Ogni anno nascono piccole boutique che propongono cloni o inediti prodotti audio. Nel nostro caso, la boutique è tedesca e le menti hanno anni di esperienza nella manutenzione di audio professionale. Il loro primo prodotto è un bus compressor basato su un VCA proprietario per il mastering
VSC-2 è un compressore a due canali indipendenti, linkabili in stereo, basato su VCA custom (chiamati 1979). Ogni canale usa un VCA per l’elaborazione del segnale di sidechain e un secondo VCA come cella di gain per le funzioni di compressione e limiter Brickwall. In modalità stereo entrambi i segnali di sidechain sono attivi e prevale quello con picco più elevato. Il detector lavora solo sui picchi (niente RMS) e ha un circuito di tipo Feed Forward. I controlli per ogni canale sono quelli che conosciamo. Threshold è la soglia oltre il quale si innesta il compressore, con valori da - 22 a +22 dBu e potenziometro di controllo. VSC-2 compensa automaticamente il livello secondo i rapporti di compressione, ed è sempre disponibile il Make Up Gain no a +22 dBu, controllato da un potenziometro.
Il compressore lavora sia in modalità Soft Knee che Hard Knee, con un selettore a più posizioni: Soft produce una curva di compressione con un rapporto proporzionale alla differenza di soglia. Più è alta la differenza in dB rispetto alla soglia, più il rapporto di compressione si alza automaticamente, no ad arrivare a 8:1. Le altre posizioni richiamano una risposta che si avvicina all’Hard Knee più si sale di rapporto di compressione, con valori di 2:1, 4:1, 8:1, 10:1. L’ultima posizione attiva il limiter Brickwall. L’attacco ha tempi di 0.1, 0.3, 1, 3, 10 e 30 millisecondi, mentre il rilascio ha tempi di 0.1, 0.3, 0.6, 0.9, 1.2 secondi e una modalità Auto, entrambi gestiti con controlli a scatto.
Gli altri controlli su pannello comprendono gli switch per bypassare in hardware i due compressori (con un relè), la modalità Stereo dove i controlli attivi sono quelli del canale A, e l’attivazione del ltro HPF sul sidechain, con valori di 60 Hz e 90 Hz. Data la facilità con cui è possibile il recall delle impostazioni, è possibile usare VSC-2 come due compressori mono identici con il risultato, in alcuni casi, di ampliare l’immagine stereo.
Hardware
Gli ingressi audio sono bilanciati con un trasformatore Jensen JT- 11P-1TB e sopportano un livello massimo di +22 dBu. Le uscite sono bilanciate elettronicamente con un operazionale THAT 1646, con impedenza a 600 Ω e livello massimo di +25 dBu. Se il pin 2 o 3 dell’uscita bilanciata è collegato alla messa a terra, il segnale è incrementato automaticamente di 6 dB. L’interno di VSC-2 è razionale e pulitissimo: la scheda di alimentazione è basata su un trasformatore toroidale Talema 70054 con due piste a 18 volt, ed è separata dalle due schede dedicate ai canali audio, collegate con cavi ribbon. Tutta l’elettronica di controllo è montata dietro al pannello frontale.
Davvero ben fatto il VU Meter, che è calibrato in modo da mostrare sempre la riduzione del gain, con una scala da 0 a 6 dB che occupa oltre la metà della scala, che si esaurisce a 20 dB. In questo modo è facilissimo tenere sotto controllo il livello di riduzione del gain, con una precisione sconosciuta ad altri bus compressor con VU Meter. Le connessioni audio sono montate sul pannello posteriore e nulla è lasciato al caso. Parlando di dati tecnici, VSC-2 ha un range dinamico di 115 dB, risposta in frequenza da 10 Hz a 70 kHz (-3 dB), rapporto S/ R di 97 dB, rumore a -91 dBu, crosstalk maggiore di 100 dB a qualsiasi frequenza.
Analisi
Il primo test ha previsto l’uso di una sinusoide a 500 Hz. Lo unity Gain, con 0 di Output Gain, si ottiene con un ingresso pari a +18 dBu per lo 0 dBFS. Se il valore è più basso, occorre innalzare il gain in uscita, anche a compressore in bypass, per pareggiare ingresso e uscita come livelli. Con fitri disattivati e senza azione del compressore, l’inserimento del compressore determina la comparsa della seconda, terza e quarta armonica. Il controllo Stereo/Mono influisce sul contenuto armonico dei due canali: in Mono, l’inserimento dei circuiti genera armoniche praticamente identiche per entrambi i canali, in Stereo il controllo è preso dal canale A come previsto.
Il livello di Output Gain controlla proporzionalmente anche il livello di contenuto armonico: a 5 prevale la seconda armonica seguita dalla terza. Il massimo che si può ottenere dall’Output Gain è la seconda armonica a -60 dB. Inserendo il compressore, incontriamo comportamenti molto diversi secondo il rapporto di compressione, il tempo di attacco e la quantità di riduzione del gain: in gioco, sotto i -60 dB, ci sono combinazioni tra le armoniche che vanno dalla seconda alla settima, spesso con una uguaglianza simile di livelli tra le seconda e la terza, e la quinta e la settima.
In Brickwall, aumentano ancora le armoniche, no alla decima e oltre. A modi care le armoniche dispari, come ci si attende da un VCA, è il tempo di attacco, che più è alto e più riduce il contenuto armonico, fermo restando la costante presenza della seconda e terza armonica a livelli simili, ma mai superiori ai -60 dB rispetto al segnale di test. Questo significa che VSC-2 è trasparente ed è difficile riuscire a mandarlo in distorsione per modificare pesantemente il timbro. L’analisi della fase mostra l’introduzione di una distorsione di fase continua da 20 Hz a 20 kHz, che si traduce in una differenza di fase a 20 kHz di circa 40° e a 20 Hz di 0 gradi. Non c’è alcun effetto collaterale nell’inserimento del filtro di sidechain, la fase rimane perfetta.
In prova
Diversi sono i trucchi per usare al meglio VSC-2 e sono tutti applicabili a qualsiasi compressore dotato di VCA che, per il suo disegno, spesso introduce armoniche. Così, volendo usare solo il VCA per introdurre un po’ di colorazione, eviteremo di far lavorare il compressore (soglia completamente a destra), entreremo con un livello basso e aumenteremo il più possibile il Make Up Gain. Un altro classico trucco è usare il compressore come due canali per un segnale monofonico: il primo canale si occuperà di trattare i transienti, meglio se con una curva Soft e tempi piuttosto veloci, e la sua uscita entrerà nel secondo canale dove lasceremo il tempo di attacco più alto ma con una curva Hard Knee per trattare la parte successiva al transiente, anche con compressioni elevate.
Il filtro del sidechain è qualcosa che sarà sempre più indispensabile: VSC-2 comprime comunque le frequenze al di sotto del filtro HPF senza però eccedere sull’intera banda audio. È forse il miglior filtro HPF per sidechain, in hardware, che abbiamo mai sentito. Eccellente la costruzione e la progettazione sotto ogni punto di vista. Non abbiamo mai avuto alcun dubbio sulle operazioni e la precisione dei controlli è perfetta. Un plauso al VU Meter, veramente informativo come mai ci era capitato. Trovare aggettivi per il suono di VSC-2 è piuttosto facile: non è aggressivo, ha un suono rotondo, pieno, mai acido o distorto. Non è il compressore con cui cercare l’effetto a tutti i costi.
È ottimo quando si devono incollare le tracce in modo trasparente ma non freddo, quando si vuole qualche dB di riduzione del gain sulle tracce in mix, senza cambiare colorazione al timbro, e sul mix stereo per quel tocco finale che solo i migliori bus compressor hanno saputo dare. È evidente la differenza timbrica con un SSL o uno Smart Research C2: l’SSL G Compressor è più centrato sulle medio alte e ha un suono piuttosto granulare, lo Smart Research è più limpido del VSC-2 ma anche più aggressivo negli attacchi. La risposta di VSC-2 è più equilibrata nei colori rispetto ai compressori ispirati all’SSL. In questo senso, VSC-2 è un compressore che non si era ancora visto sulla faccia della terra in termini di curve di compressione e suono.
Sarà facile che passi inosservato a molte orecchie, se non togliendolo dal mix, segno di una grande qualità e flessibilità. La sua abilità nel bus è eccellente, molto meno in tracking o mix dove non è altrettanto essi- bile soprattutto quando si vuole esagerare.
Conclusioni
VSC-2 è un compressore di grande qualità sonora che non lascia dubbi sul bus stereo. Entra di diritto nella categoria dei fuori classe che portano a risultati prevedibili e con tutte le caratteristiche di eccellenza. È più spesso trasparente che colorato e, visto nel panorama odierno, è un compressore per orecchie fini e per chi cerca il suono del VCA senza avere a che fare con una chiara aggressività. La linearità è il suo forte e la trasparenza non ha il sapore dei modelli a stato solido ma, piuttosto, è tipica dei compressori dal suono eufonico.
Non c’è una vera alternativa al suono di VSC-2, perché gli altri compressori basati su VCA hanno in genere prestazioni tecniche inferiori e, comunque, una irruenza qui sconosciuta. Appare chiaro che per le sue potenzialità VSC-2 è più adatto alla fase di mastering e premastering che non come compressore per il mix, a meno di cercare la trasparenza sulle tracce e dare un suono più rotondo. Ha ottime capacità per eliminare l’asprezza digitale, riportando alla piacevolezza anche i mix stereo più indisciplinati. Una nuova stella nel firmamento dei compressori da boutique.
L'opinione
Abbiamo chiesto a Riccardo Ricci, titolare del Velvet Room Mastering studio, un parere sul VCS-2 che usa quotidianamente nella sua catena. “Il VSC-2 è un processore dai molteplici usi, il mio utilizzo è ristretto al mastering, che richiede quantità di compressione e regolazioni di attacco e rilascio diverse da quelle utilizzate in mix. Ho trovato molto utile la compressione Soft, dove la compressione gradualmente passa da un rapporto di 1:1 no ad arrivare a 8:1 (in mastering generalmente la compressione oscilla dai 0.5 dB ai 2 dB nei casi più estremi). Con materiale in cui siano presenti passaggi quieti seguiti da momenti più sostenuti, si possono ottenere ottimi risultati con una compressione che oscilla tra 0.3 dB e i 2 dB di riduzione del gain sui picchi più alti.
In modalità Brickwall si possono catturare quei picchi estremi che potrebbero sfuggire al controllo durante una sessione di registrazione. Il VSC-2, pur appartenendo alla famiglia dei compressori basati su VCA, è di una pulizia impressionante. Non ha la familiare sporcizia e cattiveria dell’SSL 384 o del bus compressor dell’SSL G4K, ma ha una ben evidente connotazione hi-fi pur conservando uno snap che nessun altro compressore possiede. Non fatevi però ingannare! Se cercate regolazioni estreme e creative il VSC-2 è capace di pumping appena accennato o estremo.
Altrettanto degno di nota è il suono del circuito di Make Up Gain, dove il suono del VCA 1979 ha un colore unico che aumenta con il progressivo incremento di guadagno. È tremendamente in-your-face, decisamente anni ‘70 ma allo stesso tempo di una coesione e impatto notevoli, completamente diverso (e quindi molto utile) dal colore degli altri stadi make up gain della mia catena (Elysia, Requisite, Pendulum e Manley). La possibilità di avere sidechain separati mono o stereo, con filtro a 60 o a 90 Hz, rappresenta la classica ciliegina sulla torta.
Dopo circa un anno e mezzo di utilizzo praticamente giornaliero, gli unici appunti che posso fare sono sulla visibilità, non sempre ottimale secondo l’angolo della luce, delle regolazioni indicate sul pannello frontale, e sull’assenza di un numero maggiore di rapporti di compressione (ad esempio tra 4 e 8), e di tempi di attacco e rilascio, tutte modi che che si possono chiedere in fase di customizzazione.”
PRO
Ottimo hardware
Suono rotondo
Facile recall
CONTRO
Uso preferibile sul bus
Prezzo elevato
Articolo pubblicato nel giugno 2010