spinto e compatto, la dinamica in questo contesto non mi interessa minimamente: le chitarre devono essere devastanti, compatte, un muro di suono che faccia vibrare i vetri, e la distorsione deve essere sempre ugualmente satura in tutte le occasioni.
Nello specifico voglio evitare che il suono sia troppo distorto durante la pennata (picco del segnale) perdendo quindi attacco, e voglio che rimanga il più possibile uguale durante un accordo di quelli lunghi.
Il compressore in questo caso deve essere impostato in modo da ottenere questi effetti:
• Livellare appunto volume suono in ingresso all'amplificatore.
• Enfatizzare attacco di ogni pennata, senza andare ad intaccare quelle seguenti.
• Rendere il più possibile omogenee tutte le parti, soprattutto quelle molto serrate.
Sapendo questo ne va da sé che l'attacco dovrà essere piuttosto lento (30ms) per non andare ad intaccare i transienti, mentre il release deve essere piuttosto veloce per non intaccare la pennata seguente e, infine, il livello di gain reduction stare in un range medio, tra i 3 e i 6 dB.
Una Ratio a 3:1 o 4:1 può andare benissimo, ed è importante che lo Knee sia di tipo Hard, il suono non deve iniziare ad essere compresso prima che oltrepassi la soglia impostata.
Questo tipo di compressore ha anche una sezione dedicata all'impostazione della sensibilità del compressore alle varie frequenze che compongono un suono, la funzione Thrust. Io in questo caso la metto in posizione Med, in modo che API2500 sia meno sensibile alle basse e più sensibile alle alte frequenze, lasciando invariata la sua sensibilità alle medie: questo fa sì che il suono non risenta di fastidiosi effetti pumping (dovuti all'energia delle basse e medio basse), sia più definito sulle alte (le pennate) e tenda a lasciare le medie il più naturali possibile.
Tubescreamer
Questo è un passaggio fondamentale per realizzare una chitarra moderna che suoni sempre presente e ben definita, con quel tipico attacco che io personalmente adoro e che ricorda un po' alcuni gruppi metal storici come i Meshuggah, un suono che a dire il vero ha dato un nome a un genere utilizzando una semplice onomatopea, sto parlando di quello che viene definito come Djent Metal, perché in effetti “djent” è più o meno il suono della plettrata in questo tipo di metal, un suono difficile da descrivere a parole, ma che si distingue chiaramente dal resto. Ovviamente sto parlando di questo tipo di suono in questo articolo, e ognuno ha il suo modo di ottenerlo anche a seconda della strumentazione che ha a disposizione. Ci sono decine di tipi di chitarra rock/metal, e ognuna di queste ha decine di modi per essere ottenuta! Ma ci sono anche linee guida e buone basi di partenza che rendono sicuramente il lavoro più facile e veloce, il trucco sta nell'avere già in mente più o meno ciò che si vuole ottenere e nel sapere come usare la strumentazione che si ha (partendo dalla chitarra) per andarci vicino: il resto è un lavoro di fino e anche di prove ed errori finché non la si azzecca.
Ma non divaghiamo troppo... torniamo a questo pedalino, del quale Universal Audio ha creato una fantastica emulazione digitale che ha chiamato appunto TS Overdrive, assolutamente fedele anche nelle grafiche al modello originale.
TS Overdrive è semplicemente un overdrive che è però diventato famoso per la sua capacità di enfatizzare le medie della chitarra e rendere così le parti ritmiche delle vere e proprie performance schiacciasassi, riesce a mio parere a dare quel timbro che spesso manca e quell'attacco sulle pennate che non fanno mai sparire o confondere la chitarra nel mix.
Ha solo tre parametri, Drive (la quantità di distorsione), Volume e Tone, per cui è estremamente semplice da utilizzare e non ci vuole molto tempo a capire come esso andrà ad influenzare poi il suono che esce dall'amplificatore, anzi, andrebbe a tutti gli effetti considerato come una parte di esso.
Il mio consiglio è di impostare il Drive a metà o appena al di sotto, e il livello abbastanza alto in modo da entrare nell'amplificatore con un segnale già bello saturo e medioso, in modo da dover dare poco gain e far invece lavorare bene lo stadio finale.
Tubescreamer e amplificatore dovranno lavorare come due crunch che, sommati insieme, daranno una distorsione: è bene quindi non esagerare col gain, dovrebbe essere un crunch o poco più come suono, perché il suono che arriverà dal pedalino virtuale sarà già per metà distorto, e basta poco per completare il lavoro.. va tenuto bene a mente che non serve mai tanta distorsione e, anche se può sembrare controintuitivo, le migliori chitarre metal sono sempre meno sature di quel che ci potrebbe sembrare! Più c'è distorsione, più si perde attacco e definizione e il suono tende a diventare zanzaroso e fastidioso, per cui non bisogna mai darne più dello stretto necessario.
Esempio audio:
Emulazione amplificatore: DIEZEL VH4
Non entrerò nello specifico in questo caso (anche se mi piacerebbe ma diventerebbe veramente un articolo lunghissimo), ma in questo caso stiamo parlando di un mostro sacro per i chitarristi, un testata e cassa valvolare da 100W con un suono a dir poco spaventoso, l'amplificatore utilizzato da sempre dalla famosa band americana Tool.
Questa emulazione creata da Universal Audio in collaborazione con Brainworx e Nembrini Audio è veramente impressionante e aggiunge anche alcuni effetti e controlli non presenti sulla versione reale, oltre a ben 120 IR diversi su cinque tipi di cabinet, dovete solo scegliere quello che più vi aggrada nella sezione Recording Chains.
Troverete anche, in ordine, un noise gate, una sezione filtri, un delay, e la sezione dedicata a preamp e finale, dove si può tarare in modo preciso il livello di input e la potenza del finale (Input Gain e Power Soak).
Ricordatevi solo di non esagerare con la distorsione e con le basse, le chitarre devono avere attacco e lavorare sulle medie/medio alte, troppe basse vanno a rendere il suono impastato e indefinito, oltre a disturbare poi il range di frequenza dove deve lavorare il basso e molte parti della batteria.
Ho creato due esempi audio per questa parte della channel strip, uno con TS e VH4 attivi
e uno senza TS attivo,
per far sentire la differenza e come le due parti devono lavorare assieme.
Prossimamente la parte seconda di questo "viaggio concatenato".
Leggi i nostri articoli sui prodotti Universal Audio:
Universal Audio Sphere DLX LX review
I prodotti Universal Audio sono distribuiti in esclusiva per l'Italia da Midiware.
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